Disturbo compulsivo del cane: come si presenta e cosa fare
Il disturbo compulsivo è una patologia che il cane sviluppa conseguentemente a uno stato di ansia profondo e ingestibile e ha bisogno di cure specifiche
Anche il cane può soffrire di un disturbo compulsivo, proprio come accade a noi esseri umani. Si tratta di una patologia che spinge l’animale a ripetere ossessivamente dei comportamenti da cui trae in qualche modo un appagamento.
È chiaro che non vi sia alcunché di positivo in tutto questo perché è come se il cane applicasse uno schema mentale rigido e ripetitivo, al fine di sopperire a un’ansia e un disagio che non gli lasciano scampo.
Scopriamo nel dettaglio quando si parla di disturbo compulsivo del cane e come si può rimediare, per restituire al nostro amico a quattro zampe una vita più serena.
Indice
- Cos’è il disturbo compulsivo del cane
- Quali sono le possibili cause
- Come si curano i disturbi compulsivi
- Come comportarsi con un cane che ha comportamenti compulsivi
Cos’è il disturbo compulsivo del cane
Quando un cane ha il cosiddetto disturbo compulsivo o disturbo ossessivo-compulsivo vuol dire che soffre di una patologia che incide sul suo benessere mentale e che può avere in alcuni casi anche ripercussioni su quello strettamente fisico. Si tratta di un disturbo che ha a che vedere con uno stato di ansia e disagio talmente forti da diventare, appunto, patologici.
Il cane iper ansioso sviluppa dei comportamenti che ripete in maniera ossessiva, applicando così una sorta di “strategia” per trovare sollievo dal suo profondo disagio, un appagamento che anche solo per un momento lo fa sentire meglio. Qualche esempio? Pensate a un cane che abbaia ininterrottamente senza un apparente motivo, oppure a un amico a quattro zampe che lecca compulsivamente una zampa o si rincorre continuamente la coda per acchiapparla. Sono comportamenti “normali”, vi direte, ma quando Fido li ripete fino allo sfinimento potrebbero essere indice del disturbo.
Quali sono le possibili cause
Gli esperti hanno notato una certa incidenza del disturbo ossessivo-compulsivo in cani di particolari razze come il Pastore Tedesco o il Border Collie, che sono caratterizzati da una maggiore sensibilità e reattività rispetto a ciò che li circonda. Ma certamente non è la razza in sé a determinare lo sviluppo di un problema del genere in un amico a quattro zampe.
Quel che accomuna tutti i cani affetti da questo disturbo è un profondo e incontrollato stato di ansia, che si manifesta nei modi più disparati – come i comportamenti che abbiamo elencato sopra, ad esempio – e può avere origine da altrettanti fattori che sono determinanti per il benessere psico-fisico del cane. Basti pensare a un quattro zampe che vive in uno stato di totale reclusione, alla frustrazione che cresce in lui non solo perché non può muoversi ma anche perché gli è impedito esplorare il mondo che lo circonda, socializzare con i suoi simili.
La mancanza di contatti con cani e persone, la costrizione ma anche l’inibizione dei suoi comportamenti naturali con atti di violenza sia fisica che mentale, sono tutti fattori che possono scatenare un disturbo comportamentale del cane, incluso appunto quello ossessivo-compulsivo.
Come si curano i disturbi compulsivi
Non è semplice affrontare un problema del genere, anche perché come abbiamo visto nella gran parte dei casi si ha a che fare con quattro zampe con un vissuto drammatico, fatto di reclusione e continue vessazioni. Sono cani che non hanno potuto godere dell’amore e del rispetto di persone buone e che, purtroppo, hanno imparato che il mondo che li circonda è crudele e pericoloso.
La prima cosa da fare è chiedere l’intervento di un veterinario che sia specializzato in comportamento canino perché bisogna escludere ogni altra possibile causa dei comportamenti tipici del disturbo ossessivo-compulsivo. Pensiamo ad esempio al leccarsi continuamente una zampa o entrambe le zampe: questo comportamento è tipico dei cani che soffrono di dermatiti o di altre patologie che compromettono la salute della pelle (anche le infestazioni parassitarie). Il medico deve verificare che il cane sia in salute da questo punto di vista e che in effetti il suo sia un disturbo di tipo mentale.
Quando il veterinario diagnostica il disturbo ossessivo-compulsivo, riconoscendo quindi il grave stato di ansia patologica che affligge il cane, a quel punto bisogna agire con una terapia mirata. Da una parte il medico può prescrivere dei farmaci specifici che aiutino Fido a placare questa ansia incontrollata, gestendo quindi le crisi. Dall’altra, invece, è necessario intervenire da un punto di vista esterno, e cioè sulla qualità della vita in sé: coinvolgerlo in attività che siano appaganti sia fisicamente che mentalmente, consentirgli di interagire con un gruppo che lo soddisfi dal punto di vista emozionale.
Condivisione, gioia, allegria e amore. Purtroppo spesso sono proprio queste le cose che mancano a un cane affetto da disturbo compulsivo e possono essere ottimi mezzi per fargli superare una situazione tanto difficile.
Come comportarsi con un cane che ha comportamenti compulsivi
Gestire un cane affetto da questo disturbo non è affatto semplice perché, appunto, si tratta di un amico a quattro zampe che potrebbe avere un vissuto complicato e che è giunto a un punto tale da non riuscire a controllare e avere contezza delle proprie emozioni. È come avere a che fare con un cane che, di fatto, ha una visione distorta del mondo e non trova altro modo per guadagnare un briciolo di serenità se non con azioni ripetute fino allo sfinimento. Il cane crea inconsapevolmente una sua personale realtà fatta di certezze che però a lungo andare non riesce a controllare.
Ma noi cosa possiamo fare? Oltre a seguire le terapie del veterinario che, come sempre diciamo, va ascoltato in tutto e per tutto, possiamo adottare dei comportamenti che mettano in qualche modo il cane a proprio agio. Sgridare il cane che lecca compulsivamente la zampa o si rincorre la coda, o ancora che abbaia fino allo sfinimento non è una strategia utile e, anzi, non fa altro che accrescere l’ansia che lo affligge. Insomma, urla e punizioni non gli fanno affatto bene.
Bisogna mostrarsi comprensivi e presenti, non assumere comportamenti che lo allontanino da noi e lo facciano sentire ancora più solo. Ci vuole testa oltre all’amore, con la consapevolezza che un disturbo del genere non è da prendere alla leggera.