Conoscete Peritas? Ecco la storia del cane di Alessandro Magno
Peritas fu l'amatissimo mastino di Alessandro Magno, valoroso condottiero che salvò il padrone in battaglia uccidendo un elefante
Di cani famosi nella storia ce ne sono tantissimi, ma forse non tutti conoscono la storia di Peritas, il valoroso cane di Alessandro Magno.
In effetti non sono molte le fonti che raccontano la storia del fedele compagno dell’imperatore.
Le più famose che possiamo citare sono due scritti di Plinio il Vecchio (“Storia Naturale”) e Plutarco (“Biografia di Alessandro Magno”), gli unici a raccontare la storia di Peritas secondo la quale salvò la vita al suo celebre padrone.
Origini di Peritas
Secondo le cronache dell’epoca, Peritas era un cane probabilmente di razza molossoide che fu donato ad Alessandro Magno dallo zio Alessandro I d’Epiro.
Il nome Peritas deriva dal greco antico Περίτας che letteralmente significa “gennaio”, nome che forse l’imperatore non scelse a caso ma in base al periodo in cui gli fu donato.
La razza di Peritas
È molto difficile stabilire con le poche fonti a disposizione quale fosse esattamente la razza dell’amato Peritas.
Quel che sappiamo è che con molta probabilità si trattava di un cane perciò molto tenace e coraggioso, dalla corporatura possente ma snella e adatta alla corsa.
Ipotesi plausibile se si pensa che Alessandro Magno lo portava sempre con sé, anche durante le battaglie, quindi doveva essere di certo un cane che riuscisse a stargli dietro.
In diverse rappresentazioni, siano esse statue o rilievi, in effetti Alessandro Magno viene raffigurato spesso a cavallo del suo Bucefalo e accompagnato da un cane da caccia.
In alcune di queste in effetti il cane raffigurato al suo fianco più che un mastino ricorderebbe un cane simile al levriero.
Storia e leggenda
Su una cosa le fonti che raccontano di Peritas si trovano assolutamente d’accordo: fu il cane più amato da Alessandro Magno, un fedele compagno di vita con il quale condivideva addirittura il letto.
Un cane talmente tanto fedele al suo padrone che la leggenda narra che Peritas morì nel 331 a.C. nel corso di una terribile battaglia e nel modo più coraggioso possibile.
Secondo le cronache del tempo – nella battaglia tra una fazione guidata da Alessandro Magno e i Persiani guidati da Dario III – Peritas si scagliò contro un enorme elefante per salvare il suo padrone dalla morte.
Con incredibile coraggio e intelligenza il cane si fiondò addosso al pachiderma, addentandone le labbra, il punto più sensibile dell’animale.
Secondo altre fonti, invece, Peritas morì tra le braccia di Alessandro Magno dopo esser stato colpito al suo posto da un’arma affilata.
Come sia morto, in realtà, poco importa se si pensa che alla base di questo sacrificio c’erano il profondo amore e rispetto nei confronti del suo “re”.
Un cane che entra di diritto nella leggenda perché salvando la vita di Alessandro Magno gli consentì di perseguire le sue innumerevoli conquiste che lo hanno portato a essere uno dei condottieri più celebri e potenti della storia dell’umanità.
Onore a Peritas
Come per l’amato cavallo Bucefalo, le cronache dell’epoca narrano che Alessandro Magno recuperò il corpo del suo amato cane per rendergli onore come un vero condottiero caduto in battaglia.
Non molto distante dal luogo della battaglia l’imperatore fondò addirittura una città in onore del suo Peritas, in una zona oggi corrispondente alla città di Jehlum, nell’odierno Pakistan.