Raccogliere la cacca del cane: perché farlo sempre
Raccogliere la cacca del cane è questione di igiene, rispetto del prossimo e della legge (pena: multa salata). Ecco i dettagli
Portare a passeggio Fido è un dovere nei suoi confronti, ma anche un piacere (il più delle volte) che rafforza il legame bipede-quadrupede. Raccogliere la cacca del cane poi è obbligatorio, non dimentichiamolo: rispettiamo l’ambiente, il nostro peloso, il prossimo e la legge.
Purtroppo lasciare i bisogni solidi sul marciapiedi è ancora una pratica parecchio diffusa, nonostante le norme obblighino a portare con sé i sacchettini per la rimozione, e a usarli soprattutto.
Questione di igiene
Raccogliere la cacca del cane è molto importante per motivi di pulizia e igiene. Gli escrementi ‘abbandonati’ per strada possono decomporsi e diventare ricettacolo di batteri e parassiti. Pericolosi per il nostro amico a quattro zampe, i suoi simili e per noi esseri umani.
Quello che calpestiamo poi lo portiamo inevitabilmente a casa, nel luogo che preserviamo e che crediamo al riparo da ogni pericolo. Se non vogliamo farlo per una questione di rispetto verso gli altri, pensiamo che stiamo facendo in primis un favore a noi stessi e al nostro Fido.
Quello che dice la legge
Quasi nulla, a livello nazionale. Ciò fa sì che le disposizioni in materia siano regionali o comunali. In pratica, la maggior parte dei Comuni ha emanato delle ordinanze che prevedono multe con un importo che varia. Non raccogliere la cacca del cane quindi non viene punito allo stesso modo su tutto il territorio italiano.
La somma da pagare in caso di multa va da un minimo di 50 euro (a Pescara), passa per i 100 euro di Sassari e arriva a un massimo di 154,94 a Ischia. A Bari, qualche settimana fa, ha suscitato scalpore la proposta di alzare la sanzione a 300 euro.
Quando la realtà supera la legislazione
Come se non bastasse il fatto che non ci sia una normativa chiara ed esaustiva, quando si tratta di raccogliere la cacca del cane, la realtà dei fatti è ancora più avvilente. Le sanzioni effettivamente comminate infatti sono pochissime, nonostante ci sia una legge da fare rispettare.
I controlli sono sporadici, i proprietari incivili ne sono consapevoli e si fanno forza di questo stato di cose. È sufficiente guardarsi attorno e, se non c’è nessuno di sospetto, si possono lasciare i bisogni solidi lì, dove il nostro ignaro amico a quattro zampe ha deciso di farli.
Una sanzione che non viene applicata, però, è come se non esistesse. Prendiamo in prestito la cosiddetta “certezza della pena”, tanto conosciuta in ambito penale, e rendiamoci conto che non c’è nemmeno per le cose, chiamiamole così (un po’ impropriamente), meno importanti. E non ci si rende conto che, così facendo, viene a mancare il deterrente; purtroppo indispensabile perché l’essere umano si comporti come si deve.
E gli spazi verdi?
Torniamo a parlare della mancanza di amministrazione del bene comune. Così come la spazzatura in giro per la città è responsabilità, sì, del cittadino, ma anche dell’ente preposto alla raccolta dei rifiuti, privato o pubblico che sia; anche la presenza di feci sui marciapiedi è colpa dei proprietari incivili dei cani, ma anche della mancanza di luoghi pensati ad hoc per far svagare i nostri amici a quattro zampe.
Ci sono poche aree verdi dove far muovere e divertire Fido in libertà, magari insieme ai suoi simili. Bisognerebbe allora:
- Prevedere delle zone sufficientemente spaziose e delimitate da recinzioni adeguate;
- Installare dei cestini per raccogliere la cacca del cane a ogni angolo di strada, con un piccolo distributore di sacchettini igienici.
- Fare una campagna di sensibilizzazione sull’argomento.
Ci sarà sempre, purtroppo, la persona incivile, ma il cambiamento passa anche da qui. Col tempo riusciremo magari a cambiare le cose, e raggiungere una convivenza serena.