I cani riconoscono il padrone?
Si dice che Fido sia il suo migliore amico. Ma i cani riconoscono il padrone, e da cosa? Ecco un altro meccanismo alla base di un legame indissolubile
Diversi studi hanno cercato di dare una risposta a una domanda che chiunque abbia un peloso in casa si sarà fatto ogni tanto: i cani riconoscono il padrone? È una risposta che contribuisce all’interpretazione del legame tra quadrupede e bipede, un legame che ormai risale a migliaia di anni addietro.
Sono fedeli e ci seguono ovunque, quasi fossero la nostra ombra. Indubbiamente ci riconoscono – e cercano la nostra vicinanza in tanti modi (alcuni anche buffi) – ma come ci riescono? Scopriamolo insieme.
I cani riconoscono il padrone dal volto
Non sono tanto gli odori a guidare il nostro amico a quattro zampe in questo caso, ma i lineamenti del viso. In questo modo i cani riconoscono il padrone. Una ricerca infatti dimostra che gli esemplari che vedono bene il volto del loro amico bipede seguono più attentamente eventuali ordini impartiti; viceversa sono meno coinvolti.
Questo fenomeno è riconducibile al comportamento dei lupi e all’identificazione dei membri del branco: anche in questo caso il riconoscimento avviene attraverso la conformazione del muso.
La ricerca universitaria
I cani riconoscono il padrone dai connotati del volto. A dimostrarlo è uno studio condotto dal laboratorio universitario di etologia canina Dog Up di Legnaro – diretto dal ricercatore, veterinario ed etologo, Paolo Mongillo, con la collaborazione della professoressa Lieta Marinelli – specializzato in test comportamentali, mirati a scoprire le abilità cognitive come la memoria nel cane, la percezione e l’apprendimento.
“Abbiamo messo un cane in una stanza vuota, al cui interno il suo padrone e un’altra persona sconosciuta hanno più volte attraversato l’ambiente – ha spiegato il dottor Mongillo – Hanno camminato in direzioni opposte passando diverse volte di fronte al cane, e così abbiamo misurato quanto tempo quest’ultimo ha guardato le singole persone”.
I due soggetti in questione hanno abbandonato la stanza da due uscite diverse. Il cane ha seguito sempre il proprio padrone, scegliendo la porta dalla quale era appena uscito.
La prova del nove
L’esperimento prevedeva una prova del nove. In un momento successivo, le due persone precedentemente coinvolte hanno interagito con il cane a viso coperto: in questo caso il quadrupede ha seguito sempre il proprio padrone, ma con qualche incertezza.
Ciò dimostra che non solo il cane riesce a vedere, ma anche a riconoscere il suo ‘capobranco’, quello per cui darebbe la vita. Un risultato abbastanza scontato che però adesso è supportato da prove scientifiche.
La ricerca è stata incentrata sulla percezione visiva. Il cane, come l’uomo, riconosce prima l’insieme – il generale – e poi i dettagli, il particolare.
Ecco quindi un nuovo tassello nel puzzle della relazione straordinaria tra cani ed esseri umani. Altri studi hanno dimostrato anche come i quadrupedi, grazie a 16 mila anni di convivenza con l’uomo, riescano a interpretare gli stati d’animo del loro amico bipede e cerchino in tutti i modi di consolarlo quando è triste o non sta bene.
È proprio questa spiccata capacità interpretativa dell’indole umana che fa sì che il cane eviti le persone negative, quelle potenzialmente pericolose per sé e per il proprio padrone.
I cani riescono anche a decodificare un determinato numero di parole tra cui il loro nome. Questo resta comunque un campo ancora inesplorato e con delle domande senza risposte, ma solo con delle ipotesi.