Il Rottweiler che cura i piccoli pazienti dell’ospedale di Pisa: Dea è la loro terapia migliore
Si chiama Dea ed è un cane di razza Rottweiler che cura i piccoli pazienti che sono ricoverati presso l'ospedale di Pisa. Il cane li aiuta a superare le malattie, il distacco, la tristezza, le cure
Si chiama Dea ed è il Rottweiler che cura i piccoli pazienti dell’ospedale di Pisa. Il cane da pet therapy aiuta i bimbi ricoverati perché stanno male o sono in cura ad affrontare meglio la malattia e anche le terapie, consolandoli e facendo loro compagnia. Un fedele amico che si è rivelato essere un prezioso aiuto per rendere i trattamenti ancora più efficaci e non far patire troppo di solitudine i piccoli ricoverati.
Dea è un cane di 10 anni che lavora nel reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa. L’esemplare femmina di Rottweiler è amatissima dai bambini ricoverati.
Dea, insieme a Chiara Richichi, infermiera che è anche la sua proprietaria, fa parte di un interessante progetto di pet therapy che l’ospedale ha avviato insieme al centro cinofilo DobreDog. I coordinatori del gruppo Facebook Animali nel cuore hanno detto:
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“I risultati sono stati, e continuano ad essere, sorprendenti. Bimbi autistici che hanno aperto una porta sul mondo, passando attraverso gli occhi di un grande cane nero. Bimbi anoressici che hanno iniziato a mangiare, prima solo in presenza della loro amica, e poi hanno ripreso la vecchia e buona abitudine al piacere del cibo. Bimbi malati di cancro, disperati e terrorizzati in corsie di ospedale così diverse dalla loro cameretta, che hanno riacquistato sorriso e tranquillità. Solo accarezzando un cagnone grande e nero, ora pronti ad affrontare con grinta i disagi del futuro“.
Quando i bambini tornano a casa in ambulanza, il Rottweiler che cura i piccoli pazienti è con loro. E sarà lì a riaccompagnarli fino alla porta di casa. Dea ormai è parte integrante del reparto ed è una presenza che tutti amano, anche i dipendenti dell’ospedale toscano. Partecipa anche ai briefing di medici e infermieri prima di partire con il suo turno. “Prima di tutto saluta gli infermieri, poi andiamo dai medici per sentire chi può fare l’incontro e come improntarlo. Poi iniziamo camera per camera il nostro servizio”.