Una ricerca spiega perché i senzatetto scelgono di avere dei cani: ecco come cambia la loro vita
La ricerca è un utile punto di partenza per capire anche quali sono le necessità dei senzatetto
Moltissime volte, quando siamo di fronte ad un senzatetto e lo vediamo in compagnia di un quattrozampe, ci vengono sicuramente delle domande. Molte di queste hanno a che fare con il “sarà in grado di prendersi cura di questo cucciolino?” A questa domanda, in parte, risponde una ricerca che è stata condotta in merito, che ha voluto indagare proprio quali siano i benefici che hanno i quattrozampe sulla vita dei senzatetto e perché questi ultimi compiano una scelta apparentemente così incomprensibile.
Come riporta La Zampa, infatti, l’Università di Washington ha condotto un progetto di Photovoice. Questo tipo di progetti, invitano una comunità (o una parte di essa, in questo caso i senzatetto) a scattare delle foto che possano aiutare ad approfondire la comprensione di un problema per valutarne la risoluzione.
In questo caso specifico, i ricercatori hanno reclutato ben 19 proprietari di animali domestici nella zona di Seattle senzatetto. Questi, hanno catturato frammenti di vita quotidiana in più di 900 scatti. Dopo aver analizzato le foto, i ricercatori hanno analizzato alcuni temi chiave. Tra questi, spiccano: i benefici per la salute mentale e fisica del legame uomo-animale, l’importanza e la forza di questo legame e come questo legame funga da motivazione per attività quotidiane e cambiamenti positivi, come restare sobri o trovare un alloggio.
I risultati della ricerca, visibili su Plos One, hanno confermato i molteplici benefici che i quattrozampe hanno sulla vita dei senzatetto. Insomma, aiutano moltissimo nella salute mentale, e aiutano anche i senza tetto ad avere uno scopo: quello di prendersi cura dei quattrozampe.
Tuttavia, questo ha anche degli aspetti negativi. Avere con se un cane, potrebbe impedire l’accettazione di servizi, alloggio e lavoro se ciò comportasse la perdita dell’animale domestico. Molte normative, purtroppo, si dirigono in questa direzione.
Questo, però, non deve essere preso come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza. Sapendo questo, infatti, si può lavorare per far sì che i senza tetto possano essere aiutati proprio in questa direzione.