Linfoadenite del cane: sintomi, cause e cosa fare
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Patologia che può colpire qualsiasi razza di cane a qualsiasi età. Contattare il veterinario è necessario. Cosa è la linfoadenite del cane?
Il veterinario ha un ruolo fondamentale nella diagnosi e nel riconoscimento dei sintomi. Una volta identificata la causa, il trattamento verrà stabilito in base al caso.
Cosa è
La linfoadenite del cane è un’infezione dei linfonodi che può svilupparsi come complicazione di alcune infezioni batteriche, virali o micotiche.
I linfonodi sono la parte costituente del sistema linfatico. All’interno di questi linfonodi, sono presenti numerosi globuli bianchi, cellule del sistema immunitario che intervengono e sono necessari nella lotta contro le infezioni.
A volte i linfonodi possono infiammarsi e ingrossarsi. Queste infiammazioni e questi ingrossamenti derivano, quasi sempre, da un’infezione scatenata da batteri, virus o funghi. Raramente il problema risulta essere genetico.
Cause
Le cause che scatenano la linfoadenite del cane, sembrano avere origine diversa. Sono da sottolineare cause batteriche, cause fungine e contrazione da virus.
Per quanto riguarda la linfoadenite da batterio:
- La maggior parte delle specie patogene sono state occasionalmente segnalate;
- Gli agenti più probabili risultano essere Pasteurella e Bacteroides;
- Alcuni, come Yersinia pestise Francisella tularensis, è risaputo, colpiscono i linfonodi, causando linfoadenite;
- L‘ infezione da bartonella vinsonii può causare linfoadenite granulomatosa nei cani.
Per quanto, invece, concerne la forma fungina, due punti sono da sottolineare:
- Gli organismi scatenanti probabili includono Blastomyces, Cryptococcus, Histoplasma, Coccidiodes, Sporothrix;
- Altri agenti fungini sono stati occasionalmente segnalati
Sintomi
A meno che non vi sia dimestichezza in materia, non è facile riconoscere i sintomi. Il segnale principale dell’inizio di una linfoadenite è il linfonodo ingrossato.
Risulta difficile, però, per una persona che non sia informata, riuscire ad identificare e localizzare il gonfiore.
Il veterinario, infatti, identifica i gonfiori attraverso la palpazione, senza nessun esame particolare.
Casi di febbre e inappetenza sono stati notati in casi in cui il gonfiore dei linfonodi riguardava zone parecchio vicine ad organi sensibili.
Diagnosi
Il veterinario dovrà accertare che la massa palpabile o visibile sia in realtà un linfonodo. Potrebbe esserci il rischio che la massa sia qualcosa di più grave, un tumore.
Per essere certi di fare la diagnosi corretta, il veterinario ordinerà un emocromo completo e un’analisi delle urine per cercare prove di malattie batteriche e fungine.
Se i nodi gonfi sono nel torace e/o nell’addome, i test diagnostici includeranno dei raggi X e l’imaging ad ultrasuoni. Il veterinario effettuerà anche un’aspirazione con ago sottile dei linfonodi.
Il prelievo del campione del fluido del linfonodo e del tessuto che si trova all’interno dei nodi, permetterà di identificare l’esatta composizione del rigonfiamento.
Trattamento
Il veterinario pianificherà il trattamento in base alle prove raccolte. Non esistono delle cure generiche, dipendono tutte dai risultati delle analisi ottenute.
Anche la localizzazione del linfonodo ingrossato può influire sulla cura da prescrivere.
Il trattamento, infatti, verrà stabilito solo dopo tutti gli accertamenti del caso. Gli antibiotici possono essere prescritti;
tuttavia, la scelta dei farmaci si baserà, come detto, sui risultati.