Sì, è vero: c’è uno studio che dimostra che anche i nostri cani possono diventare molto pessimisti
Il riuscire a provare questo tipo di emozione rende i nostri cani molto simili a noi
Quante volte vi è capitato di sottovalutare il vostro quattrozampe? Sì, insomma abbiamo la tendenza a pensare che siano animali che sicuramente provano delle emozioni, ma facciamo fatica ad attribuire loro delle emozioni di un certo spessore. Molti di noi, infatti, non penserebbero mai che i nostri cani possano sperimentare una forma di pessimismo. Invece, uno studio di qualche anno fa, dimostra che è esattamente così.
Si tratta di uno studio divenuto molto famoso e di cui ha parlato anche la rivista Focus Magazine. Lo studio è del 2010 ed è stato condotto da alcuni scienziati dell’Università di Bristol, guidati da Michael Mendl. Per portare avanti questa ricerca, sono stati presi a campione 24 cani. Questi cani erano tutti ospiti di un canile. Attenzione, però, erano ospitati solo per alcuni giorni.
Inizialmente hanno fatto in modo di farli giocare tutti insieme e poi li hanno divisi. In questo momento, molti di loro sono diventati più tristi. Niente, però, in confronto a quel che hanno fatto altri cani, che hanno cominciato a abbaiare, piangere e cercare di distruggere il posto in cui si trovavano.
Questa, però, era solo la prima parte dell’esperimento. Infatti, nei giorni successivi, i ricercatori hanno fatto capire ai cani che avrebbero trovato in un angolo della stanza un contenitore con del cibo. Nell’angolo opposto, invece, avrebbero trovato un contenitore vuoto. I cani che sin da subito si erano mostrati particolarmente stressati nella stanza del canile, hanno mostrato disinteresse nei confronti del contenitore vuoto.
Invece, i cani che erano tristi, ma più tranquilli, sono corsi verso il contenitore. Senza dubbio, quindi, c’è stata una parte dei cani coinvolti che ha sperimentato una forma di pessimismo: non solo quindi, una profonda tristezza ed angoscia per la situazione che vivevano, ma anche poche aspettative positive.
Questo studio, ci dimostra anche che i quattrozampe sono più simili a noi di quel che pensiamo.