Dogo Sardo, tutto su questa razza: carattere, curiosità, consigli e cure
Adottare un cane responsabilmente significa conoscerne le peculiarità e valutare se si è in grado di prendersene cure. Ecco quelle del Dogo Sardo
Il nome parla chiaro circa le origini di una razza che non ha ancora raggiunto uno standard di razza e non è stata riconosciuta a livello ufficiale dagli enti nazionali che si occupano di cinofilia.
Sembra quasi essere risorto dalle proprie ceneri, dopo un periodo in cui pareva fosse l’estinzione il suo destino imminente. Gli allevatori attraverso un lavoro mirato, adesso, ne stanno aumentando la diffusione e si tratta di un esemplare che merita di essere conosciuto.
Un cane dedito al lavoro e fedele a colui che considera il capobranco, la persona con cui si verifica una sorta di imprinting che dura per la vita, il Dogo Sardo è un amico a quattro zampe che va oltre l’apparenza e sorprende.
Indice
- Uno sguardo d’insieme
- Le origini del Dogo Sardo
- L’apparenza inganna
- Questione di carattere
- La vita in appartamento
- Le condizioni di salute
- L’addestramento
Uno sguardo d’insieme
Il Dogo Sardo, si fa presto a dirlo, è un esemplare che ha origine da una regione italiana affascinante, immersa nella natura e quasi incontaminata. La sua diffusione, che fino a poco tempo fa era praticamente ferma tanto da parlare di estinzione, si registra prevalentemente in Sardegna.
Un dettaglio che, se da una parte dispiace perché sarebbe apprezzato senza dubbio anche nel resto d’Italia e non solo, ne ha rafforzato la purezza della razza. Le sue caratteristiche fisiche e legate al temperamento, di conseguenza, sono pressoché immutate nel tempo.
Il suo impiego principale
Le sue doti hanno permesso che venisse impiegato principalmente nell’agricoltura e nella pastorizia. Dei settori in cui i sardi hanno investito tanto, cercando di prendere quanto più possibile dalle loro terre nel rispetto della natura. Il Dogo Sardo è un ottimo aiutante per i contadini che lavorano in campagna e sono stati secoli accanto a loro che hanno plasmato il temperamento che tuttora mantiene. È presto detto, quindi, che si può trovare anche tra le razze di cani dedite al lavoro.
A un primo sguardo dà la sensazione di essere un cane da combattimento, sempre pronto ad attaccare e a non lasciare scampo al suo nemico. In verità, invece, è un ottimo compagno di vita per l’uomo al quale dimostra massimo rispetto, una dedizione fuori dal comune e una fedeltà incondizionata.
Le origini del Dogo Sardo
Nonostante non sia stato riconosciuto ufficialmente e non si sia diffuso tanto oltre la Sardegna, sul Dogo Sardo ci sono tanti aneddoti che hanno dato vita a una serie di nomignoli che lo rendono ancora più simpatico, empatico e vicino anche a noi bipedi. È proprio il caso di dirlo: l’apparenza inganna e non è giusto soffermarsi a una valutazione superficiale, figlia dell’inesperienza. Nella sua terra lo chiamano:
- Pastore gavoese;
- Sorgolìnu;
- Cane perdigatzu;
- Trighinu.
A portare alla luce questa razza dalle mille sorprese, che si pensava fosse estinta, è stato Roberto Balia, esperto cinofilo, intorno al 2000: ormai più di vent’anni fa, che sembrano tanti ma che sono pochissimi quando si parla di allevamento selettivo del cane.
Il risultato delle sue ricerche in materia è stato pubblicato su “Canis Gherradoris”. Una sorta di bibbia per gli amanti di questo amico a quattro zampe che nasconde molto di più rispetto a quello che dicono la sua faccia e la sua fisicità nel complesso. Non fermiamoci alle apparenze, ma diamogli la possibilità di farsi conoscere per quello che è.
Un po’ di storia
Nonostante lo si conosca da poco più di due decadi, il Dogo Sardo fa la sua prima apparizione certificata nel 1700. “Mica bruscolini”, direbbe qualcuno. La sua prima citazione lo vede affiancato al Levriero, con il quale si notava una certa somiglianza. Anche le foto dell’epoca parlano chiaro e certificano la sua presenza in un contesto temporale ben determinato. Lo si trova, infatti, a fianco dei soldati della Brigata Sassari.
Ancora oggi le sue origini non sono chiare. In un primo momento si credeva che discendesse dal Cane Corso e dal Mastino Napoletano, ipotesi che hanno lasciato il posto a tracce che lo hanno visto tra gli esemplari che hanno anche combattuto la guerra in Mesopotamia. Altri ancora pensano che il Dogo Sardo discenda dai cani celtici francesi e inglesi.
L’apparenza inganna
Dai tratti molto peculiari e rimasti praticamente immutati negli anni, c’è un problema che non permette di definirli con certezza: come precedentemente detto, manca ancora uno standard di razza che metta dei paletti precisi e oltre i quali non è possibile andare, altrimenti si entra nel campo dei difetti non ammessi dai puristi cinofili.
Siamo di fronte a un molossoide leggero, possiede una muscolatura possente e un aspetto generale che potremmo definire senza difficoltà robusto. Nonostante ciò, presenta un fisico asciutto con uno scheletro massiccio e i quattro arti ben piazzati.
L’altezza al garrese può muoversi in un range che va dai 55 ai 65 centimetri, il peso varia dai 30 ai 45 chili e – come spesso accade – si assiste a un dismorfismo di genere che vede delle dimensioni leggermente più contenute negli esemplari di sesso femminile. Ad accentuare una certa presenza scenica è anche la sua coda notevolmente lunga.
Il muso appare schiacciato, le labbra pronunciate e la testa ha una forma tendenzialmente quadrata. La dentatura è robusta e fa sì che, se il Dogo Sardo decide di mordere, non ce n’è per nessuno. Lo sguardo intenso è dato dagli occhi marroni o color ambra, grandi e impressionanti. Le orecchie, invece, si presentano abbastanza piccole.
I colori del mantello, che si presenta corto, denso e relativamente facile da gestire, sono: il nero, il grigio, il tigrato, il frumentino e il fulvo. Un insieme di caratteristiche che affascinano già a un primo incontro.
Questione di socializzazione
Originariamente cane da caccia, da combattimento o impiegato in guerra, nonostante l’apparenza faccia pensare il contrario non nasce cattivo. L’aggressività degli esemplari impiegati nelle lotte clandestine è figlia della paura e di un addestramento scellerato.
Nessun cane nasce cattivo, ma può subire dei traumi che lo segnano profondamente e che gli fanno credere che tutto il genere umano sia crudele. Ecco presto detto il motivo per cui adottare un cane traumatizzato richieda una dose di pazienza maggiore. Possiamo star tranquilli, però, che tuttti i nostri sacrifici verrebbero ripagati da una gratitudine senza confini.
Adesso, il Dogo Sardo è un ottimo cane da guardia e tiene perfettamente al sicuro il bestiame dei pastori. Necessita, quindi, di una corretta socializzazione ed è meglio se comincia già dalle prime settimane di vita. Se qualcosa va storto, infatti, il suo affetto proverbiale per la famiglia e il suo istinto di protezione possono farlo diventare dominante e più difficile da educare.
Qualora tutto filasse liscio, sarebbe tra le razze di cani facili da addestrare, ma non potrebbe mai arrivare a vivere anche in appartamento. Deve uscire spesso e gli si deve dedicare almeno un’ora di attività fisica al giorno. Se non teme per la sua incolumità e quella di quelli a cui vuole bene, ama fare amicizia anche socializzare, ma di norma è diffidente verso gli estranei.
Un cane per tutti?
Di norma, il Dogo Sardo gode di buona salute e non ha esigenze particolari in termini di pulizia e dieta, le regole standard date dal veterinario di fiducia saranno sufficienti.
Si tratta di un amico a quattro zampe che, se viene educato in maniera mirata e responsabile, magari con dei corsi di addestramento per cuccioli ad hoc, non dà preoccupazioni ed è l’emblema della fedeltà e della dolcezza.
Questione di carattere
Una palla di pelo molto intelligente e sensibile, va trattato con grande rispetto e attenzione. Necessita di qualcuno che gli dimostri tutto il suo amore, che gli faccia da guida, da ascoltare insomma e che non gli dia comandi equivoci o errati.
Abitudinario
Siamo di fronte a un esemplare estremamente abitudinario, che non ama i fuori programma o le situazioni che prendono una brutta piega. I cani vivono in branco e seguono delle gerarchie, queste per Fido sono molto importanti e ci conta sempre. Se lo vogliamo adottare, dobbiamo essere consapevoli di tutto questo e dimostrargli di essere dei leader capaci e decisi. Non deve mai avere la sensazione che abbiamo perso il controllo della situazione.
Quello che finora è emerso ci fa capire anche che non siamo certo di fronte a un quattro zampe che può essere adottato come primo esemplare. Ha bisogno di essere gestito da chi ha già un’esperienza pregressa in campo cinofilo. Come accade per ogni pet con queste caratteristiche, è indispensabile essere preparati soprattutto nei primi anni di vita e fare in modo che riceva un’adeguata socializzazione.
Ama la famiglia
Una delle sue peculiarità è l’amore incondizionato verso coloro che fanno parte della cerchia di affetti più stretta. Ed ecco quindi che si fa strada l’istinto di protezione, soprattutto nei confronti degli indifesi. Rappresenta un ottimo cane da guardia, che però ha bisogno di una socializzazione mirata per fare in modo che sia controllabile in ogni situazione, che scatti quando e solo se strettamente necessario, altrimenti deve essere estremamente obbediente (se non vogliamo diventare protagonisti di qualche brutto incidente).
Non adatto ai bimbi
Non è le razze di cani adatte ai bambini, la sua curiosità stimola i cuccioli di uomo, che sarebbero perfetti compagni di gioco, ma non dobbiamo mai lasciarli soli. Trattandosi pur sempre di un animale dalla forte componente istintiva e dalla forza notevole, non va bene per i più piccoli. Si tratta di una linea guida di masisma, non di un assunto assoluto.
Se decidiamo di fare un tentativo, facciamo in massima sicurezza e non dimentichiamo di supervisionare i momenti in compagnia dei bimbi in modo tale da intervenire in caso di necessità. Inoltre, la socializzazione in questi casi deve essere curata anche nei bipedi. I bambini devono essere abituati al contatto con l’animale nel rispetto del suo temperamento. Il rispetto deve essere reciproco e non si può pretendere solo da una parte.
Vitale e tenace
Il Dogo Sardo è caratterizzato da una spiccata tenacia e una notevole vitalità che sono assecondate da una forza fisica che gli permette di essere un grande aiuto per l’uomo. Dove non arriviamo noi bipedi, durante una giornata di lavoro intensa, arriva il nostro amico a quattro zampe. Possiamo assimilarlo a un vero e proprio cane da pastore, simile ma anche molto diverso rispetto al Border Collie per esempio.
Un cane che non si fida degli estranei
Essendo protettivo verso le persone che ama, Fido non è incline alle nuove conoscenze. Soprattutto se crede ci sia un pericolo in avvicinamento. È un amico a quattro zampe che ama le coccole e ricevere attenzioni, ma da coloro che sono stati in grado di conquistare la sua fiducia. Il Dogo Sardo è capace di creare un ottimo rapporto con la famiglia, ma tutto è sempre subordinato al grado di socializzazione interiorizzato sin dalle prime settimane di vita.
Indispensabile, per prevenire eventuali incidenti e momenti di tensione, è conoscere il linguaggio del cane e sapere interpretare correttamente i segnali di nervosismo che manda ancor prima di attaccare. Se notiamo che non è sereno nei confronti di qualcuno mai visto prima, facciamo in modo di non perdere il controllo e impariamo come si parla al cane per farlo sentire al sicuro.
Non va d’accordo con gli altri cani
È un amico a quattro zampe che non lega moltissimo con i suoi simili, anche se correttamente socializzato. Stiamo parlando sempre di attitudini, non di caratteristiche in valore assoluto. Tutto dipende da come Fido è stato abituato e dalle esperienze pregresse che ha vissuto. In genere, però, ama fare amicizia.
È opportuno pure valutare il tipo di interlocutore che ha di fronte. Se è un esemplare reattivo, non proviamo nemmeno l’approccio; se invece è mite e pacato – e il nostro Dogo Sardo ben educato – un tentativo, con le precauzioni del caso, può valere la pena farlo.
La vita in appartamento
La vita in casa non è impossibile, ma non è consigliabile. Ha tanta energia da sfogare ogni giorno e se lo spazio domestico non è sufficiente dobbiamo sopperire con le uscite e le passeggiate quotidiane.
La situazione ideale, per evitare che il suo equilibrio psicofisico non ne risenta, è di farlo vivere in un ambiente con uno spazio esterno, un cortile o un giardino. Se così non potesse essere, dedichiamo almeno un’oretta al movimento in libertà al parco sotto casa.
La solitudine lo mette a disagio
Il Dogo Sardo non ama stare da solo. La solitudine è il tallone d’Achille di tutti i quadrupedi, e nei casi più gravi si arriva a parlare di ansia da separazione nei cani, ma per questo cane è particolarmente difficile gestirla. Se vogliamo prenderne uno con noi, non possiamo avere una vita particolarmente frenetica e che passiamo spesso fuori casa. Si tratta di un dettaglio non di poco conto.
Teniamo a mente anche che necessita di ricevere tanto affetto e amore da chi considera famiglia, parte del branco. Se ignoriamo questa sua peculiarità, rischiamo di danneggiare il suo benessere psicologico e che abbia ripercussioni anche dal punto di vista fisico.
Una perdita di pelo non eccessiva
Questo esemplare, lo abbiamo visto, ha un sacco di pregi, tra questi anche il fatto di non perdere quantità di pelo eccessive, neanche nei periodi di muta in autunno e in primavera. Una caratteristica che si sposa perfettamente con tappeti, divani, poltrone e letti che non saranno eccessivamente colpiti dalla presenza di peli morti.
In genere necessita di essere spazzolato una volta a settimana, a meno che non riceviamo indicazioni differenti da parte del veterinario o dal toelettatore professionista al quale è bene rivolgersi soprattutto se siamo alla prima esperienza con un quadrupede.
Un consiglio è quello di prestare particolare attenzione alla pulizia nei momenti clou della giornata, soprattutto quando esce in esterna: quando mangia e beve o se lo portiamo a divertirsi al parco sotto casa evitando le ore di caldo eccessivo. Attenzione soprattutto al muso, alle zampe e alla coda. Il bagno di norma è consigliabile una volta al mese, ma chiediamo conferma allo specialista che farà una valutazione complessiva e non solo legata alle caratteristiche standard di razza.
Il Dogo Sardo è un cane resistente, che non necessita di grandi attenzioni quando si parla della sua igiene. Il bagno si deve fare solo quando ne ha bisogno, ma con prodotti specifici. Trattiamo con con maggiore cura e più frequentemente le frange, che tendono ad annodarsi facilmente.
Le condizioni di salute
Per fortuna, se segue un’attività fisica adeguata ai suoi bisogni, questo amico a quattro zampe non soffrirà mai di obesità. Indipendentemente dal fatto che segua un’alimentazione naturale del cane o una industriale, è bene che la sua sia una dieta sana e bilanciata, concordata insieme al nutrizionista e che tenga conto del suo fabbisogno giornaliero.
Non dimentichiamo che il cane è prevalentemente carnivoro e ha bisogno di assumere proteine di origine animale, seguite da vitamine, minerali e fibre nelle giuste quantità. Per il resto, questa razza – al di là delle componenti respiratorie sopracitate – code di buona salute. Il fatto che non sia stato protagonista di contaminazioni tra razze e sia stata preservata la purezza del sangue potrebbe renderlo incline ad alcune ereditarietà di tipo genetico.
L’addestramento
Una programmazione adeguata e step by step dell’addestramento prevede l’utilizzo del clicker per il cane e il meccanismo del rinforzo positivo, in modo tale da premiare il cane quando si comporta come gli abbiamo chiesto. Solo facendogli vivere tutto all’insegna del relax e del divertimento, possiamo essere certi di ottenere dei risultati senza creare danni psicologici. Per verificare che determinati comandi siano stati correttamente automatizzati, possiamo usare la tecnica della riprova nell’addestramento del cane.
Siamo di fronte a un amico a quattro zampe fedele e che non ha l’istinto alla fuga, ma comunque facciamo sempre in modo che il giardino sia in sicurezza e che Fido non si senta insoddisfatto della propria quotidianità. Ha anche un discreto autocontrollo anche nel morso, potrebbe utilizzarlo solo per gioco o in caso di pericolo. Come detto in precedenza, se non nota rischi, accoglie gli ospiti. I problemi possono esserci in casi che possiamo prevedere da determinati segnali che lancerebbe prima di agire direttamente. Inoltre, non dimentichiamo mai la sua antipatia nei confronti degli altri cani.
L’istinto predatorio
Il Dogo Sardo è pur sempre un cane che nasce cacciatore, indipendentemente dal suo grado di addomesticamento, e ha un grande istinto predatorio. Tutto, comunque, è commisurato al grado di socializzazione. Non dimentichiamo mai che si tratta pur sempre di un animale e che la nostra razionalità (che anche noi alle volte perdiamo) non è quella del nostro amico a quattro zampe.
La tendenza ad abbaiare è nella norma e correlata al contesto in cui si trova. Se pensa di essere in pericolo, o che lo sia qualcuno a cui tiene, lancia l’allarme altrimenti rimane tranquillo. Potrebbe protestare anche quando viene lasciato solo o se si annoia. Insomma, con lui di solito non ci dobbiamo preoccupare di cosa fare se il cane abbaia in condominio e che i vicini di casa si lamentino.
Tanta energia da incanalare
Non tralasciamo una caratteristica prevalente del Dogo Sardo: un livello alto di energia. La sua muscolatura lo agevola e non deve mai sentirsi un leone in gabbia. Facciamolo sfogare tutti i giorni e avremo un amico a quattro zampe sereno e obbediente, se non ha a propria disposizione un giardino portiamolo noi in una zona idonea alla corsa nel rispetto di tutti gli attori in gioco.
In caso contrario ansia, stress e nervosismo potrebbero incidere anche sul rapporto tra bipede e quadrupede. A tal proposito, in casi assolutamente rari e limite, può tornare utile sapere come riconoscere l’attacco di panico nel cane e come trattarlo.