Lascia morire il suo cane malato per mancanza di denaro: nove mesi di carcere per una donna
Non ha soldi per pagare le cure e lascia morire il suo cane, in modo orribile. E così viene condannata
Una donna è stata condannata a nove mesi di reclusione per non essersi presa cura del suo cane malato e in fase terminale. È accaduto a Valencia, in Spagna. La donna ha portato la sua cagnolina, simile ad un setter- inglese, anziana, in visita dal veterinario. Vista la situazione in cui versava, non ha potuto fare altro che consigliarle l’eutanasia entro cinque giorni.
Non si è più presentata in clinica. Non ha acquistato il farmaco e non ha sostenuto neanche il costo della visita, a sua detta, a causa della mancanza di denaro.
La denuncia è arrivata dal Modepran, ente responsabile del rifugio e della protezione animali di Valencia. Insieme alla polizia locale, ha prelevato l’animale in pessimo stato, grazie alla segnalazione di un vicino.
Le condizioni dell’animale erano dovuto alla disattenzione della proprietaria e alla comparsa di un grosso tumore mammario ulcerato. Nello specifico, aveva una grossa ferita sanguinante, infiammata e necrotica sul lato destro dell’addome, che le provocava non poco dolore.
E’ stato trasferito in un ospedale veterinario. Le ferite avevano causato una grave infezione e il tumore mammario aveva dato origine a molteplici noduli e metastasi.
Ma per lei purtroppo non c’era ormai più nulla da fare.
La sentenza emessa indica che l’imputata era a conoscenza dello stato di salute dell’animale e della gravità della vicenda, e non ha fatto nulla per evitarne la sofferenza.
Il cane inoltre non era in possesso né del microchip né della documentazione veterinaria minima obbligatoria. Non aveva mai nemmeno eseguito una profilassi vaccinale e antiparassitaria.
Per tutti questi motivi, il giudice sancisce una pena detentiva di nove mesi e il pagamento di una sanzione. La cifra ammonta a 312 euro da pagare a Modepran per la raccolta, il ricovero e l’incenerimento dell’animale.
Fonti vicine alla donna hanno confermato in tribunale che effettivamente si trovava in un periodo di ristrettezza economica e difficoltà. Aveva da un po’ di mesi perso il lavoro e non aveva i soldi per le cure. Avrebbe però dovuto cercare altre soluzioni prima di lasciarla morire a casa, con atroci sofferenze, magari chiedendo aiuto proprio alle associazioni di zona.
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