Poliziotti minacciano di uccidere il cane se il proprietario non confessa
Sono stati denunciati e condannati i poliziotti che hanno minacciato di uccidere il cane dell'uomo che stavano interrogando, per spingerlo a confessare
Una condotta non consona alla divisa che portano e al ruolo che hanno nello società. In tanti si sono indignati nel caso dei poliziotti che minacciano di uccidere il cane perché il suo proprietario non vuole confessare quello che avrebbe fatto secondo loro. Per fortuna sono stati identificati, giudicati e condannati per quello che hanno fatto.
Il 7 agosto del 2018 a Fontana, una città che si trova a est di Los Angeles, in California, il signor Perez Junior è uscito di casa con il cane. Doveva ritirare la posta. L’uomo non ha mai più fatto ritorno, mentre il cane si è presentato dal figlio, che ha chiamato la polizia per denunciare la scomparsa del padre. Invece di ricevere aiuto, gli agenti lo hanno portato in commissariato per un interrogatorio. L’agente Joanna Piña ha risposto alla chiamata, definendo sospettoso il comportamento del figlio, che sembrava distratto e indifferente di fronte alla scomparsa del padre.
Insieme al caporale Sheila Foley sono andate a perquisire la casa, trovando macchie di sangue visibili, mentre un cane poliziotto ha annusato la presenza di un cadavere. Secondo l’avvocato della famiglia non c’era sangue in casa. Il figlio ha subito un interrogatorio lungo 17 ore, con gli agenti che lo accusavano di aver ucciso il padre. Lo hanno “privato del sonno, con problemi mentali e, significativamente, presentava sintomi di astinenza dai suoi farmaci psichiatrici”, come stabilito dal giudice. Gli agenti sono arrivati a compiere anche un gesto terribile. I poliziotti hanno minacciato di uccidere il cane, fatto entrare nella stanza dell’interrogatorio.
L’uomo era disperato, anche perché poi gli agenti gli hanno mentito dicendo che avevano trovato il corpo del padre. Lui ha confessato, anche se non era vero, perché non ne poteva più. Ha anche tentato di togliersi la vita. Quella sera gli investigatori hanno scoperto che il padre era vivo: era andato a trovare un amico. Ma nessuno ha informato Perez Junior: lo hanno tenuto isolato per tre giorni, convinto che il padre e il cane fossero morti. L’uomo ha ricevuto un risarcimento e i poliziotti sono stati condannati.