Nanismo nei cani: deformità ossee e tutto ciò che c’è da sapere
Il DNA canino, ma anche quello umano, è molto complesso. Ogni mutazione genetica porta delle conseguenze, vediamo quelle del nanismo nei cani
Quando si parla di nanismo nei cani il protagonista diventa il gene del recettore dell’ormone della crescita. Un suo deficit può causare deformità a livello osseo e diverse patologie correlate.
Si tratta di una malattia che si eredita sia dalla madre che dal padre. Mentre l’allevamento selettivo è considerato normale in molte razze, altre forme sono patologiche. Facciamo un po’ di ordine.
Il nanismo ipofisario
Il nanismo nei cani può essere ipofisario, altrimenti conosciuto come giovanile. La conseguenza subito visibile è l’aspetto da cuccioli anche in esemplari di età adulta.
Le razze maggiormente colpite sono il pastore tedesco e il cane da orso della Carelia e – più raramente – il weimaraner, il labrador retriever, lo spitz e il pinscher in miniatura.
Le cause possono essere ereditarie, come già accennato, o dipendere da uno sviluppo anomalo della ghiandola pituitaria. Attenzione anche a eventuali cisti, neoformazioni o tumori. A proposito di cancro, può essere importante approfondire la chemioterapia nel cane.
I sintomi
Non è facile individuare i segnali di nanismo nei cani perché alla nascita non sono riscontrabili: i primi segnali si notano dopo tre o quattro mesi circa. Ricorriamo al parere del veterinario se notiamo:
- Gambe corte (di solito attorno ai cinque/sei mesi);
- Ritardo nella caduta dei denti da latte;
- Mantello lanoso e morbido (da cucciolo) o alopecia che si presenta poco alla volta;
- Anomalie cutanee (iperpigmentazione, rughe, desquamazione e assottigliamento);
- Atrofia testicolare nei maschi, assenza di cicli di calore nelle femmine e sterilità in entrambi i sessi;
- Aggressività, paura del morso e altri comportamenti anomali;
- Malattie cardiache nei cani;
- Megesofago (la malattia da rigurgito alimentare), con possibile polmonite come conseguenza;
- Durata della vita ridotta (in genere non si superano i cinque anni di età).
I campanelli d’allarme sono tanti, basta saperli riconoscere e portare dallo specialista il nostro amico a quattro zampe per l’eventuale diagnosi.
La diagnosi
Un’ipotesi di nanismo nei cani porterà il veterinario a eseguire una serie di test per escludere qualsiasi altro disturbo, malattia o condizione secondaria. Un’analisi delle urine, profili biochimici ed esami ematologici, che misurano l’ormone della crescita nel sangue, confermeranno o meno la diagnosi.
Sono comuni anche disfunzioni tiroidee e alla ghiandola surrenale, quindi verranno controllati i valori ormonali per escludere altri problemi endocrini.
Il trattamento
Il nanismo nei cani è ereditario, quindi il primo trattamento è la prevenzione. La cura vera e propria invece prevede delle somministrazioni dell’ormone della crescita (tramite iniezioni) più volte alla settimana per mesi.
Nel caso di malfunzionamento tiroideo è prevista una terapia ormonale; se invece la malattia dipende da una disfunzione della ghiandola surrenale verrà consigliata una cura a base di cortisone.
L’allevamento selettivo
Il nanismo nei cani può essere conseguenza di una selezione da parte degli allevatori. In questo caso si parla di osteocondrodisplasia e le conseguenze principali sono a livello scheletrico: da crani deformi e passaggi nasali anormali a problemi riproduttivi e displasia dell’anca nel cane.
Possono causare dolore e disagio in tenera età e una morte prematura. Interventi chirurgici, antidolorifici e terapie ormonali sono la soluzione in caso di complicazioni che vadano al di là delle caratteristiche estetiche.
In casi del genere possono insorgere malattie correlate come artrite, artrosi, displasia retinica e algie alla colonna vertebrale. In esemplari di corgi o bassotti il nanismo è considerato normale, le anormalità si riscontrano invece in razze quali:
- Alaskan Malamute;
- Beagle;
- Boston Terrier;
- Bulldog;
- Carlino;
- Cocker spaniel;
- Grande cane dei Pirenei;
- Levrieri norvegese e scozzese;
- Labrador;
- Pastore tedesco;
- Pechinese;
- Puntatore inglese;
- Shih-Tzu;
- Spaniel giapponese;
- Samoiedo;
- Terrier scozzese.
Quindi, se si sceglie un amico a quattro zampe appartenente a una di queste razze, bisogna essere consapevoli delle possibili conseguenze.
I sintomi del nanismo scheletrico
I sintomi, a livello osseo, del nanismo nei cani sono i più visibili. Sono caratteristiche che probabilmente già ci si aspetta, vista la propensione verso delle razze allevate ad hoc. Le caratteristiche più comuni sono:
- Gambe corte, a volte tozze (quelle anteriori possono essere piegate);
- Testa grande rispetto al corpo;
- Corpo lungo;
- Occhi e lingua sporgenti;
- Mascella più corta e naso piccolo (che possono causare problemi respiratori e affanno);
- Zampe più larghe verso l’esterno;
- Crescita lenta;
- Deficit visivo;
- Infiammazioni alle articolazioni;
- Colonna vertebrale curva.
Se il nostro Fido è affetto da questa malattia, per questioni ereditarie o per scelta dell’allevatore, ha bisogno di maggiori cure e attenzioni. D’altra parte qual è il quadrupede che non ha bisogno dell’amore del suo amico bipede?