Morsi da acari del raccolto nel cane: ecco cosa bisogna sapere
Le gite fuori porta sono molto divertenti, ma anche insidiose. Uno dei pericoli è di dovere avere a che fare con i morsi da acari del raccolto nel cane
I morsi da acari del raccolto nel cane sono tipici degli esemplari che stanno molto all’aria aperta e in campagna. Attenzione alla pulizia di Fido, quindi, soprattutto se non fa una vita prettamente cittadina.
Questi piccoli parassiti sono rossi e difficili da individuare a occhio nudo; ma una volta che diventano fonte di prurito sono difficili da ignorare. Bisogna intervenire prima possibile per alleviare le sofferenze del nostro amico a quattro zampe.
Che cosa sono?
I morsi da acari del raccolto nel cane dipendono da alcuni parassiti dallo strano nome: trombicula mites. Sono anche conosciuti come insetti rossi, acari del prurito e della macchia. Generalmente si trovano nei boschi e nelle aree con l’erba alta, in particolare nella parte sud-orientale degli Stati Uniti.
Quando sono delle larve si nutrono di una specifica varietà di animali, uccelli e rettili. I loro attacchi, purtroppo, causano un intenso prurito, che può essere davvero fastidioso per i nostri amici a quattro zampe. Un’altro fattore da non sottovalutare è che tendono a vivere in gruppo, se così si può dire: di conseguenza l’ospite ignaro è probabilmente esposto all’attacco di più parassiti contemporaneamente, non di uno solo.
Nutrimento a fasi
Inoltre, non è vero che si nascondono sotto pelle e si nutrono del sangue. In realtà, attaccano le cellule cutanee ma senza andare in profondità. Quando si attaccano all’ospite, le secrezioni salivari si induriscono per formare un tubo che servirà come ‘aspiratore’. L’alimentazione può durare diversi giorni.
Una volta terminato, si staccano e procedono con la fase successiva. Nel frattempo, però, il tubicino resta attaccato provocando il fastidio di cui parlavamo prima: un prurito intenso e persistente. Prediligono l’estate e l’autunno. Attenzione: grattarsi può provocare infezioni secondarie anche di una certa entità.
La cura
Il corpo di Fido, normalmente, è ben protetto da eventuali attacchi, il pelo lo protegge. Questi parassiti insidiosi, però, possono invadere facilmente la testa e le zone intorno alle orecchie e agli occhi. Prima si interviene, meglio è.
Il modo migliore per combatterli è la pulizia dell’area interessata con un panno umido o una salvietta consigliata dal veterinario. Anche un bagno caldo può essere d’aiuto. Nel caso di una grave infestazione, può prescrivere anche il prednisone per alleviare l’infiammazione della pelle da graffi.
Inoltre, i trattamenti sistemici per animali domestici contenenti acaricidi uccidono gli acari e le zecche, e possono aiutare a respingere i parassiti in generale. Fortunatamente, non saltano dai cani alle persone e non sono difficili da rimuovere.
Possiamo essere tentati di provare trattamenti naturali per alleviare il prurito del nostro amico a quattro zampe, ma i sali di Epsom, la farina d’avena e il tè verde nell’acqua del bagno possono essere efficaci come no: di buono c’è che non sono dannosi. Provare non costa nulla, nemmeno in termini economici (o quasi).
In ogni caso, qualsiasi sia la nostra opinione in merito, è sempre meglio chiedere un consiglio al veterinario di fiducia. Oltre ad avere una laurea – fattore primario, che non va di certo trascurato -, conosce pregressi clinici e caratteristiche di razza di ogni suo paziente. La sua visione di insieme è determinante nell’individuazione del trattamento più idoneo.