I cani anti-Covid sfruttano il loro fiuto per individuare i positivi: «Screening del futuro»
I cani anti-Covid ogni giorno si impegnano per sfruttare il loro fiuto per individuare i positivi: la storia di Otto e di altri cani che rappresentano lo "screening del futuro"
Il futuro dello screening per individuare le persone positive al Coronavirus? Noi non abbiamo dubbi: sicuramente i cani anti-Covid che, grazie al loro infallibile fiuto, riescono a individuare il virus.
Ancora una volta quindi non possiamo che applaudire l’encomiabile lavoro dei tanti amici a quattro zampe che si stanno addestrando a riconoscere questo virus che, da un anno a questa parte, ha cambiato le nostre vite.
Si tratta di un progetto pilota del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Statale. Questo progetto nasce con una collaborazione con lo Ieo, che va avanti dal 2006. Da 15 anni ci sono cani addestrati a riconoscere il tumore al polmone. Perché non provarci anche con il Coronavirus?
I cani possono riconoscere le infezioni polmonari e questi si sapeva già da tempo. Perché non possono fare lo stesso con il Covid? I risultati al momento sono incoraggianti e si pensa che i cani anti-Covid possano essere il futuro dello screening. Niente paura, si tratta ovviamente di amici di proprietà (niente cani da laboratorio) che, insieme ai loro proprietari, si divertono e si tengono attivi, ricevendo anche tantissimi premi.
Otto, il Bassotto che vedete nelle foto, è proprio uno di loro. Questo bellissimo amico a quattro zampe scodinzola, si diverte e mangia tanti premi.
Il suo addestramento segue delle regole ben precise. Otto si posiziona davanti a sei postazioni: 5 contengono campioni negativi, una un campione positivo al Covid. Otto le annusa e poi si siede davanti alla postazione “prescelta”, aspettando fiducioso.
Se ha indovinato, riceve uno snack. Per giungere a questi risultati, il simpatico amico a quattro zampe ha seguito un intenso addestramento. L’obiettivo del progetto è quello di giungere a un metodo di individuazione dei positivi sensibile al 90%. Un metodo veloce, pratico e economico. Insomma, sicuramente il futuro dello screening di questo virus, soprattutto in luoghi molto affollati.
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