Non fare le feste al cane quando ritorna, ecco perché
La socializzazione è tra gli elementi fondamentali del rapporto bipede-quadrupede. Non fare le feste al cane quando ritorna è l'abc per educarlo al meglio
La salute psicofisica della nostra piccola palla di pelo passa pure da addestramento e socializzazione, una fase della sua vita che inizia sin da cucciolo e grazie alla quale capisce come interagire con il mondo circostante nel rispetto di tutti, quattro zampe e due piedi.
Adottare un animale domestico muta le prospettive e le abitudini, sia le nostre che le sue. Un esempio di amore incondizionato e di fedeltà assoluta che ci farà vedere ogni cosa sotto una luce diversa.
Questo, però, implica anche che una scelta del genere debba essere fatta con cognizione di causa. Avere un pet in giro per casa non implica soltanto carezze, coccole e giochi; ma anche educazione e regole. Non fare le feste al cane quando ritorna, aiuterà a dargli del metodo nelle relazioni con il prossimo, di qualsiasi specie sia.
L’addestramento è fondamentale
Non fare le feste al cane quando ritorna, per quanto possa essere un modo di fare spontaneo e difficile da trattenere, è importante nella fase di addestramento ed educazione. Soprattutto se siamo per la prima volta alle prese con una tenera e piccola palla di pelo, è bene lasciarsi consigliare da professionisti esperti del settore. A tal proposito può tornare utile sapere come si diventa allevatori Enci.
Oramai abbiamo a disposizione corsi di addestramento per cuccioli che rispondono a ogni tipo di esigenza. In primis è fondamentale che la casa sia progettata anche tenendo conto che a viverci ci saranno sia bipedi che quadrupedi. È consigliabile abituare il cane al kennel, affinché non lo veda soltanto come il mezzo con cui lo accompagniamo dal veterinario, ma anche come un rifugio dove sentirsi al sicuro e protetto.
Che il nostro adorato Fido non veda l’ora di vederci al rientro dalla passeggiata al parco sotto casa è assolutamente nella norma. Ci salta addosso desideroso di ricevere coccole e attenzioni. Una scena alla quale tutti abbiamo almeno una volta nella vita assistito, dal vivo o sul piccolo e grande schermo.
Accoglierlo e assecondarlo è quello che verrebbe più naturale, ma gli etologi più rinomati non fanno altro che dire, da un po’ di tempo a questa parte, che è sbagliato e che contribuisce a non dare delle regole all’animale. Delle linee guida che siano sempre valide, a prescindere dagli entusiasmi del momento, e che non contribuiscano a confonderlo. Molte ricerche, contrariamente a quanto abbiamo pensato fino a qualche tempo fa, evidenziano come questa tipologia di atteggiamento non faccia bene all’equilibrio psicologico e fisico di Fido.
Cosa fare perché il cane stia bene
Comprendere il linguaggio del cane e tutte le sue sfaccettature ci dà la possibilità di rilevare dettagli che, altrimenti, passerebbero inosservati. Se il nostro amico a quattro zampe si agita, infatti, non è detto che sia per allegria e felicità. Anche il nervosismo del cane può manifestarsi in questa maniera in determinati contesti.
Decenni di convivenza a stretto contatto con Bau ci hanno permesso di conoscerlo certamente molto di più rispetto al passato. Ormai non è visto solo come un mero strumento, un aiuto in determinate circostanze, ma un membro della famiglia a tutti gli effetti. Tutto questo ci spinge ad averne maggiore cura e di conoscere le sue esigenze nei minimi particolari.
Se si lamenta oppure si agita in maniera compulsiva, per esempio, potrebbe voler dire che sta male e che non si sente protetto, a suo agio. Succede, per esempio, al cane traumatizzato, che ha subito lo shock dell’abbandono. Questa esperienza non la supererà mai completamente e non sarà mai in grado di capirne le motivazioni. Sarà nostro compito, che siamo la sua nuova famiglia, a fargli capire con pazienza che non tutti gli esseri umani sono come quelli che ha incontrato in precedenza e che lo hanno maltrattato.
Fido non riesce a vivere serenamente la solitudine. Per questo si arriva a parlare di ansia da separazione nei cani. Succede quindi che quando si trova di fronte al proprio compagno di avventure bipede dimostri una felicità incontrollata, mista al timore però di non rivedere mai più colui che è alla stessa stregua di un genitore.
Come comportarsi con il cane
Non fare le feste al cane quando ritorna vuol dire non alimentare questo stato di cose che, sicuramente, non è salutare. Assecondandolo, infatti, non facciamo altro che dargli manforte, dirgli che la sua paura è giustificata. Uno stato d’animo, questo, tutt’altro che salutare.
Il nostro amico a quattro zampe, invece, deve comprendere che non ha motivo di preoccuparsi, che le brutte esperienze del passato non si ripresenteranno e che di noi può fidarsi ciecamente. In quest’ottica, può aiutare sapere come parlare al cane per farlo sentire protetto e al sicuro.
Se vogliamo prendere un cane, e soprattutto se decidiamo di adottare un cane traumatizzato, chiediamo consigli al veterinario. La sua competenza è indispensabile per capire come ci si può interfacciare con il cane perché si senta tranquillo nel più breve tempo possibile. Oltretutto, lo specialista di fiducia, che conosce anche eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza, può dirci anche se ci sono altri motivi che portano Bau a comportarsi in questo modo e se è il caso di intervenire.
E farlo stare sereno
Non fare le feste al cane quando ritorna è il comportamento più idoneo che possiamo adottare dopo molte ore o giorni di distacco. Questo vale in special modo nel primo periodo di assestamento, quando il pet si deve abituare alla nuova casa e ai nuovi coinquilini.
L’atteggiamento migliore è farlo tornare tranquillamente a casa, aspettare che Bau si calmi da solo e, solo in un secondo momento, dedicarsi a lui e alle sue richieste. In questa maniera, dunque, comprenderà che il fatto di rincasare non è un evento eccezionale ma la normalità e che risuccederà a ogni occasione.
Infine, per quanto la solitudine non lo faccia star bene, infatti, Fido può abituarsi a stare lontano da chi considera il capobranco, a patto che non succeda troppo spesso e per troppe ore. Se non abbiamo abbastanza tempo da dedicargli, non adottiamolo. Starebbe male lui e staremmo male noi. Non possiamo pensare che sia soltanto questione di coccole e divertimento, un peluche da poter lasciare in un angolo quando ci stanchiamo. È un impegno per la vita, un essere vivente che dipende in tutto e per tutto da noi e al quale dobbiamo pensare costantemente.