Cane in pensione: cosa dicono le leggi?
Tutela del cane in pensione: cosa dobbiamo sapere a riguardo? In che modo la legge si prende cura del nostro piccolo quattro zampe?
Le pensioni per i cani nascono per darci un piccolo aiuto se dobbiamo spostarci e nessuno può restare in casa con Fido. Così, lo portiamo in questi luoghi e siamo sicuri che nessuno potrà fargli del male.
Ma la legge tutela Fido in questo caso? Esiste qualche normativa che ne disciplini l’avvenimento? Vediamo insieme cosa dicono le leggi in materia di tutela del cane in pensione.
Affidamento del cane a un terzo
Su questo, la legge a tutela del cane in pensione, è molto chiara. Iniziamo dallo specificare che, proprio per il legislatore, affidare un cane ad una persona attraverso il servizio di dog sitting o ad una struttura organizzata, costituisce in ogni caso un contratto di deposito. Questo vale sia nel caso di un asilo che di una pensione per cani.
La norma che disciplina questo atto la troviamo proprio all’interno del codice civile. L’ex articolo 1766 afferma che:
“Il deposito è il contratto col quale una parte riceve dall’altra una cosa mobile con l’obbligo
di custodirla e di restituirla in natura.”
La persona che prende in custodia il cane ( definito per legge depositario) deve custodirlo con la
diligenza del buon padre di famiglia e, pertanto, da quel momento, risulta responsabile per eventuali danni subiti dall’animale.
Lo è sia nel caso in cui il cane subisca, sia nel caso in cui arrechi delle lesioni a cose o persone. Sempre la stessa persona, ha l’obbligo di risarcire il proprietario, per i danni materiali e morali derivanti dalla perdita o danneggiamento all’animale.
Agire in tutela del cane in pensione, quindi, implica conoscere tutta la normativa che ci illustra chi risponde delle attività e dai danni causati dal nostro cane.
Bisogna proteggere il cane che si ha in affidamento
Questo è un altro dettaglio da non sottovalutare. Le leggi a tutela del cane in pensione, hanno pensato anche a questo. Se lasciamo il nostro cucciolo in custodia, dobbiamo essere certi del fatto che non gli accadrà nulla.
A volte, però, non è proprio così. In questi casi, risulta necessario potersi affidare ad una normativa in particolare. In passato, un caso è stato analizzato. Di cosa si tratta? Una dog sitter aveva un cane in custodia.
Non ha tenuto in maniera accurata il cane e quest’ultimo, staccatosi dal suo guinzaglio, è rimasto vittima di un incidente. Di chi sarà stata la colpa? Purtroppo, non c’è molto ad riflettere. Il cane doveva essere protetto e gestito dalla dog sitter.
Così, i padroncini, hanno ricevuto un risarcimento proprio dal Tribunale di Milano.
Il diritto al risarcimento dei danni morali per perdita di animale d’affezione nei confronti di chi non ne ha avuto abbastanza cura, fa il suo ingresso nelle normative il 9 Febbraio 2010.
Proprio in quel momento, un incidente in cui rimane vittima il cane per mancata custodia, diventa una violazione vera e propria del dovere di custodia previsto nel rapporto contrattuale di dog sitting.
Responsabilità della pensione che ha in custodia il cane
Come anticipato, la pensione che ha in custodia il cane, lo deve tutelare da ogni pericolo. Se questo non accade, il padroncino può rivalersi direttamente sull’ente o sulla persona che la gestisce.
D’altro canto, la pensione potrebbe stipulare un contratto assicurativo professionale per l’esercizio della propria attività. Questo è un mezzo di tutela che può adottare la pensione, per prevenire eventuali danni.
Tuttavia, il padrone del cane danneggiato, non rinuncerà al suo risarcimento. Lui, potrà rivalersi nei confronti della pensione che, per risarcire, ricorrerà all’intervento dell’assicurazione.
Non c’è quindi nulla da temere, il nostro piccolo cane è sempre tutelato dalla pensione. Nonostante ciò, noi ci auguriamo che vada comunque sempre tutto il meglio.