Esofagite nel cane: cos’è, cosa fare e quali trattamenti ci sono
L'esofagite nel cane è una brutta infiammazione che va trattata in tempo e curata nel modo giusto. Ecco cosa sapere nel dettaglio
L’esofagite nel cane, come si evince dal nome stesso, non è altro che l’infiammazione della mucosa dell’esofago, talvolta anche della sottomucosa. Questa malattia può avere tante cause diverse e può avere decorso acuto o cronico. Le forme croniche sono le peggiori e possono sfociare in stenosi esofagea e perfino megaesofago acquisito.
Cause di esofagite nel cane
La causa principale di esofagite nel cane è il reflusso gastroesofageo, cioè quella condizione per cui i succhi gastrici dallo stomaco risalgono nell’esofago. Ciò provoca una terribile sensazione di bruciore, anche a noi sicuramente sarà capitato di provarla! Il reflusso gastroesofageo a sua volta si può manifestare per diversi motivi, ma il risultato è sempre lo stesso. L’esofago brucia a causa dei succhi gastrici e, se non curiamo in tempo questo disturbo, Fido può sviluppare un’infiammazione cronica ai tessuti dell’esofago. L’esofagite, appunto!
L’esofagite non è sempre la diretta conseguenza del reflusso gastroesofageo e possiamo elencare anche altre cause scatenanti. Innanzi tutto può capitare che sia provocata da un’anomalia congenita del cardias oppure da un tumore allo stomaco, dall’ernia iatale o da gastrite cronica. Tutte queste malattie causano un circolo vizioso di infiammazioni e vomito che, a lungo andare, diventano gravi a tal punto da sfociare in stenosi esofagea.
Tra le cause di esofagite, reflusso gastroesofageo e anche stenosi dell’esofago c’è la presenza di corpi estranei nell’esofago. Potrebbe trattarsi di un oggetto o anche di un pezzettino di cibo, in alcuni casi perfino di un farmaco che Fido non ha ingerito. Se i farmaci restano a contatto con la mucosa dell’esofago per troppo tempo provocano infiammazione. Un’altra causa è l’ingestione di sostanze tossiche che Fido potrebbe trovare anche in casa oppure di quelle depositate sul pelo.
Anche durante un intervento chirurgico nel cane può insorgere esofagite, per via dell’intubazione. In questo caso si parla di una condizione poco grave che di solito passa da sola.
L’esofagite può essere provocata anche da alcune malattie, ma in casi davvero molto rari. Parliamo della pitiosi e della spircocerosi oppure di cani immunodepressi che sono maggiormente esposti alle infezioni. Nello specifico la pitiosi è una rara infezione fungina provocata da una muffa d’acqua, la spircocerosi invece è una zoonosi provocata da un parassita.
Sintomi di esofagite nel cane
I sintomi di esofagite nel cane non sono sempre uguali perché dipendono dalla gravità della malattia. Significa quindi che uno stadio iniziale dell’infiammazione provoca in genere meno danni rispetto a uno più avanzato. I sintomi dipendono anche da quanto è grande l’area dell’esofago interessata dall’infiammazione. Per questo, purtroppo, quando l’esofagite è allo stadio iniziale può essere del tutto asintomatica sia nei cani che nei gatti.
Quando è ormai diffusa l’infiammazione può provocare i seguenti sintomi:
- Scialorrea (eccessiva salivazione);
- Anoressia (Fido non mangia);
- Odinofagia (deglutizione dolorosa)
- Disfagia (difficoltà a deglutire sia cibo che liquidi);
- Rigurgito (talvolta con tracce di sangue);
- Perdita di peso;
- Cachessia (sindrome da deperimento).
Insomma, da questi sintomi possiamo ben capire quanto sia grave l’esofagite nel cane. Non è un semplice “bruciore”, ma un’infiammazione che può avere conseguenze sulla sua intera vita. Peggiorando i sintomi aumentano e si fanno sempre più difficili da tollerare, a maggior ragione per il fatto che Fido è molto debole. Non mangia più, non riesce neanche a bere l’acqua e più vomita, più il bruciore e lo stato infiammatorio aumentano. Un bel disagio a cui dobbiamo rimediare nel più breve tempo possibile, prima che sia tardi.
È chiaro che non abbiamo le competenze per effettuare una diagnosi su Fido, perciò quando sta male dobbiamo correre immediatamente dal veterinario. Anche se i sintomi di esofagite spesso tardano a comparire nel cane, non appena insorgono anomalie evitiamo di prenderle alla leggera. Il veterinario gioca come sempre un ruolo chiave nella cura e nella guarigione di Fido e deve essere lui a dirci come procedere e quali farmaci eventualmente dargli.
Diagnosi del veterinario
La diagnosi è un momento cruciale quando un cane non sta bene. Ci sono sintomi che potrebbero essere riconducibili a molte e diverse malattie o disturbi, perciò occorre un “occhio” esperto per giungere alla giusta conclusione. Il veterinario possiede le conoscenze ma soprattutto gli strumenti per diagnosticare una malattia, cose di cui noi siamo sprovvisti. È per questo che non dobbiamo mai ascoltare il parere di amici, parenti o notizie trovate nel web. I rimedi fai da te spesso possono causare danni anziché risolvere il problema.
Per prima cosa ricordiamo di dare al veterinario tutte le informazioni in nostro possesso. Dobbiamo descrivere tutti i sintomi che il cane ha manifestato nelle ultime ore, quindi se vomita o prova dolore, se non mangia o non riesce a deglutire il cibo. È utile anche informarlo se Fido ha ingerito un corpo estraneo o delle sostanze nocive (quando ce ne accorgiamo, ovvio) o se soffre già di qualche malattia. Più informazioni diamo al veterinario, più semplice sarà effettuare la diagnosi!
Al veterinario spetta la diagnosi vera e propria, una volta raccolte le informazioni sul cane deve confermare il sospetto di esofagite. Per farlo si avvale di esami come radiografie con mezzo di contrasto oppure dell’endoscopia. L’endoscopia è un esame invasivo e non proprio piacevole (si fa anche alle persone), ma svolge un ruolo fondamentale nelle diagnosi di queste malattie. Il veterinario infila un piccolissimo tubicino attraverso la bocca e grazie a questo può vedere con i propri occhi cosa c’è che non va nell’esofago del cane. L’endoscopia gli permette, ad esempio, di individuare un corpo estraneo incastrato tra i tessuti dell’esofago ed eliminarlo. Oppure, quando occorra, gli consente di prelevare un campione di tessuto per farlo analizzare in laboratorio.
Come si cura l’esofagite nel cane
L’esofagite nel cane si cura con una terapia principalmente farmacologica, dando quindi a Fido delle medicine apposite che eliminino l’infiammazione. Naturalmente se la causa è un corpo estraneo o un’ernia iatale il veterinario deve eliminarla chirurgicamente. I farmaci utili in questo tipo di trattamento sono il sucralfato e i gastroprotettori (ranitidina, famotidina e altri). A questi vanno aggiunti omeprazolo e lanzoprazolo. Sia chiaro che la terapia viene stabilita solo ed esclusivamente dal veterinario e a noi spetta seguire alla lettera tutte le sue indicazioni su tempi e dosi.
In genere dato che il cane con l’esofagite vomita spesso, si evitano le medicine per via orale preferendo quelle sotto forma di soluzione iniettabile. Del resto se Fido prende le medicine e poi vomita, vomiterà anche quelle! E alla fine non solo sprechiamo farmaci ma non risolviamo il suo problema e non guarisce.
Nel caso in cui l’esofagite nel cane sia a un livello più avanzato e grave, il veterinario può decidere di somministrare dei farmaci cortisonici. In questo modo riduce il rischio di stenosi, quindi che l’esofago di restringa.
Rimedi naturali
Premesso che per guarire Fido deve prendere le sue medicine e seguire la terapia del veterinario, la natura può esserci d’aiuto anche in caso di esofagite. Di rimedi naturali, quelli “della nonna”, ce ne sono a bizzeffe ma vanno utilizzati con molta cautela. E soprattutto prima di dare qualsiasi cosa al cane che sta male dobbiamo chiedere il permesso al veterinario. Non è detto che una sostanza benefica in una situazione lo sia anche in un’altra, completamente diversa. Perciò attenzione al fai da te!
In caso di esofagite nel cane, qualora il veterinario fosse d’accordo, possiamo dare a Fido un pezzettino di pane imbevuto nel miele. Il miele è un prodotto totalmente naturale che fa bene alla salute e funge da emolliente. Ingerendone anche solo un pizzico qualche minuto prima della pappa, Fido sentirà meno irritazione e dolore. Significa, cioè, che il miele crea una sorta di barriera naturale che protegge le pareti dell’esofago.