Cuccioli di Shar Pei, come pulirli: tutte le attenzioni e i passaggi
Cuccioli di Shar Pei, come pulirli accuratamente e senza danni per preservane correttamente l'igiene personale e la salute stessa
Vivete con degli adorabili cuccioli di Shar Pei: come pulirli e curarli risulterà un processo naturale e automatico per il loro benessere.
Sono cani dalle origini antiche ma che richiedono particolari attenzioni, che ricambiano con un atteggiamento amorevole, molto calmo ma anche giocherellone. Conosciamo questi tenerissimi cagnolini.
Problematiche della cute e malattie più comuni
Adorabili e dal manto caratteristico questi cagnolini possono vantare un’origine antica fino a giungere nella Cina del 2000 a.C.
Oltre a un percorso lungo attraverso la storia ciò che li rappresenta è il manto costituito da tante pieghe, un aspetto sicuramente singolare ma anche affascinante.
E la presenza di rughe evidenti a predisporli verso malattie della cute favorendo un odore sgradevole. Ma se avete adottato dei cuccioli di Shar Pei come pulirli risulterà un’attività rapida da affrontare.
Partendo proprio dalla più tenera età quando la pelle è ancora molto delicata e le pieghe iniziano a formarsi, le stesse che con il tempo possono favorire infezioni e allergie.
Tra le più note vi è la demodicosi prodotta da un acaro che da il nome all’infezione stessa, Démodex, in grado di insinuarsi nella cute fino a raggiungere i follicoli piliferi.
Una condizione che colpisce in particolare i cuccioli molto debilitati e con le difese immunitarie basse, e che può favorire altre malattie cutanee tanto da sprigionare cattivo odore.
Anche le allergie possono debilitare la salute della pelle rendendola più delicata ed esposta ad azioni più incisive come l’infezione da Malassezia, un lievito che colpisce la pelle.
Oltre a patologie dove è presente una produzione eccessiva di sebo oppure un’infezione da batteri. Tutte queste problematiche incidono sul benessere del mantello dei cuccioli.
Non solo, anche una scarsa igiene e un’alimentazione sbagliata possono interferire con la salute della cute producendo cattivo odore, prurito, perdita di pelo e molto altro.
Sono animali robusti ma la contempo bisognosi di attenzioni, l’aspetto buffo dato dalla presenza di tante pieghe non deve trarre in inganno. Sono proprio queste a richiedere maggiore pulizia e cura.
Cuccioli di Shar Pei: come pulirli e curarne l’igiene
Per contrastare il cattivo odore e la presenza di infezioni è bene sapere come curare questi adorabili cagnolini e in particolare il loro mantello.
Detergere i cuccioli di Shar Pei, come pulirli e curarli rientrerà nella routine tipica della convivenza casalinga.
A partire dall’alimentazione che dovrà risultare consona alle esigenze dei cuccioli, adeguatamente bilanciata e idonea a soddisfare il fabbisogno energetico.
Senza favorire intolleranze e allergie, per questo è bene farsi guidare nell’acquisto dal veterinario di fiducia che potrò suggerire mangimi ricchi di Omega3.
Un toccasana utile per impedire che la pelle diventi secca con presenza di scaglie pruriginose. In tandem con un buon antiparassitario da somministrare attraverso collari o spot on.
Una necessità importante che può trasformarsi in barriera contro acari, pulci e parassiti. Anche il bagno potrebbe rivelarsi una scelta utile per l’igiene dei cuccioli.
Ma da effettuare solo dopo che avranno completato il ciclo delle vaccinazioni, una premessa fondamentale per il loro benessere.
A questo punto un lavaggio mensile potrà bastare, meglio se con l’impiego di prodotti specifici per i cani e sempre su indicazioni veterinaria, evitando di bagnare le orecchie e gli occhi.
Questi andranno puliti in un secondo momento con una soluzione specifica per cani da versare con delicatezza sulla parte indicata, rimuovendo lo sporco con un batuffolo di cotone.
Vietato improvvisare o spalmare unguenti fai te, i cuccioli di Shar Pei sono animali preziosi che vanno accuditi con la massima attenzione.
Shar pei: carattere e caratteristiche
Nonostante il passato da cane da combattimento lo Shar Pei vanta un carattere pacifico, comprensivo, rilassato e distaccato verso tutto ciò che potrebbe turbarlo o non lo interessa.
Cane dall’animo serafico riesce a tollerare tutti, anche i bambini più irruenti ma si allontana se infastidito. Nei confronti della famiglia di appartenenza è molto protettivo.
Osserva con diffidenza eventuali presenze estranee oppure con regale distacco, in realtà è un amico dal carattere deciso che preferisce alterarsi solo se veramente necessario.
Per il resto osserva, si rilassa, valuta, si adatta e si fa coccolare dalla compagnia della sua famiglia, branco umano con cui stabilisce un rapporto simbiotico e intenso.
Nonostante possa apparire apatico e annoiato, in realtà è un compagno molto fedele in grado di interagire con forte intensità. Sia con vocalizzi e gesti, come dare la zampa e mordicchiare.
Sia giocando, correndo, rotolandosi o facendo la guardia. Ma quando può si ritaglia del tempo personale per dormire e russare sonoramente, nel vero senso della parola.
In realtà è un cane dinamico e atletico ma solo quando serve, anche per praticare agility e scarpinate in montagna, per il resto ama rilassarsi.
È un amico che non richiede grandi cure, basta prestare attenzione all’igiene e ad alcune patologie specifiche della razza che coinvolgono gli occhi, le anche e le ginocchia.
Un cane dal percorso storico importante
Il nome Shar Pei significa letteralmente “pelle di sabbia” e rimanda alle pieghe presenti sul corpo, al tocco molto simili alla consistenza delle dune. Ma questa è una particolarità tipica del manto dei cuccioli che diminuisce crescendo.
È una razza antica che affonda le sue radici nella Cina del 2000 a.C. dove il quadrupede veniva utilizzato come animale da guardia, da caccia e da compagnia.
Ma principalmente come animale da combattimento. Un passato quasi incredibile per un cane così riservato e tranquillo. Eppure la razza importata dal Tibet veniva sfruttata in lotte sanguinarie.
Durante la dinastia Ming la Cina visse un periodo di fame e sofferenza e tutti i cani, o quasi, vennero trasformati in cibo.
Una situazione simile si ripresentò durante il regime di Mao Tze Tung che aveva definito i quadrupedi una presenza superflua, pari a una condizione di lusso e agio, così tassandone il possesso.
Questo decretò una vera decimazione di animali di affezione, ma lo Shar Pei riuscì a sopravvivere grazie a pochissimi esemplari utilizzati durante i combattimenti.
E per la compassione di un allevatore cinese, Matgo Law, che spedì una lettera alla rivista americana “Dogs” illustrando le disastrose condizioni in cui versava la razza.
Questo spinse gli americani verso un acquisto di massa, con relativo aumento degli esemplari disponibili e dello stesso prezzo.
Non solo perché gli allevatori USA si concentrarono sulla rugosità della pelle accentuandola fino a ottenere la tipologia di cane ora presente in commercio.
Un’immagine lontana dagli esemplari del passato con un pelo più compatto e meno morbido, tanto da ricordare fisicamente la corporatura di un molosso.