Permessi al lavoro per il cane malato: le difficoltà del proprietario di un cane anziano
Per chi ha a casa un cane anziano e malato è difficile prendersene cura: mancano i permessi dal lavoro
I proprietari di pets non hanno vita facile, perché non vengono riconosciuti loro dei benefit per prendersi cura dei loro amici a quattro zampe. Non si hanno, ad esempio, permessi al lavoro per il cane malato e anziano, che avrebbe bisogno di attenzioni e della presenza a casa di una persona che possa accudirlo. Queste e altre sono le difficoltà raccontate dal proprietario di un cane anziano.
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Avere un cane anziano o malato a casa significa dover rivedere la propria routine in funzione delle sue necessità. Adattarsi però non è sempre facile, soprattutto nel lavoro. Alcune persone più fortunate riescono a fare combaciare esigenze lavorative e familiari, ma non tutti hanno questa possibilità. Lo sa bene Patrizio Onori, attivista di Asti, che insieme al suo compagno 9 anni fa ha adottato la cagnolina Nana, che oggi ha 16 anni e tante patologie dovute all’età. “Nana ha gravi problemi di demenza senile, dolori alla colonna vertebrale e alle anche. Ha ormai difficoltà ad alimentarsi e assume circa una decina di pastiglie al giorno, compresi oppiacei per il dolore cronico. I costi del veterinario sono altissimi e ci sono pesanti ricadute sull’organizzazione della vita. Se al lavoro chiedi dei permessi per seguire la cagnolina ti guardano come se fossi un extraterrestre“, denuncia Patrizio.
Se per Patrizio la gestione del lavoro è più semplice, lo stesso non può dirsi per il suo compagno: “Aveva chiesto esplicitamente il permesso di non essere trasferito ma questa richiesta non è stata affatto presa in considerazione. Adesso lui lavora in un’altra città e questo lo porta a stare via tutto il giorno e a non potersi occupare di Nana come faceva prima“. Nana ha una serie di problematiche decisamente invalidanti. Sia le cure che la gestione quotidiana richiedono quindi tempo e attenzione: “È veramente molto, molto pesante“, conferma Patrizio.
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A questo si aggiunge la consapevolezza di stare vicino a un essere che soffre: “Vedere la propria cagnolina soffrire ti fa sentire impotente“. Patrizio è a tutti gli effetti il caregiver della sua cagnolina e come lui migliaia di altre persone in Italia dove ci sono 8,8 milioni di cani nelle case delle famiglie. Persone che non hanno permessi al lavoro per prendersi cura del cane malato o altri riconoscimenti nella società, né di tipo emotivo né pratico.