Controcondizionamento del cane: che cos’è e quando serve?
Il controcondizionamento è un metodo particolare che consente di eliminare le risposte negative di Fido agli stimoli esterni (sotto la guida di un esperto)
Il controcondizionamento del cane non è una pratica che ha a che fare solo con il mondo canino. Si tratta di una tecnica di modifica del comportamento utilizzata anche nella psicologia umana e con altre specie animali.
Il suo scopo è molto semplice: consiste nell’invertire la reazione negativa di Fido a un determinato stimolo, trasformandola in un comportamento positivo. In parole povere, eliminare la sua paura o reazione eccessiva a qualcosa che ne influenza negativamente la vita.
Ma cos’è esattamente il controcondizionamento del cane e come può essere d’aiuto con il nostro amico a quattro zampe? Scopriamolo insieme!
Indice
- Cosa significa “controcondizionamento”
- A cosa serve
- Come si pratica
- Sensibilità del cane
- Comportamenti auto-rinforzanti del cane
- Creare nuove associazioni
- Lavorare sugli stimoli
Cosa significa “controcondizionamento”
Il controcondizionamento è letteralmente il condizionamento di un comportamento indesiderato. O meglio è il condizionamento della risposta a uno stimolo che da negativo viene trasformato in positivo, dunque è l’associazione di uno stimolo a una reazione positiva.
Quindi se il nostro cane, ad esempio, ringhia contro gli estranei e reagisce male ogni volta che incrocia un cane o una persona che non conosce, dobbiamo lavorare per associare questo stimolo a una reazione positiva.
A cosa serve
Lo scopo di questa tecnica è davvero molto semplice: è un metodo efficace e duraturo per “trasformare” un cane molto reattivo agli stimoli in un cane più tranquillo e sereno. Ogni cane ha il suo carattere e il fatto che Fido sia allegro ed esuberante non è di certo qualcosa da modificare nel suo comportamento.
Qui ci riferiamo a situazioni-limite in cui un cane abbaia, si lancia addosso ad altri cani o persone oppure ringhia senza controllo, tutte manifestazioni di un tumulto interiore che va assolutamente affrontato. Quando Fido reagisce in modo violento agli stimoli – che si tratti di altri cani, persone, rumori – non dovremmo preoccuparci di sopprimere le manifestazioni esteriori, piuttosto dovremmo concentrarci sulle emozioni interne che causano determinate reazioni.
Le manifestazioni esteriori, le reazioni eccessive e apparentemente incontrollabili (e a volte pericolose) sono solo il sintomo di qualcosa che non va e che deve esser cercata nella mente del nostro cane, in un suo disagio.
È un ragionamento che possiamo estendere anche a noi esseri umani. Se andiamo dallo psicologo perché soffriamo di una fobia per i ragni, ad esempio, il medico non curerà la nostra paura tappandoci la bocca per impedirci di urlare, bensì cercherà di capirne le cause e di aiutarci ad associare l’immagine del ragno a qualcosa di positivo.
Il controcondizionamento consiste proprio in questo: prendere una paura, un’ansia, un oggetto o un altro essere che causa una reazione negativa e trasformarla in qualcosa di positivo.
Come si pratica
Il controcondizionamento del cane non è impossibile, anzi il nostro Fido è abituato a lavorare su stimoli e risposte. In fase di addestramento lavoriamo sempre su questo binomio e il cane memorizza che a un determinato stimolo deve rispondere con una precisa reazione. Tuttavia sarebbe auspicabile cimentarsi in questo metodo con il supporto di un professionista.
Reazioni positive
Possiamo fare diversi esempi, facilmente osservabili nella vita di tutti i giorni. Ad esempio il cane che vede il guinzaglio reagisce scodinzolando perché sa che andrà a fare la sua passeggiata. O ancora quando prendiamo la ciotola del cibo, Fido ci anticipa e si reca nel luogo in cui abitualmente mangia perché sa che è l’ora della pappa.
Ma possiamo continuare: se il cane sente il campanello di casa, potrebbe iniziare ad abbaiare perché sa che stanno arrivando ospiti. Oppure quando vede il clicker può iniziare a fare le feste, perché associa l’oggetto alla sua dose quotidiana di esercizio.
Reazioni negative
Allo stesso modo, però, il nostro Fido potrebbe imparare ad associare a determinati stimoli qualcosa di negativo e spiacevole. Se il cane ha paura dei temporali, potrebbe avere imparato ad associare i piccolissimi e impercettibili cambiamenti nel campo elettrico statico a una tempesta imminente.
Se il cane non ama stare a contatto con gli estranei, specialmente in casa propria, potrebbe associare il suono del campanello a qualcosa di negativo, esprimendo un disagio. Può capitare anche che il nostro Fido in passato abbia vissuto l’esperienza negativa di essere attaccato da un altro cane: anche in questo caso, la presenza di un cane estraneo causerà una reazione negativa.
Sensibilità del cane
Se è vero che il cane lavora sempre “per associazione”, spesso le reazioni a uno stimolo sono dovute semplicemente a un fattore di sensibilità. Ci sono cani “geneticamente” più paurosi rispetto ad altri, oppure lo stato perenne di paura, ansia o disagio potrebbe essere causato da un problema di salute.
Quindi prima di parlare di controcondizionamento del cane dobbiamo conoscere le cause esatte della reazione negativa del nostro Fido. Non è detto che, ad esempio, un cane che reagisce male alla presenza dell’uomo abbia subito nel suo passato atti di violenza da parte degli esseri umani. Potrebbe essere semplicemente intimorito dal tono di voce profondo o troppo alto, oppure dalla postura e dalle dimensioni della persona che si ritrova davanti.
Comportamenti auto-rinforzanti del cane
Avere paura, nascondersi, abbaiare, ringhiare spesso non sono reazioni negative a uno stimolo esterno, sono semplici comportamenti auto-rinforzanti. Significa che sono comportamenti istintivi del cane che attua in maniera del tutto spontanea per pura sopravvivenza, che è alla base dell’istinto di tutte le specie.
Se per il cane reagire in un modo vuol dire salvarsi e preservarsi, continuerà a comportarsi sempre nello stesso modo in determinate situazioni: è sopravvivenza!
Torniamo all’esempio di prima: se un cane che ha paura dei temporali ogni volta si nasconde sotto il letto e lì non gli accade nulla di brutto, continuerà a ripetere questo comportamento perché sa di essere al sicuro.
Creare nuove associazioni
Il controcondizionamento del cane, con tempo e pazienza, ci permette di eliminare queste associazioni apprese da Fido nel corso della sua vita, per crearne di nuove. In questo modo, man mano che il cane abbandona le vecchie associazioni per lasciar spazio a quelle nuove, spariranno tutte le reazioni eccessive che ha avuto fino a quel momento.
Letteralmente “controcondizionamento” significa proprio disimparare: il cane elimina una risposta negativa, sostituendola con un comportamento opposto, positivo e certamente più utile.
Lavorare sugli stimoli
Alla base del controcondizionamento del cane c’è il rinforzo positivo, vale a dire che dobbiamo associare a ogni stimolo negativo qualcosa di estremamente piacevole per Fido. Così ogni volta che il cane si trova di fronte a un estraneo, sente il rombo di un tuono, incrocia un altro cane o sente il campanello di casa possiamo dagli un dolcetto o uno snack, un piccolo premio.
In questo modo con il tempo lo stimolo che è interpretato negativamente dal cane inizia a trasformarsi in qualcosa di meno minaccioso o spaventoso.
Naturalmente praticare il controcondizionamento del cane non è qualcosa da prendere alla leggera e va sempre fatto sotto la guida di uno specialista del comportamento canino, del veterinario o di un bravo addestratore.