Hanno incatenato il cucciolo a una vecchia roulotte e l’hanno lasciato senza cibo né acqua per un motivo assurdo
Questa storia non poteva far altro che scioccarci amici miei, oggi ve la racconterò
Le condizioni in cui versava questo piccolo pelosetto dolcissimo erano davvero gravissime. Nessuno si stava prendendo cura di lui e i giorni passano tristi e in sofferenza. Insomma, era proprio ora di intervenire altrimenti non so proprio cosa sarebbe successo ma, sicuramente, nulla di bello, ve lo posso assicurare. Questa storia vuole dimostrare quanto sia giusto e importante salvare chi più ne ha bisogno chiunque esso sia, da essere umano e da piccolo pelosetto. Chiunque ne ha bisogno merita una seconda possibilità e la gioia che sprigiona questo dolce cucciolo dopo il suo stesso salvataggio permette a noi di dimostrare quanto questo sia vero. Andiamo a leggere cosa gli è successo, come è sopravvissuto e perché, soprattutto, lo trattavano in questo modo terrificante.
Questo cucciolo era incatenato, letteralmente, con ferro pesate intorno al collo, ad una roulotte. La quale parcheggiata da così tanto tempo che l’edera era salita fin sul soffitto. Non si sa bene da quanto tempo era lì ma stava aspettando qualcuno che gli salvasse la vita e fortunatamente questo momento era arrivato.
Un uomo, che si chiama Tony Rowles, cofondatore di un’associazione che salva le creature randagie dalla strada, rispose subito ad una chiamata anonima. La quale lo informava di un cagnolino legato con una catena. Quando arrivò sul posto vide il pelosetto legato, che non poteva muoversi, coperto di escrementi e malnutrito. Non aveva le forze per muoversi e nessuno si capacitava di come qualcuno lo potesse tenere in quelle condizioni.
Ma, una volta che lo portarono via capirono perché si trovava in quello stato: aveva le zampette tutte storte. Come se le sue ossa non si fossero formate in maniera ottimale. Aveva un estremo bisogno di amore ma aveva paura degli esseri umani. Come se questi, fino a quel momento, gli avessero dato solo dispiaceri e sofferenze. E, sinceramente, lo credo bene.