San Marino, 40 cani uccisi in 15 anni: fermato il serial killer (ma non sarà “punito”)
Sarà punito con pene severe perché la legge non era in vigore l'uomo che ha ucciso 40 cani in 15 anni
Sarà punito con pene leggere l’uomo che a San Marino è stato ritenuto responsabile per 40 cani uccisi in 15 anni. Le autorità hanno fermato il serial killer, ma la punizione inflitta sarà comunque lieve. Questo perché all’epoca dei reati commessi nei confronti di questi poveri animali la legge che ha inasprito le pene non era ancora entrata in vigore, quindi non si può applicare.

Per 15 anni è stato un incubo silenzioso per tanti proprietari di animali a San Marino. Bocconi avvelenati lasciati in strada, nei giardini, lungo i sentieri. A San Marino sono oltre 40 i cani uccisi per mano sua, ma non si esclude anche l’uccisione di animali selvatici. Ora, grazie a una telecamera, il responsabile è stato finalmente identificato: si tratta di un pensionato ultraottantenne. Non è chiaro il motivo di questo gesto terribile. L’uomo in passato aveva mostrato fastidio per la presenza di animali e si era già reso protagonista di lettere piene di odio verso chi se ne occupa. Ma nessuno si aspettava una crudeltà simile.
L’ultima segnalazione è arrivata pochi giorni fa: sette cani avvelenati nella stessa zona, uno dei quali è morto. Le indagini hanno portato a lui. Ma nonostante il sollievo per l’identificazione, resta tanta amarezza. Proprio pochi giorni fa, il Parlamento di San Marino ha approvato una legge che inasprisce le pene per chi maltratta o uccide animali, fino a tre anni di carcere. Purtroppo, la norma non è retroattiva e non potrà essere applicata a questo caso. Maya e Tea, due meticce uccise nel 2011 nel giardino di casa, sono diventate il simbolo di questa battaglia. L’associazione Apas promette che continuerà a lottare e si costituirà parte civile.

Sui social molti esprimono rabbia: la giustizia, dicono, non potrà essere davvero fatta. E c’è anche chi fa notare che quei bocconi avvelenati avrebbero potuto finire nelle mani dei bambini. Le indagini ora dovranno chiarire se tutti i casi possono essere ricondotti allo stesso autore. Senza una confessione sarà difficile. Ma quello che è certo è che per anni la paura ha vissuto accanto a chi, semplicemente, voleva passeggiare con il proprio cane.