Come rianimare un cane anziano: tutti i passaggi e come agire in caso di perdita dei sensi

La salute di Fido è al primo posto, e va monitorata soprattutto quando inizia a invecchiare. Ecco come rianimare un cane anziano nel modo giusto

Sapere come rianimare un cane anziano, e di qualsiasi altra età, è importante: può fare la differenza tra la vita e la morte. Infatti, è bene essere sempre pronti a ogni eventualità, la rianimazione cardiopolmonare per il nostro adorato Fido, ma vale per qualsiasi altro essere vivente, deve avvenire tempestivamente, ogni secondo perso può compromettere la salvezza del nostro amico a quattro zampe. Colui che consideriamo alla stessa stregua di un figlio.

È una di quelle pratiche che speriamo non debbano servire mai, ma che è caldamente consigliato conoscere per affrontare al meglio un’eventuale emergenza. E farsi trovare preparati è indispensabile. Ecco allora che, oltre al kit di primo soccorso, dobbiamo essere addestrati per fronteggiare quante più situazioni di pericolo possibile. Non si tratta solo di conoscere le manovre, ma anche di saper gestire l’emotività che vedere star male Fido ci provoca inevitabilmente.

Uno sguardo di insieme

cane con occhi chiusi

Ogni fase della vita del nostro amico a quattro zampe prevede degli approcci leggermente diversi. Ci si deve adattare alla fisionomia e alle condizioni di salute generale. Rianimare un cucciolo di cane richiede un’attenzione e una sensibilità maggiore, visto che il suo organismo è più delicato. Di contro un esemplare ormai vecchietto deve essere coccolato per motivi differenti, ma siamo sempre di fronte a un soggetto più debole rispetto a un adulto.

Sapere come rianimare un cane anziano può farci vivere più serenamente gli ultimi anni del nostro adorato Fido, il nostro compagno di avventure, il più fedele, colui che si è dimostrato sempre comprensivo e che ce ne ha perdonate tantissime. Perché lui fa attenzione alla sostanza, non alla forma e gli basta sapere che noi gli vogliamo bene, che non lo abbandoneremo mai e che potrà sempre riporre la sua fiducia in noi senza rimanere deluso.

Quando è importante il nostro intervento

cane senza forze

Fermo restando che non bisogna mai improvvisare e pensare che il fai da te o l’approssimazione siano sufficienti per salvare la vita alla nostra piccola palla di pelo, ci sono delle situazioni in cui siamo chiamati ad agire, se non vogliamo assistere al decesso del nostro quadrupede. L’approccio del veterinario, infatti, è sempre preferibile, mai scontato e auspicabile. Meglio una visita in più che un problema trascurato e che peggiora.

Se il nostro amico a quattro zampe, però, ha bisogno di un intervento immediato, perché non respira più e non c’è il tempo materiale di raggiungere lo specialista, non dobbiamo tirarci indietro. Siamo l’ultima spiaggia di Fido e dobbiamo fare tutto il possibile per fare in modo che abbia ancora qualche anno da vivere.

L’eccezionalità dell’evento e il fatto che ogni tentativo sia disperato richiedono una preparazione di un certo livello, sotto diversi punti di vista e tutti complementari gli uni con gli altri. Si tratta pur sempre di un’operazione salvavita da praticare quando il nostro amico a quattro zampe non respira più. A tal proposito, può tornare utile sapere perché e come muoversi quando il cane anziano respira male: potrebbe essere l’anticamera di qualcosa di più serio.

Dobbiamo imparare a utilizzare il kit del pronto soccorso e la tecnica più efficace per guadagnare del tempo in attesa di poterlo portare in clinica o dal proprio veterinario di fiducia per un intervento mirato e consapevole. Optiamo naturalmente per il posto più vicino, ogni attimo è prezioso (anche in ottica neurologica). Più sono i secondi durante i quali il cervello non riceve ossigeno, più aumenta il rischio di danni permanenti e conseguenze anche in termini di qualità della vita.

Calma e sangue freddo

cane incosciente

La cosa più importante, altrimenti sapere come rianimare un cane anziano serve a poco e si rischia di vanificare tutti i nostri forzi, è riuscire a tenere sotto controllo la tensione e la paura che il nostro amico non possa farcela. La velocità e la precisione, quando c’è la vita di Bau o di qualsiasi altro essere vivente in ballo, fanno la differenza. Per una manovra corretta ed efficace si devono seguire degli step ben precisi:

  • Individuiamo un luogo stabile e distendiamo delicatamente il nostro amato Fido sul fianco destro;
  • Mettiamo i palmi delle mani in corrispondenza della cassa toracica, dove si trova il muscolo cardiaco (nel punto in cui la zampa anteriore si collega al tronco);
  • Comprimiamo sul torace in modo tale che la compressione vada da 1/4 a 1/3 rispetto alla misura del torace;
  • La velocità corretta è di 100 o 120 compressioni al minuto. Ogni 30, tenendo la bocca del cane completamente chiusa, respiriamo nel suo naso per due volte (in alternativa possiamo usare una mascherina, più funzionale e igienica);
  • Ripetiamo la tecnica fino a quando il nostro amato Fido non torna a essere reattivo.

Una precisazione è d’obbligo però: è importantissimo verificare l’eventuale assenza di battito, in caso contrario infatti non bisogna assolutamente fare il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. Ecco spiegato uno dei motivi per cui non si può improvvisare e ci si deve preparare per tempo.

Le compressioni, un approccio consapevole

Come possiamo rianimare un cane anziano? Ricordiamoci sempre che cambia l’approccio a seconda dell’età. Con gli esemplari di piccole dimensioni o i cuccioli, possiamo usare anche una mano sola con la quale avvolgiamo lo sterno e procediamo con le compressioni toraciche. Per il bulldog, o razze simili, per esempio, la rianimazione deve avvenire in posizione supina.

Con i cani piccoli (sotto i 13 o i 14 chili) è meglio premere da un centimetro e mezzo a cinque centimetri al massimo, mentre per un esemplare grande si deve andare da un minimo di due e mezzo a un massimo di sette. Insomma, bisogna allenarsi quando non ci sono emergenze in corso e si ha il tempo di automatizzare il meccanismo.

La manovra di Heimlich, che cos’è?

orecchie lunghe del cane

Qualora, dopo la rianimazione cardiopolmonare, il respiro non dovesse riprendere normalmente, è molto probabile che ci si trovi di fronte a un’ostruzione delle vie respiratorie. In questo caso giriamo il nostro amico a quattro zampe al contrario (con il dorso contro il nostro petto) e incrociamo le mani sotto la gabbia toracica. A questo punto, applichiamo cinque forti pressioni sull’addome.

Successivamente verifichiamo se nella bocca o attraverso le vie respiratorie è presente un corpo estraneo che ostruisce il passaggio dell’ossigeno. Se c’è, rimuoviamolo delicatamente e procediamo con altri due respiri artificiali. Questa manovra è valida anche nel caso del soffocamento del nostro amico a quattro zampe.

Facciamo attenzione a come procediamo con la rimozione. Un movimento errato potrebbe far sì che l’oggetto scenda ancora più in profondità, non facendo altro che peggiorare la situazione. Nell’eventualità in cui fosse un felino ad aver bisogno di questa tipologia di operazione, la manovra è la stessa di quella per i cani di piccola taglia oppure ancora cuccioli.

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