Disturbi delle cellule staminali nel cane, cosa sapere
I disturbi delle cellule staminali nel cane dipendono da una disfunzione nella loro crescita. Fido va incontro a una serie di malattie, tra cui la leucemia
I disturbi delle cellule staminali del cane possono portare a trombocitopenia, eritrociti ingrossati, anemia, neutropenia e leucopenia e tante altre malattie.
Esistono due tipi di sindrome mielodisplastica, una è primaria e l’altra secondaria. Si pensa che quello primario dipenda da una mutazione spontanea delle cellule staminali; il tipo secondario invece da una fonte esterna: assunzione di farmaci o trattamenti con radiazioni.
Che cosa sono
I disturbi delle cellule staminali nel cane possono essere causati da uno sviluppo anormale, da una disfunzione nella fase di rigenerazione nel sangue. Questo significa che le cellule vengono create, ma non riescono a crescere fino alla maturità. Possono riguardare globuli bianchi, rossi e piastrine singolarmente o tutti insieme, e causare un abbassamento della conta. A tal proposito potrebbe essere utile saperne di più su quello che accade quando il livello delle piastrine è troppo basso.
La sindrome primaria è comunemente causata da cellule staminali mutate che formano un tumore; e quella secondaria dipende da un’errata terapia farmacologica. Senza trattamento il cane spesso si ammala di leucemia.
I sintomi principali
Variano a seconda della tipologia e della causa scatenante. C’è differenza tra la sindrome di tipo primario e quella secondaria. Nel primo caso attenzione a:
- Letargia;
- Inappetenza;
- Perdita di peso e anoressia;
- Mucose pallide;
- Discromia cutanea (sotto forma di puntini rosso scuro o viola);
- Temperatura corporea alta (cronicizzata);
- Sete eccessiva;
- Dolori addominali;
- Vomito;
- Diarrea importante.
Se notiamo uno o più di questi segnali è necessaria la consulenza del veterinario di fiducia nel minor lasso di tempo possibile. Stessa cosa per la sindrome di tipo secondario. In questo caso, facciamo attenzione a:
- Stanchezza e mancanza di energie;
- Aumento del consumo di acqua;
- Inappetenza;
- Difficoltà respiratorie;
- Problemi motori che compiscono tutti e quattro gli arti;
- Perdita del tono muscolare;
- Lividi e/o eruzioni cutanee rosse;
- Vomito;
- Diarrea liquida;
- Stato confusionale;
- Svenimenti;
- Convulsioni.
Lo abbiamo già detto, il tipo primario dipende da una mutazione delle cellule staminali che provoca la formazione di masse tumorali; il tipo secondario ha cause esterne e legate principalmente all’assunzione di farmaci e alla radioterapia.
Le cause
I motivi che portano a disturbi di questo tipo sono molteplici, lo abbiamo visto. Ma facciamo un’analisi dettagliata. I disturbi delle cellule staminali nel cane, quando si tratta delle tipologie primarie sono causati da:
- Una mutazione spontanea nelle cellule staminali;
- Una crescita tumorale cancerosa;
- Malattie infettive;
- Una grave carenza nutrizionale.
Nel caso della sindrome da mielodisplasia secondaria, invece, a incidere possono essere la radioterapia, la chemioterapia, il fumo passivo e l’inalazione di benzene.
La diagnosi
Il veterinario dovrà conoscere la storia medica del nostro amico a quattro zampe, se non la conosce già, e ricevere da noi un’anamnesi il più possibile dettagliata. Una visita approfondita, con misurazione della pressione sanguigna, della temperatura corporea e con palpazione addominale, darà delle prime risposte.
Sarà necessario eseguire alcuni test per escludere altri disturbi che imitano la sindrome della mielodisplasia, come l’ehrlichiosi canina, le malattie renali, la policitemia vera, la leucemia acuta, la macrocitosi e alcune malattie cardiache.
Questi test includono esami del sangue completi (emocromo, fosforo, potassio, sodio, proteine, creatinina, calcio, azotemia, glicemia) e delle urine. Lo specialista poi preleverà un campione di midollo osseo e prescriverà delle lastre all’addome e al torace.
Inoltre potrebbe essere necessario analizzare midollo spinale, reni, fegato e milza per escludere neoformazioni maligne.
Le cure possibili
Una volta confermata la diagnosi, il veterinario potrebbe decidere di ricoverare Fido per cominciare una terapia farmacologica e la somministrazione di fluidi. L’epoetina (eritropoietina umana ricombinante), viene spesso utilizzata per il trattamento della sindrome primaria. In genere i risultati sono positivi, salvo casi in cui c’è una resistenza al farmaco.
Il prednisone aiuta a ridurre l’infiammazione e il dolore. Le trasfusioni di sangue invece possono rallentare il decorso della malattia, e in alcuni casi invertirlo e fermarlo completamente.
Le radiazioni rappresentano un valido supporto, ma c’è il rischio che il nostro amico a quattro zampe sviluppi una sindrome mielodisplastica secondaria. Quest’ultima tipologia viene trattata interrompendo la terapia farmacologica a cui è stato sottoposto, a meno che non sia necessaria per la sopravvivenza. In tal caso, il veterinario utilizzerà trattamenti di supporto come trasfusioni di sangue e altri farmaci.
Sfortunatamente, entrambe le tipologie di solito progrediscono verso la leucemia in meno di un anno, sebbene ci sia un certo successo con il trattamento con epoetina e prednisone. In questo caso la prognosi non è delle più rosee: in genere si va incontro ad anemia, sepsi o emorragie letali in pochi mesi. Potrebbe essere necessario valutare l’ipotesi dell’eutanasia.