Tricocefali nel cane: cause, sintomi, diagnosi e cura
I tricocefali nel cane sono parassiti molto comuni che si annidano nelle pareti dell'intestino, nutrendosi di elementi indispensabili per la salute di Fido
I tricocefali nel cane, meglio conosciuti come vulpis trichuris, altro non sono che comunissimi parassiti intestinali che infestano il nostro amato quadrupede.
Le femmine adulte possono arrivare a deporre un numero di uova giornaliero vicino alle migliaia, queste poi passano dalle feci del nostro amico a quattro zampe e contaminano l’ambiente circostante.
Che cosa sono
Le uova dei tricocefali nel cane possono resistere a temperature estreme, sopravvivere nell’ambiente per anni. Fido le ingerisce quando si lecca le zampe o il pelo al ritorno dalla passeggiata quotidiana.
Provocano vari gradi di irritazione gastro-intestinale e di infiammazione. Chiamiamo il veterinario di fiducia se notiamo algie addominali, episodi di diarrea e crampi. In alcuni casi i segnali sono significativi, in altri non provocano alcun disagio. La diagnosi non è sempre facile.
I sintomi principali
Questi parassiti tendono a colpire gli esemplari avanti con l’età. Facciamo attenzione ai segni di sofferenza e disagio generalizzati. I sintomi sono quelli tipici di una grave infiammazione allo stomaco:
- Defecazione urgente e frequente;
- Diarrea, anche con sangue e muco;
- Flatulenza;
- Sonnolenza e debolezza;
- Vomito;
- Disidratazione nel cane;
- Inappetenza;
- Dimagrimento;
- Disfunzione elettrolitica, come quella della Malattia di Addison (conosciuta anche come ipoadrenocorticismo);
- Convulsioni causate dal basso livello di sodio;
- Algie all’addome.
Se notiamo uno o più di questi sintomi contattiamo subito lo specialista per fissare una visita. Solo così è possibile arrivare a una diagnosi tempestiva e alleviare le sofferenze del nostro amico a quattro zampe.
La diagnosi
La diagnosi, anche se non sempre facile a causa dei sintomi comuni, è possibile attraverso un normale esame delle feci. Inoltre, il nostro Fido verrà sottoposto a esami del sangue e delle urine completi.
I risultati di queste analisi possono già indicare un’infezione parassitaria interna. Se poi ha avuto diarrea grave e prolungata, può essere anche disidratato, e il suo rapporto sodio-potassio non ottimale. Il modo migliore per individuare questo disturbo è sottoporre il cane a un test di galleggiamento fecale, mescolando un piccolo campione a una soluzione chimica che fa sì che le uova rimangano in superficie.
In genere si tratta di nitrato di sodio, solfato di zinco e soluzione di Sheather (zuccherina e utilizzata da molti laboratori). Se lo ritiene opportuno, il veterinario potrebbe sottoporre il quadrupede a una endoscopia per rilevare la presenza di vermi nell’intestino crasso. Tuttavia, questa procedura – conosciuta anche come colonscopia – è costosa e normalmente non serve per arrivare a una diagnosi certa.
Il trattamento
I tricocefali nel cane non sono difficili da curare, ma eliminare le uova dall’ambiente circostante non è affatto semplice. Nei casi più gravi potrebbe essere necessario il ricovero, così da somministrargli i fluidi di cui ha bisogno per via endovenosa. Lo stesso vale per riequilibrare gli elettroliti, l’ossigeno, il ferro e per nutrirlo. I farmaci che potrebbe prescrivere lo specialista sono:
- Milbemicina ossima;
- Dietilcarbamazina;
- Febantel;
- Fenbendazolo, sicuro per le cagnoline in stato interessante.
Il trattamento in genere prevede una somministrazione al mese per 90 giorni, la maggior parte delle volte avviene per via orale o topica. Con un po’ di attenzione durante le passeggiate di ogni giorno e con una pulizia accurata si può provare a prevenire il contagio.