Cucciolo di cane, cosa ci dice il suo linguaggio del corpo
Il linguaggio del corpo del cucciolo di cane è molto diverso dal nostro, ma affascinante. Se impariamo a interpretarlo, il rapporto con Fido migliorerà
Imparare a comunicare con il proprio amico a quattro zampe è prioritario se si vuole costruire un rapporto bipede-quadrupede profondo e duraturo, se l’obiettivo è quello di avere una convivenza equilibrata. Il linguaggio del corpo del cucciolo di cane è lo scoglio principale
Se non lo si dovesse superare, la mancanza di comprensione e fiducia reciproche possono portare a comportamenti aberranti e indesiderati. L’interazione non verbale è alla base di tutto, qualora fosse necessario chiediamo il supporto di un etologo esperto.
Uno sguardo d’insieme
Il linguaggio del corpo del cucciolo di cane comincia a svilupparsi dai primi momenti di vita fino ai tre mesi circa. Il primo approccio, ovviamente, a meno che non si tratti un amico a quattro zampe orfano, lo si ha con la madre e i fratellini che compongono la cucciolata. È un’esperienza che, nel bene e nel male, condiziona il resto dell’esistenza.
Subito dopo, inizia la fase più importante, quella della socializzazione, che si conclude ai tre mesi di vita. Una separazione prematura dalla mamma può avere delle conseguenze permanenti e notevoli. Paure e fobie e l’incapacità di interpretare correttamente il mondo circostante in primis. A tal proposito, per aiutare a sopravvivere il malcapitato, potrebbe tornare utile saperne di più sull’alimentazione a siringa.
Come comunicare con Fido
Per fare in modo che il processo comunicativo bipede-quadrupede sia positivo è bene adottare alcuni accorgimenti per evitare di destabilizzare immotivatamente il nostro amico a quattro zampe. Ecco alcuni semplici consigli:
- Usiamo un tono di voce basso per evitare che le nostre parole vengano scambiate per un rimprovero o un castigo. Inoltre non dimentichiamo mai che Fido ha un udito molto sensibile;
- Associamo alle parole i gesti per facilitare la comprensione;
- Ricorriamo al rinforzo positivo, in questo modo l’apprendimento sarà pià semplice;
- Stabiliamo un contatto visivo;
- Rispettiamo sempre la natura del nostro amico a quattro zampe;
- Niente urla e/o punizioni.
In questo modo faliciteremo il rapporto comunicativo con colui che abbiamo deciso di accogliere in casa, facendolo diventare parte integrante della famiglia. Più attenzione dedicheremo a questo aspetto meno problemi avremo in futuro. Il primo passo è conoscere i segnali di calma.
Quando Fido è calmo
Uno dei segnali inequivocabili che devono farci capire quanto il nostro migliore amico sia rilassato è lo sbadiglio. Dobbiamo preoccuparci se è accompagnato dalle orecchie mandate all’indietro. Lo stesso vale se gira la testa verso di noi o, semplicemente, ci guarda con la coda dell’occhio: ci sta comunicando un disagio, una difficoltà di comprensione.
Anche quando si lecca Fido è rilassato, tranne quando ha appena bevuto. Se la lingua tocca il muso significa che non vuole problemi. Questo gesto si verifica con l’abbassamento della testa da un lato. Vuole il proprio spazio. Lo stesso vale se lecca una persona con agitazione: è un sintomo di stress.
Se il nostro amico a quattro zampe, contestualmente a un tentativo di accarezzarlo, gira la testa vuol dire che preferisce essere lasciato in pace, rimanere in assoluta solitudine. In genere notiamo anche un leggero affanno e gli altri segnali appena descritti.
Altri possibili segnali
Cosa ci dice se fa la pipì, invece? Sta segnando il territorio, lanciando dei messaggi importanti a chi si aggira nella zona di sua competenza. I cani, infatti, si affidano molto all’olfatto per reperire informazioni utili e sanno che i loro simili fanno altrettanto. Ma i segnali di calma non sono ancora finiti, analizziamone altri:
- Sollevare una delle zampe anteriori o una di quelle posteriori;
- Rannicchiarsi;
- “Sorridere” (questo verbo, in relazione a Fido merita un capitolo a parte);
- Guardare a terra;
- Allontanarsi e/o dare le spalle;
- Distogliere lo sguardo;
- Rilassare o lasciare leggermente aperta la bocca;
- Tenere la coda in posizione di riposo o fra le gambe, oppure ancora muoverla lievemente.
Sono tutti comportamenti abbastanza chiari, ma che vanno sempre contestualizzati. Ci sono delle circostanze, infatti, che possono cambiare radicalmente tutte le carte in tavola. A tal proposito, vale la pena saperne di più sulle ragioni per cui il cane scodinzola.
Quando Fido ha paura
Il linguaggio del corpo del cucciolo di cane ci dice qualcosa anche nel caso in cui dovesse avere paura. Questi segnali sono importantissimi perché ci dicono come aiutare nel migliore dei modi il nostro amico a quattro zampe in difficoltà. Ma vediamo alcune situazioni tipiche.
Quando è timoroso Fido si lecca, butta le orecchie indietro e curva il tronco. Se è sulla difensiva, mostra i denti, irrigidisce le zampe e drizza il pelo. In questo caso, restare in allerta è d’obbligo: un cane che è spaventato può reagire in modo imprevedibile e spesso aggressivo. Una combinazione che potrebbe rivelarsi molto pericolosa. Attenzione anche a un incessante abbaiare, ai ringhi, ai gemiti e pianti.
Aggressività difensiva e offensiva
Il nostro fedele amico è sicuro di sé, lo abbiamo già accennato, quando è tranquillo, fermo. Si presenta con la coda rilassata, le orecchie e il corpo in generale in una posizione di normalità.
Diverso è quando si mette sulla difensiva ed è pronto ad attaccare perché crede di essere in pericolo. Può succedere in presenza di altri animali che non conosce o di oggetti che lo infastidiscono. Mostra il pelo dritto, il muso arricciato, fa vedere i denti e si mette con le zampe rigide (come già precedentemente accennato).
Stereotipie e affini
Le stereotipie nel cane non sono altro che movimenti che vengono ripetuti senza una ragione apparente e che vengono innescati in seguito a un input concreto e ben preciso. In genere vengono messe in atto quando si sente l’esigenza di alleviare lo stress, sono ripetitive e si prolungano nel tempo.
Se vengono sottovalutate e non si agisce in maniera tempestiva, la tendenza è quella della cronicizzazione (sempre più difficile da eliminare). Possono essere scatenate da una patologia, da un disagio comportamentale o da tutti e due. Un esempio al quale avremo sicuramente assistito una volta nella vita è quello del cane che si insegue la coda ossessivamente.