Il cane cieco si trascina, senza poter usare le zampe posteriori, per cercare aiuto. Ma a nessuno importa
Il cane cieco si muove esclusivamente con le zampe anteriori, tra l'indifferenza generale
Audrey era un cane cieco che viveva in un posto isolato, invisibile agli occhi delle persone che la incontravano. Ridottasi in tali condizioni per essere stata investita da un’auto, chi le è stata poi accanto racconta di un animo indomito: a dispetto dei problemi fisici di cui soffriva, l’istinto di sopravvivenza era forte tanto quanto nei suoi giorni migliori.
Il cane cieco era finito sotto le attente cure di una donna amante degli animali. Per stabilire in quali condizioni versasse la aveva portata da un veterinario e il quadro clinico era critico: oltre a non poter più vedere il mondo esterno, aveva subito un intervento di episiotomia e aveva la colonna vertebrale disallineata. Un ulteriore scompenso dipeso dal brutto incidente in cui era stata, purtroppo, coinvolta. Ma uno spiraglio di luce filtrava, in quanto con il giusto trattamento sarebbe riuscita a superare i deficit fisici.
Guardare di nuovo la natura circostante con i propri occhi non era impossibile per Audrey. Mentre aveva imparato a sviluppare altri sensi, era emerso che, sottoposta al giusto ciclo di cure, si sarebbe potuta affrontare e curare la disabilità. La cecità era, insomma, guaribile e ciò induceva a sperare, ovviamente, per il meglio. La donna aveva, pertanto, assunto la decisione di ascoltare il veterinario, affinché Audrey tornasse quella di una volta. Anche in merito alle capacità deambulatorie, vi erano delle speranze. Era necessario eseguirle un intervento, difficile sì ma alla portata di un bravo chirurgo.
Le sensazioni positive diedero i loro frutti. Grazie alle medicine assunte, Audrey non smetteva di mostrare progressi e fu così che il cane smise di essere cieco. La bellissima notizia riempì di gioia l’amica umana, che si commosse quando la cagnolina riuscì a vederla per la prima volta. Quello fu un episodio memorabile, custodito gelosamente nell’album dei ricordi.
Una volta concluso il trattamento, Audrey venne messa sotto i ferri, al fine di restituirle la mobilità. L’operazione alla spina dorsale filò liscia come l’olio e nelle settimane successive cominciò a usare le zampe posteriori. Pian piano prendeva confidenza e fu allora che la donna gli cercò una sistemazione. Non potendo tenerla con sé, si attivò per lasciarla in buone mani: scelse una coppia di New York, per un nuovo inizio…