Leggi sui cani al ristorante: cosa sapere
Fido può entrare nei locali pubblici? Ecco cosa dicono le leggi sui cani al ristorante. Così da essere certi quando organizziamo un'uscita con gli amici
Cosa si sa in materia di leggi sui cani al ristorante? Si tratta di un quesito che molti proprietari si fanno, senza però avere una risposta chiara e univoca. Per evitare però spiacevoli sorprese, soprattutto in vacanza, è bene fare un po’ di chiarezza.
È arrivata l’estate, e con essa più tempo libero e un desiderio maggiore di uscire fuori con gli amici e – perché no? – anche con quelli a quattro zampe; ecco allora tutto quello che c’è da sapere sui luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Un po’ di ordine
Facciamo qualche distinzione riguardo alle leggi sui cani al ristorante, ma prima vediamo cosa si intende per locale pubblico. Sono tutti quei luoghi di proprietà del demanio dello Stato, che sono accessibili al pubblico (ad esempio gli uffici e, in generale, le strutture pubbliche).
Sono aperti al pubblico i luoghi che, pur essendo di proprietà privata, sono accessibili al pubblico secondo le regole e le limitazioni stabilite dal proprietario o dal gestore.
Il regolamento
A livello nazionale, le leggi sui cani al ristorante fanno riferimento al Regolamento di Polizia veterinaria. Questo prevede che i nostri amici a quattro zampe possano essere portati nelle vie o negli altri luoghi aperti al pubblico solo se al guinzaglio o se hanno la museruola.
La contemporaneità di guinzaglio e museruola è prevista solo quando devono salire sui mezzi di trasporto pubblici oppure entrare nei locali pubblici. A tal proposito potrebbe tornare utile sapere qualcosa in più sulle leggi che regolano l’ingresso dei cani in spiaggia.
Parla il Ministero della Salute
Poco tempo fa, il Ministero della Salute ha approvato il Manuale della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), nel quale si legge che è consentito l’accesso ai cani nelle zone aperte al pubblico di bar e ristoranti, a patto che siano tenuti al guinzaglio e che abbiano la museruola.
Le leggi sui cani al ristorante si basano su regole di buon senso, ma non solo. Il nostro fedele amico – per quanto ai nostri occhi appaia pulito e profumato – non deve entrare a contatto con gli alimenti. Il divieto di introduzione di animali domestici all’interno dei locali dove si preparano, si manipolano, si trattano e si conservano i cibi resta invariato; e viene disclipinato dal Regolamento n. 852/2004/CE, che mira a impedire le contaminazioni degli alimenti che poi finiscono sulle nostre tavole (pubbliche o private che siano).
Vendita al dettaglio di alimenti
Sempre il Ministero della Salute ha specificato, con due note a posteriori (la n. 11359/2017 e la n. 23712/2017), che all’interno o all’esterno degli esercizi di vendita al dettaglio di alimenti, possono essere predisposti zone ad hoc per l’accoglienza degli animali per il tempo necessario all’acquisto: sono diventati famosi i carrelli con uno spazio dedicato al cane, separato da quello preposto alla raccolta della spesa.
Inoltre, è importante – nel caso in cui ci siano norme locali che permettono l’ingresso degli animali negli spazi di vendita – che l’esercente garantisca la non contaminazione degli alimenti attraverso il contatto diretto o indiretto con i pet. Sia che si tratti di cibi sfusi o confezionati, l’igiene e la sicurezza devono essere sempre al primo posto.
Le leggi sui cani al ristorante quindi non parlano di divieto assoluto, devono però essere rispettati specifici dettami che proteggano gli alimenti che poi dovremo mangiare noi esseri umani.
”Io qui non posso entrare”
Le leggi sui cani al ristorante prevedono che il gestore della struttura possa interdire l’accesso ai nostri amici a quattro zampe. Ha il diritto di stabilire infatti le regole di accesso a una proprietà privata, seppure aperta al pubblico.
È bene quindi informarsi sull’esistenza di specifici regolamenti locali in materia. I Comuni possono imporre che i gestori di esercizi commerciali, che vogliano vietare ai clienti l’accesso di animali domestici, richiedano e ottengano un’autorizzazione che di fatto permetta tale divieto.
In casi del genere si crea anche l’obbligo di esporre chiaramente all’ingresso, in posizione ben visibile, un cartello con specifico avviso che gli animali non sono ammessi: il famoso “io qui non posso entrare”. Questo diritto non può essere esercitato nei condomini: la legge ormai parla chiaro.