Un’altra aggressione a un bambino da parte da un Pitbull: cosa dicono gli esperti
Purtroppo un Pitbull ha di nuovo aggredito un bambino. Gli esperti spiegano i motivi di queste continue aggressioni
Da Milano arriva l’ennesima notizia preoccupante di un’aggressione ai danni di un bambino da parte di un cane di razza Pitbull. Nell’ultimo periodo l’attenzione dei media e della popolazione è alta su un tema molto delicato, che non riguarda la presunta pericolosità di alcune razze, ma dell’educazione che viene impartita agli animali dai proprietari. Cosa dicono gli esperti in merito?
Siamo nel quartiere Adriano di Milano, in un appartamento di via Trasimeno. Qui il cane di famiglia, di razza Pit Bull, ha aggredito un bambino di 10 anni. L’animale improvvisamente ha iniziato a dimostrare una certa agitazione, attaccando il ragazzino. Secondo il suo racconto e di chi era a casa con lui, il cane lo ha morso al tronco e alla gamba. Subito sono stati chiamati i soccorsi. I sanitari del 118 hanno raggiunto la casa, trasferendo d’urgenza il bambino all’ospedale Niguarda di Milano. Il piccolo era sotto choc e aveva diverse ferite, ma non è in pericolo di vita. In qualche giorno potrà guarire completamente, anche se il trauma rimarrà a lungo.
Abbiamo ancora nella mente il ricordo del bambino che ha perso la vita a Eboli dopo l’aggressione da parte di due cani di razza Pit Bull, che però non appartenevano alla sua famiglia e non lo conoscevano. Questa volta il caso è diverso, perché l’animale, già segnalato alle autorità e messo sotto monitoraggio per l’osservazione obbligatoria, era il cane di famiglia.
L’ennesima aggressione ai danni di un bambino da parte di un Pitbull merita una riflessione profonda. Daniela Borgo, presidente dell’associazione degli Educatori cinofili Apnec, spiega che tutto nasce dal fatto che ai cani non diamo le giuste regole. I cani riconoscono nella famiglia un capobranco, che non è mai un bambino, ma sempre un adulto che, in presenza di minori, dovrebbe sempre supervisionare.
“Spesso cani e bambini arrivano a contendersi gioco, spazi, coccole. Ci può essere anche il cane geloso. Di norma il cane sa che il bambino non è un suo pari. Può essere pericoloso, però, se tutti e due si lanciano a prendere un gioco. E la sfida è al ‘il gioco è mio’. Il cane può reagire anche per spavento o per dolore. Come facciamo noi istintivamente muovendo la gamba se ci si batte il ginocchio. La responsabilità, ripeto, è dell’adulto. Il cane ha bisogno del suo spazio e quindi della sua cuccia, del suo cibo di sapere con delle regole come si gioca, chi inizia. Sono elementi basilari. La prima regola dunque è prevenire dando istruzioni precise”.