Responsabilizzare il cane: ecco perché è sbagliato
Responsabilizzare il cane, considerarlo alla stregua di un essere umano è un errore. Vediamo perché e cosa bisogna fare per non causargli stress
Consideriamo i nostri quadrupedi dei veri e propri figli, faremmo di tutto per loro; ma responsabilizzare il cane è una delle cose che non vanno assolutamente fatte.
I nostri amici a quattro zampe devono vivere una vita senza ansie e tensioni. Lo stress li danneggia davvero tanto e non hanno gli strumenti necessari per affrontarlo e superarlo. Attenzione quindi a quello che pretendiamo da loro.
Cani come fossero figli
Li curiamo, li accudiamo, ci giochiamo, dormiamo accanto a loro: li consideriamo come parte integrante della famiglia. Un eccesso di comportamenti del genere, però, può essere dannoso. Rischiamo di non rispettare la loro natura e di maltrattarli.
Responsabilizzare il cane, per esempio, vuol dire umanizzarlo, caricarlo di attenzioni e pensieri che non dovrebbero essere suoi. Lo stress a cui può arrivare è potenzialmente deleterio, e finisce con opprimerlo e violentarlo psicologicamente.
Perché è sbagliato
Questo è uno dei fattori che più frequentemente induce un cane (o anche un gatto) a sviluppare forme di ansia, nevrosi; ad adottare comportamenti inappropriati e a essere protagonista di episodi di aggressività.
Evitiamo quindi di addossargli responsabilità che non gli competono, diamogli invece il giusto ruolo all’interno della società: il cane è cane e, come tale, ha il diritto di comportarsi da quadrupede esuberante, a volte invadente, affettuoso e fedele; nulla di più.
Le conseguenze
Quando a Fido (o a qualsiasi altro animale domestico) viene permesso di controllare il proprio gruppo sociale, l’ambiente in cui vive, le azioni dei famigliari e dei loro eventuali ospiti, gli si attribuiscono incarichi troppo pesanti e che spetterebbero invece ai suoi amici bipedi, ai proprietari, agli umani.
Mansioni troppo onerose da gestire sottopongono i nostri quadrupedi ad ansia che non possono essere in grado di gestire, e che non è giusto che gestiscano (soprattutto). Lo stress del cane può portare a comportamenti indesiderati, a episodi di autolesionismo, auto-appagamento; fino a sfociare in aggressioni verso membri della famiglia e altri esseri umani.
Facciamo un esempio
Responsabilizzare un cane come fosse un figlio è sbagliato. I cuccioli di uomo vanno preparati alla vita, devono seguire un preciso sviluppo mentale e diventare gli adulti del domani: devono sapere cosa chiederà loro la società, una volta grandi; i cuccioli di cane no.
Con Fido infatti va adottato il comportamento opposto: è importante che inibisca la sua maturazione sociale, che ha invece luogo dopo quella sessuale. Lo sviluppo canino ha delle regole ben precise, e la socializzazione – momento fondamentale per una corretta crescita dei nostri amici a quattro zampe – deve seguire un determinato percorso.
Come intervenire
In tal senso, l’intervento di un addestratore qualificato o di un etologo esperto può evitare che – seppur in assoluta buona fede – si commettano errori con conseguenze anche gravi. È consigliabile, infatti, che – per la serenità del quadrupede e della sua famiglia umana – siano i bipedi ad avere le responsabilità: il cane è meglio che si senta un amato e gradito ospite in casa.
Niente ansie, niente tensioni e affanni. Tutte queste pene, gestiamole noi (che abbiamo gli strumenti per farlo). Si tratta di cani, lasciamo che vivano come tali: ci ringrazieranno per questo, e il rapporto bipede-quadrupede ne gioverà senz’altro.