“Pit Bull cani selezionati per combattere”: le parole del presidente dell’Associazione degli Educatori Cinofili
Daniela Borgo, presidente nazionale Apnec (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili), spiega che i proprietari di Pitbull devono prevenire i possibili attacchi
In questi giorni si è tornato a parlare di cani “pericolosi” e di razze da tenere attenzionate, proprio per il carattere e l’indole. In particolare si parla dei Pit Bull, dei “cani selezionati per combattere“, come sottolineato da Daniela Borgo, presidente nazionale Apnec (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili). Secondo l’esperta i proprietari di queste razze dovrebbero essere formati per prevenire gli eventuali attacchi e intervenire in modo corretto.
Purtroppo il decesso del piccolo Francesco Pio, il bimbo aggredito a Eboli da due cani Pit Bull, ha riaperto il dibattito sulle razze di cani considerate più impegnative. Daniela Borgo sostiene che non è facile esprimere un parere in questa vicenda che ha ancora degli aspetti da chiarire. Quello che è certo per l’educatrice cinofila è che questo tipo di cani devono essere gestiti in modo corretto, proprio per evitare che situazioni di questo tipo si verifichino. I Pit Bull sono considerati da tutti pericolosi, sottolinea la donna, per la potenza del morso, ma anche perché nel corso del tempo “è stato selezionato dall’uomo per essere un animale da combattimento e che non recepisce i segnali inibenti come succede per altre razze“.
Non è pericoloso per l’uomo, perché di solito si avventa verso altri cani. Ma ci sono delle cause che potrebbero scatenare la sua eccitazione, rispondendo “con un morso da cui è difficile liberarsi. Rispetto ad altri cani, è più lesivo che pericoloso“. I proprietari devono sapere cosa fare se il cane mostra aggressività: “non bisogna guardarlo negli occhi e girarsi mantenendo la calma. La condotta che può prevenire l’attacco è più efficace rispetto a ciò che si può fare dopo“. Bisogna tenere in considerazione, poi, che è fondamentale stabilire una relazione in cui il cane. Ci deve vedere come punto di riferimento principale, così da avere maggiori possibilità di essere ascoltati.
Infine, Daniela Borgo dà suggerimenti nel caso in una famiglia con un Pit Bull venga accolto un bambino. Bisogna sempre abituare il cane al nuovo arrivato, fargli sentire l’odore della copertina, presentare il piccolo in modo graduale. Inoltre, è bene continuare a dare all’animale le stesse attenzioni di prima. “Lui fa parte di un equilibrio familiare che va a modificarsi e, con lui, bisogna andare a ricostituirlo“.