Lo tenevano in condizioni pessime, denutrito e senza alcun tipo di cura: quando lo hanno preso questo cane non aveva speranze
Nella struttura dove passava il Fido era vittima di negligenza totale
Da anni e anni lo tenevano in rifugio, presso il canile cittadino. Purtroppo, chi lo gestiva aveva smesso di seguirlo con amore e compassione. Bastava osservarlo un istante per capire quanto fosse immane la sofferenza provata. Il carattere solare e giocoso, che deve aver certamente avuto in una vita passata, ormai aveva lasciato spazio solo a tristezza. Il cane non aveva speranze e pareva essersi rassegnato alle difficoltà incontrate lungo il cammino.
Tuttavia, come ti sa togliere, la vita ti sa anche sorprendere con degli sviluppi impensabili. Proprio mentre sembrava aver ormai toccato il fondo del barile, gli operatori di Howl of a Dog sono intervenuti. Messi al corrente della toccante vicenda, hanno pensato bene di prenderlo con sé e di condurlo presso la loro struttura. Mossi dalle migliori intenzioni verso gli animali randagi, si sarebbe occupati di lui giorno e notte.
Per riportarlo in buone condizioni di salute servirà pazienza e compassione. Come detto, il cane non aveva speranze, in apparenza. Ricoperto da pulci e zecche, da queste ultime aveva contratto una malattia, la anaplasmosi. Inoltre, soffriva di artrite, di zone glabre in certi punti delle zampine e di una frattura alla tibia, per cui non ha mai ricevuto i trattamenti necessari.
Insomma, i buoni samaritani lo hanno raccolto in condizioni critiche, dettate dal lungo periodo di totale negligenza affrontato. D’ora in avanti, la musica, però, cambierà. Innanzitutto, gli toseranno il pelo e, quindi, lo accompagneranno nel processo di risalita fino alla guarigione completa.
La speranza degli assistenti è di dargli una seconda chance, accolto da una famiglia con le credenziali adatte ad accoglierlo. Chiunque gli tenderà la mano sarà davvero fortunato perché, memore delle difficoltà implicite in un’esistenza da trovatello, lo splendido amico dal pelo nero sarà loro grato in eterno. Intanto, ha ricevuto un nome: dall’avere un semplice numero di matricola, manco fosse carne da macello, lo hanno chiamato Timmy. Forza, allora, Timmy: la felicità è a un passo!