Soldato ucraino adotta il cane che si era rifugiato da lui durante la guerra
Il soldato non è riuscito a lasciare il cane Babai in rifugio
Purtroppo, tutti siamo a conoscenza della terribile guerra che dal febbraio scorso sta dilaniando l’Ucraina. In questi mesi, abbiamo avuto modo di raccontarvi una piccola parte di cosa sta succedendo in questo paese. Vi abbiamo raccontato le storie di cani e gatti, vittime, anche loro di questa terribile guerra. Oggi vogliamo raccontarvi di una bellissima storia di adozione, nata proprio tra le macerie di questa guerra. Infatti, un soldato ucraino, ha adottato un cane che si era rifugiato da lui perchè era spaventatissimo.
Conosciamo questa storia grazie a The Animal Rescue Site, ma ad averla condivisa per prima è stata UAnimals. I protagonisti sono il cane Babai e un soldato di nome Valentin. Tutto comincia a Donetsk, regione in cui combattono Valentin e i suoi compagni. Qui, il plotone, si imbatte in quattro cani che hanno bisogno di aiuto. Tre di loro si avvicinano ai soldati senza troppi problemi. Uno, però è spaventato e non vuole avvicinarsi.
Solo dopo un pò di tempo, riesce a fidarsi e ad avvicinarsi. Al cane danno nome Babai e Valentin ha raccontato a UAnimals, “svolgeva coscienziosamente i compiti della mascotte del dipartimento”, infatti, inizialmente non voleva proprio avvicinarsi.
Babai comincia a fidarsi del plotone, al punto che, quando devono allontanarsi da quella zona, li segue senza problemi. A questo punto, però, arriva il momento più difficile per Valentin. Infatti, dovrebbe lasciarlo in rifugio, ma il suo cuore gli dice che non è questa la scelta giusta.
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Per questo motivo, alla fine, decide di portare Babai a Leopoli, a casa sua. Questa è una delle tante storie che abbiamo bisogno di sentire.
Nonostante questa storia sia bellissima, ci sono ancora tanti cani e gatti che hanno bisogno di aiuto. Per questo motivo, ci sono tantissime associazioni che si adoperano perchè cani e gatti possano avere tutto ciò di cui hanno bisogno in questa difficile situazione. QUello che possiamo fare, oltre a sperare che questa guerra finisca preso, è sostenere queste associazioni.
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