Malattia di Aujeszky nel cane: cos’è? Ci sono cure?
La Malattia di Aujeszky nel cane altro non è che la pseudorabbia. È molto insidiosa e non c'è un vero trattamento. Vediamo come riconoscerla e combatterla
Malattia di Aujeszky nel cane: cosa sarà mai?, verrebbe da chiedersi. Forse però sotto il nome di pseudorabbia ci sembra più familiare. La cosa da fare prima di tutto è quella di mettere un po’ di ordine.
Inutile girarci attorno: non esistono vere e proprie cure ed è una patologia altamente fatale. Fondamentale quindi sono la prevenzione e – una volta riconosciuti i sintomi – una diagnosi tempestiva, eventualmente.
Che cos’è?
Solitamente è una malattia che viene associata ai maiali, ma può essere contratta anche da altri soggetti attraverso l’ingestione di ratti infetti o di carne di suino contaminata.
La Malattia di Aujeszky nel cane è una patologia di origine virale che colpisce maggiormente gli esemplari che abitano nelle fattorie o in zone limitrofe. Conoscere i possibili sintomi è molto importante per arrivare a una diagnosi veloce e tempestiva.
È stata osservata per la prima volta nel 1813 negli allevamenti statunitensi, a descriverla per in letteratura nel 1902 è stato il veterinario ungherese Aladár Aujeszky: da qui il nome scientifico. Gli animali colpiti manifestavano un prurito estremo e andavano incontro alla morte, di conseguenza venne definita con il termine “mad-itch”, ossia prurito furioso. Il nome pseudorabbia, invece, venne utilizzato in Svizzera per nel 1849 perché i sintomi erano molto simili a quelli della rabbia.
I sintomi più comuni
Per poter individuare la Malattia di Aujeszky bisogna sapere cosa cercare, così da chiamare il veterinario alle prime avvisaglie. Attenzione a:
- Cambiamenti repentini nel comportamento;
- Difficoltà e rapidità di respirazione;
- Salivazione eccessiva;
- Febbre;
- Letargia;
- Vomito e diarrea nel cane;
- Depressione;
- Atassia e difficoltà nella deambulazione, con conseguente riluttanza al movimento;
- Convulsioni;
- Prurito;
- Autolesionismo;
- Coma e morte improvvisa.
Le conseguenze di un contagio, in casi come questo, sono davvero difficili da gestire. La patologia progredisce rapidamente e la morte generalmente sopraggiunge in due giorni.
L’importanza della diagnosi
I sintomi appena descritti e la vicinanza con maiali o ratti potenzialmente infetti sono compatibili con la diagnosi di Malattia di Aujeszjkys. I test di base prevedono un emocromo completo, un profilo biochimico e un esame delle urine.
Qualora questi non dovessero essere sufficienti a escludere o confermare un eventuale contagio, è il caso di passare a test seriologici, che misurino il livello di anticorpi e la risposta dell’organismo; a esami del tessuto cerebrale; e all’isolamento del virus.
Esiste una cura?
Per contrastare la malattia di Aujeszky, lo abbiamo già detto, non esiste un trattamento efficace noto.
Ci sono però rimedi di supporto e prevenzione dell’autolesionismo. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, lo sfortunato amico a quattro zampe va incontro alla morte.
Unica, vera arma è la prevenzione
Il trattamento è costituito principalmente dal vaccino, infatti in Italia è obbligatorio per i suini. A stabilirlo è stata l’Unione Europea con il DDS 3822/2014, riguardante il controllo e l’eradicazione della Malattia di Aujeszky. È stato varato un piano nazionale per i suini degli allevamenti da riproduzione.
L’unico modo per non dovere avere nulla a che fare con questo virus altamente letale è quello di prevenire il contagio. Questa patologia, molto raramente, può colpire anche l’uomo. Se si vive a contatto con maiali o animali infetti, Fido compreso, bisogna prendere delle precauzioni prima di entrarne in contatto.
La trasmissione da cane a cane è molto rara. La prevenzione della pseudorabbia è finalizzata all’eliminazione dei suini che hanno contratto il virus. Inoltre, è altamente raccomandato evitare l’ingestione di carne di maiale cruda (quindi potenzialemente contaminata).