Conoscete San Guinefort? Ecco la storia dell’unico cane “santificato”
L'incredibile e tragica storia dell'unico cane al mondo venerato come un santo: San Guinefort, il coraggioso levriero diventato martire
I cani sono da sempre protagonisti di imprese incredibili, ma ce n’è uno al quale sono attribuite addirittura delle doti miracolose: è San Guinefort, l’unico cane al mondo ad essere “santificato”.
Una storia che ha dell’incredibile se si pensa che, in genere, i santi sono uomini e donne che nella storia si sono distinti per vite e opere legate principalmente alla cristianità.
La storia di San Guinefort è sconosciuta ai più ma in realtà in Francia, dove tutto ebbe origine nel Tredicesimo secolo, è uno dei personaggi più conosciuti e amati di sempre.
Chi era Guinefort
Guinefort era il levriero di un nobile cavaliere francese e viveva in un grande castello situato nelle campagne vicine alla città di Lione.
Il levriero è una delle razze di cani più antiche al mondo, diffusa in tutti i continenti e impiegata sin dalle origini per la caccia e l’inseguimento.
Ha una corporatura snella e affusolata con muscoli leggeri ma potenti che gli consentono di correre a un’incredibile velocità.
Oggi per via di queste sue caratteristiche è impiegato principalmente nelle corse dei cani, dove riesce ad avere sempre la meglio.
Molti decidono di adottare ex levrieri da corsa ormai andati “in pensione”: una scelta importante e per certi versi difficile che, se affrontata con pazienza e tenendo conto del passato del cane, può solo dare un valore aggiunto alla propria vita.
Il Levriero, anche uno di quelli che è stato allevato e addestrato per le gare, quando si abitua a stare in casa e a contatto con la famiglia diventa un cane docile e amorevole, fedele ai propri umani e pronto a donare e ricevere tanto amore.
La storia di Guinefort
C’è un episodio ben preciso che è legato all’insolita santificazione di Guinefort. Si racconta che un giorno il nobile padrone e la sua sposa si allontanarono dal castello per una battuta di caccia.
In quest’occasione lasciarono il figlio neonato insieme alla balia e al fedelissimo levriero Guinefort, al quale era affidato il compito di proteggere la dimora e i suoi abitanti.
Secondo la leggenda un enorme serpente si intrufolò nella camera del piccolo e Guinefort, rapido e coraggioso, vi si fiondò contro riuscendo infine a sconfiggerlo, dopo una durissima lotta.
Con un simile atto di coraggio e altruismo il cane sarà stato premiato per la sua impresa, penserete. E invece questa storia ha un finale davvero tragico.
Tornato a casa il nobile cavaliere trovò tutto a soqquadro e vide che il suo levriero era completamente ricoperto di sangue.
Preoccupato ma soprattutto adirato, si convinse che Guinefort avesse ucciso il bambino, perciò prese la spada e lo trafisse senza pietà.
Solo dopo aver ritrovato il bambino sano e salvo sotto una cesta capì di avere commesso un terribile errore, che ormai purtroppo era irreparabile.
Schiacciato dal senso di colpa e dal rimorso per ciò che aveva fatto, decise allora di seppellire il povero Guinefort con tutti gli onori.
Fece addirittura costruire per il cane una grande tomba circondata da alti alberi che, da quel momento, divenne una meta di culto per tutti i contadini della tenuta.
Il culto di San Guinefort
La tomba del forte e coraggioso Guinefort divenne un frequentatissimo luogo di pellegrinaggio e i contadini cominciarono a rivolgersi al cane defunto proprio come se fosse un santo, chiedendo grazie e protezione per le proprie famiglie.
Il culto di Guinefort crebbe così tanto che addirittura molti portavano al cospetto della tomba i figli malati o feriti, per chiedere al cane di guarirli.
Una vicenda di amore e devozione di un cane per il suo padrone e la sua famiglia si è trasformata nel giro di poco tempo in un caso più unico che raro, generando non poche diatribe.
Che un cane diventasse oggetto e venerazione non era mai successo fino a quel momento e a colpire i religiosi e gli studiosi del tempo fu soprattutto l’incredibile rapidità con cui il culto di quel cane prese piede.
Per l’Inquisizione tutto questo era inaccettabile tanto che la Chiesa tentò in mille modi di distruggere tutto ciò che avesse a che fare con la storia di San Guinefort, perché considerata una vera e propria eresia.
Le azioni contro il “santo” levriero furono feroci al punto da riesumarne i resti e bruciarli, in modo che la gente non potesse più recarsi al loro cospetto.
Un libro dedicato a San Guinefort
Ma la parola, si sa, è un’arma ancor più potente del fuoco e la storia di San Guinefort, trascritta nelle cronache del tempo, non sparì mai del tutto.
Uno storico francese di nome Jean-Claude Schmitt, che negli anni Ottanta stava effettuando degli studi su alcuni scritti medievali, si imbatté per caso in questa storia.
Ne fu talmente colpito e affascinato da compiere ulteriori ricerche e approfondimenti e, infine, pubblicare un libro dal titolo “Il santo levriero. Guinefort guaritore di bambini”.
Un “santo” ancora venerato
Nonostante la censura e il divieto imposto dalla Chiesa di celebrare il culto di San Guinefort, la gente non ha mai smesso di rendere omaggio e venerare il “santo” levriero.
Ancora oggi il luogo di sepoltura del cane a Lione è conosciuto come Bosco di San Guinefort ed è meta di pellegrinaggio e preghiera.