Come trattare la sindrome di Cushing nel cane
Per trattare la sindrome di Cushing nel cane occorre una diagnosi precisa e accurata, non sempre facile. Ecco cosa sapere su questa malattia e come si cura
Esistono malattie difficili da diagnosticare e per le quali occorrono cure molto particolari. Una di queste è la sindrome di Cushing e per trattare nel cane tale patologia richiede una conoscenza approfondita in ambito veterinario.
La sindrome di Cushing è chiamata nel linguaggio medico anche ipercortisolismo e colpisce soprattutto i cani anziani, tra i 10 e gli 11 anni. Si tratta comunque di una patologia parecchio rara. Secondo le statistiche, infatti, colpisce 2 cani su 1000 ogni anno.
Il termine ipercortisolismo ci dice qualcosa in più sulla sua natura: le ghiandole surrenali del cane producono una quantità eccessiva di ormoni steroidei, incluso il cortisolo. L’organismo produce naturalmente tali ormoni perché assolvono ad alcune importanti funzioni, come regolare la quantità di zuccheri nel sangue. Sono anche una risposta del corpo di Fido a situazioni di particolare stress.
Perciò se l’organismo di Fido produce troppi ormoni va incontro a scompensi che possono danneggiarlo gravemente.
Come si cura la Sindrome di Cushing nel cane?
Dopo attenti esami e un’accurata diagnosi, il veterinario deve decidere come trattare la sindrome di Cushing nel cane tenendo conto naturalmente delle cause che le hanno dato origine. Esistono due soluzioni in tal senso, la terapia medica o l’intervento chirurgico.
Quando l’ipercortisolismo è la conseguenza di una malattia che colpisce l’ipofisi, come un tumore, il veterinario può decidere di asportare direttamente la massa tumorale. Si tratta di un intervento molto difficile e non tutti i centri veterinari sono in grado di eseguirlo. Fino a poco tempo fa era impensabile, ma oggi la scienza ha fatto degli enormi passi da gigante.
Un intervento simile si sceglie anche quando la sindrome di Cushing è causata da una malattia delle ghiandole surrenali. Perciò il veterinario opera Fido e asporta direttamente queste ghiandole mediante un intervento chiamato surrenalectomia. Si tratta di un’operazione molto delicata ma anche più semplice rispetto all’asportazione dell’ipofisi.
Dal momento che la sindrome di Cushing colpisce principalmente i cani anziani, spesso l’intervento chirurgico è da escludere. Non dimentichiamo che parliamo di cani dalla salute già precaria e operazioni simili potrebbero non andare a buon fine.
Perciò in moltissimi casi il veterinario sceglie di trattare la malattia con i farmaci. Quello più indicato per questo tipo di trattamento è il Trilostano, che inibisce la produzione di cortisolo e possiede un’altissimo livello di efficacia.
La cosa più importante, in ogni caso, è tenere Fido sempre sotto controllo e usare dosi di Trilostano adeguate. Si tratta di un farmaco molto potente quindi va usato con molta cautela.
Sindrome di Cushing nel cane: da cosa è provocata?
Per scegliere come trattare la sindrome di Cushing nel cane malato il veterinario deve tener conto delle cause che l’hanno scatenata. L’ipercortisolismo si manifesta nei cani al di sopra dei 6 anni, soprattutto in quelli più anziani (tra 10 e 11 anni) e interessa alcuni organi di Fido: l’ipofisi e le due ghiandole surrenali.
L’ipofisi è una ghiandola endocrina situata alla base del cranio, si divide in due lobi e regola la produzione di ormoni da parte di altre ghiandole endocrine. È come la centrale operativa che controlla l’attività endocrina e metabolica di tutto l’organismo.
Le ghiandole surrenali, come possiamo intuire dal nome, sono due piccoli organi situati vicino ai reni. Sono divise in due porzioni, ognuna con struttura e funzioni specifiche. La prima è la porzione corticale, specializzata nella produzione di alcuni ormoni come l’aldosterone, progesterone e cortisolo. La seconda, invece, è la porzione midollare e produce due neurotrasmettitori, la noradrenalina e l’adrenalina.
Quando il cane soffre di una malattia dell’ipofisi, le sue funzioni regolatrici sono alterate. perciò manda dei segnali sbagliati alle ghiandole endocrine, come quelle surrenali appunto, e queste iniziano a produrre troppo cortisolo.
Ma la sindrome di Cushing può essere provocata anche da una malattia delle ghiandole surrenali stesse, come l’adenoma. Anche in questo caso la produzione di cortisolo aumenta esponenzialmente e causa scompensi all’organismo.
Quali sono i sintomi della malattia?
Prima di capire come trattare la sindrome di Cushing nel cane è necessario giungere alla diagnosi della malattia. Cosa non proprio semplice e che richiede molta attenzione non solo da parte del veterinario, ma anche di noi padroncini.
Di certo non possiamo fare miracoli ma osservando attentamente Fido possiamo notare tutti (o in parte) i sintomi riconducibili alla malattia. Tra questi possiamo individuare quelli più comuni e altri molto rari.
Il sintomo più frequente di sindrome di Cushing nel cane è l’aumento della sete (polidipsia) e il conseguente aumento della minzione (poliuria). Perciò il cane inizia a fare pipì in casa specialmente durante la notte perché non riesce a trattenersi.
Il cane, poi, presenta un insolito addome gonfio che nel gergo medico viene detto “a botte”. Questo sintomo può essere la conseguenza di diversi fattori come l’aumento di volume del fegato o del grasso viscerale, oppure l’atrofia muscolare.
Un altro sintomo tipico della sindrome di Cushing è la perdita di pelo, per cui Fido può iniziare ad avere delle chiazze di alopecia soprattutto sul tronco. Allo stesso tempo possono insorgere dermatiti perché la pelle diventa più sottile e sensibile alle infiammazioni.
Oltre a questi sintomi comuni ne esistono altri più rari ma comunque possibili nel decorso di questa malattia. Tra questi citiamo:
- Letargia, per cui Fido dorme praticamente sempre;
- Iperpigmentazione, cioè la pelle diventa scura o spuntano anomale macchie;
- Comedoni, i cosiddetti punti neri sulla pelle;
- Atrofia testicolare, ovvero nei maschi i testicoli si restringono;
- Anestro persistente, cioè l’apparato riproduttivo delle femmine resta inattivo;
- Tromboembolia, quando le vene si ostruiscono a causa di coaguli nel sangue;
- Rottura dei legamenti, ovvero i tessuti che legano due o più strutture (come gli organi);
- Paralisi del nervo facciale.
In linea generale Fido appare davvero molto debole, al punto che non riesce e non vuole più muoversi, neanche per una semplice passeggiata.
Come si diagnostica la sindrome di Cushing nel cane?
Prima di trattare la sindrome di Cushing nel cane occorre una diagnosi da parte del veterinario. Come abbiamo già accennato non è affatto semplice perché non esiste un esame specifico che permette al veterinario di avere la totale certezza che si tratti di ipercortisolismo.
In più abbiamo visto che le cause possono essere diverse perciò il veterinario può intanto basarsi sui sintomi, quelli evidenti. Poi con esami specifici può individuare l’organo soggetto a un qualche problema.
Quando il veterinario sospetta che si tratti di sindrome di Cushing esegue un’ecografia addominale per controllare lo stato di salute delle ghiandole surrenali. Con l’ecografia riesce anche a individuare altri problemi, come il fegato ingrossato o la presenza di fango biliare. Inoltre può eseguire una risonanza magnetica per capire se vi siano danni all’ipofisi.