Papa Francesco: “Tutti hanno un cane e un gatto, ma non si fanno figli”. Per il Papa è un problema grave
Il pontefice si lamenta del fatto che in tutte le case ci sono cani e gatti, ma nessuno pensa mai a fare figli. Questo per lui il principale problema di denatalità
Papa Francesco torna a parlare delle famiglie con un cane e un gatto in casa. Il riferimento è alla denatalità, un fenomeno che riguarda particolarmente il nostro Paese, ma non solo. Secondo il pontefice tutti hanno un animale domestico in casa, ma non si fanno più figli. Si accolgono dei pets, ma non si accoglie la vita umana. Per il capo della Chiesa Cattolica è un problema decisamente grave.
“Le nostre case sono tristi e vuote, perché mancano i figli. Si preferiscono cani e gatti, quelli non mancano mai. Questi Paesi ricchi non fanno figli: tutti hanno un cagnolino, un gatto, tutti, ma non fanno figli. La denatalità è un problema, e la migrazione viene ad aiutare la crisi che provoca la denatalità”. Queste le parole di Papa Francesco che hanno sconvolto molte persone. Le ha dette in occasione di un’udienza con i Partecipanti alla consultazione “La cura è lavoro, il lavoro è cura” del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il pontefice ha lanciato l’allarme denatalità e ha deciso di tirare in ballo proprio l’abitudine di avere in casa pets.
Non è la prima volta che Papa Francesco parla dei cani e dei gatti che sono presenti nelle nostre case, in particolare riferimento con la scelta delle famiglie italiane e non italiane di non avere figli. Il problema, in realtà, è più complesso e scegliere di adottare un animale domestico non è un deterrente in tal senso. Per questo motivo molte persone, anche fedeli, hanno ascoltato con diffidenza queste parole del pontefice. Anche le associazioni animaliste hanno storto il naso di fronte a queste correlazioni di Papa Bergoglio.
Il pontefice, poi, aggiunge: “Questo è un problema molto grave. Tuttavia, molti migranti e lavoratori vulnerabili non sono ancora pienamente integrati nella pienezza dei diritti, sono cittadini ‘di seconda’, restando esclusi dall’accesso ai servizi sanitari, alle cure, all’assistenza, ai piani di protezione finanziaria e ai servizi psicosociali“.