La storia di Bobo e Lea, i cani puniti perché “abbaiavano troppo”
Oggi vi raccontiamo la tristissima storia di Bobo e Lea, due cani che hanno pagato a caro prezzo la cattiveria umana.
Sono sempre di più, ormai, le storie in cui i nostri amici a quattro zampe sono vittime della crudeltà dell’uomo. Quegli stessi animali che sono da sempre considerati i nostri migliori amici.
Eppure, di fronte a vicende come questa, facciamo fatica a pensare che noi umani ci si possa meritare il loro amore. Loro che sono sempre così fedeli con noi, che ci dimostrano ogni giorno l’amore che provano per noi.
Eppure, a volte, questi innocenti animali si trovano a dover fare i conti con la crudeltà umana. Come Bobo e Lea, due cani che hanno pagato con la vita l’odio di una persona umana.
A denunciare la vicenda sono i proprietari di Bobo e Lea, che ancora non si rassegnano a come sia potuta finire questa triste storia. Già, perché una fine del genere non la può meritare nessuno, men che mai un’anima innocente come un cane.
Siamo ad Albaredo, in provincia di Sondrio. Bobo e Lea sono due cani che vivono felici insieme alla loro famiglia, circondati da amore e tante coccole.
I soliti problemi con i vicini, quelli che molti di noi tendono a sottovalutare. In fin dei conti, chi possiede un cane lo sa davvero bene: i vicini di casa sanno essere davvero molto intolleranti nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.
E, nonostante la legge sui cani in condominio sia molto chiara, a volte ci troviamo di fronte a vicende che non la rispettano. Perché, come nel caso dei cani Bobo e Lea, il loro abbaiare troppo era un loro diritto.
Non è però stato dello stesso avviso qualcuno che, durante la notte, ha deciso di risolvere questo problema a modo suo. Bobo e Lea sono stati bruciati vivi, all’interno della loro cuccia.
La scena che i proprietari dei due cani si sono ritrovati davanti al mattino è stata davvero drammatica. La cuccia di legno completamente bruciata e dei loro amici a quattro zampe non restavano che le ceneri.
Una storia davvero triste che, ancora una volta, pone l’attenzione su un argomento troppo spesso sottovalutato. Come possiamo difendere questi animali dalla crudeltà umana?