Come gestire il particolare pelo rasta del Komondor?
Vedere tutti quei rasta sul Komondor è davvero strano e gestirli richiede una certa cura: scopriamo insieme qualcosa di più!
Ci sono cani in grado di sorprenderci anche solo al primo sguardo e il Komondor, con tutta quella cascata di rasta, è proprio uno di questi. Sembra impossibile gestire quello strano pelo!
Ma è davvero così? In verità la toelettatura e la cura del mantello di un Komondor richiede sì esperienza e una certa manualità, ma è meno macchinosa di quanto si possa pensare. Di certo una cosa imprescindibile se ci prendiamo cura di un cane del genere è il tempo: dobbiamo averne a disposizione per farlo al meglio.
Ma come mai si formano questi rasta nel mantello del Komondor? E cosa dobbiamo fare per mantenerli perfetti, sempre e comunque? Scopriamo di più!
Indice
- Origine del “cane mocio”
- Perché si formano i rasta nel Komondor
- Come prendersi cura del pelo
- Komondor rasato, sì o no?
- Quanto costa un cane coi rasta
Origine del “cane mocio”
Lo chiamano “cane mocio” o anche “cane rasta”. Qualunque sia il soprannome che vogliate affibbiargli, sappiate che il Komondor è un cane dalle origini antichissime, sebbene oggi sia una delle razze canine più amate e simboliche dell’Ungheria. Lì viene allevato come cane da pastore (ma anche da esposizione), ma prima di giungere ai giorni nostri dobbiamo fare un balzo temporale a oltre 1.000 anni fa.
Gli esperti concordano nell’affermare che tra i suoi antenati vi fossero gli antichi cani del Tibet che, grazie ai pastori nomadi dell’Asia, giunsero poi in Europa e anche in Ungheria. Questo spostamento ha fatto sì che via via si incrociassero questi cani asiatici insieme ai cani autoctoni, tutte razze da pastore che alla fine si espressero in una selezione mirata a creare il cane perfetto: il Komondor era un caso davvero unico, uno di quei cani che al primo sguardo ti cattura e che non puoi fare a meno di chiederti se sia una creatura di questo mondo!
I pastori conoscevano bene le esigenze del proprio mestiere e nel Komondor hanno trovato l’esemplare perfetto. Non solo era un ottimo cane da guardia del gregge, ma aveva un aspetto che gli consentiva di mimetizzarsi tra le pecore a cui doveva badare. Un ottimo modo per tenere alla larga i predatori, insomma.
C’è stato un momento nella storia del Komondor in cui abbiamo seriamente rischiato di non poterlo più ammirare. Nel 1920, però, grazie al lavoro degli allevatori – non solo ungheresi, ma anche oltreoceano – la razza è stata recuperata e ancora oggi è un vero fiore all’occhiello della categoria cani da lavoro.
Perché si formano i rasta nel Komondor
Il Komondor ha un mantello talmente strano da sembrare surreale. Siamo abituati a vedere cani con peli di ogni tipo, consistenza, colore e lunghezza ma questo è proprio unico: il “cane mocio” deve il suo soprannome proprio ai rasta che si formano nel mantello, che via via crescono e diventano lunghi ricoprendolo come una cascata di cordicelle. È proprio vero che neanche sembra un cane!
Questa particolarità si deve a una naturale conformazione del mantello, composto essenzialmente da due strati. Il primo, quello più interno e non visibile, è un sottopelo folto ma morbido e fine che viene ricoperto da un secondo strato molto più ruvido e pesante. L’unione di questi due strati di pelo genera quell’aspetto infeltrito e cordato che è tipico della razza e che, di fatto, rappresenta il suo tratto distintivo.
Per arrivare ai rasta veri e propri, però, occorre un processo ben preciso che ovviamente spetta a una mano esperta. Come abbiamo spiegato a proposito della toelettatura del Komondor, molti allevatori consigliano di tirare delicatamente i peli con le mani, scegliendo dunque a nostro piacimento lo spessore dei rasta. Questo delicato quanto fondamentale passaggio consente non solo di districare i nodi senza strappare i peli (cosa che accadrebbe usando la normale spazzola), ma anche di conferire al cane un aspetto ordinato controllando che i due strati di pelo non si fondano al punto tale da non potersi più separare.
Come prendersi cura del pelo
Rasta sì, ma non nodi e grovigli. L’aspetto scombinato e infeltrito del Komondor non deve trarci in inganno. Le cordelle che si formano “naturalmente” non si devono all’accumulo di sporcizia come accade generalmente negli altri tipi di mantello, ma ciò non esclude il fatto che servano tante cure e attenzioni.
La consistenza del pelo del Komondor e la sua lunghezza sono fattori di “rischio” per il cane, perché un simile mantello tende ad accumulare scorie, detriti di ogni genere e anche “ospiti” indesiderati più di altri. Ecco perché è essenziale prendersene cura quotidianamente, badando bene che la pelle resti sempre sana e usando prodotti specifici. Se non sapete da dove cominciare, affidatevi sempre a un bravo toelettatore professionista!
Komondor rasato, sì o no?
Assolutamente no. Tosare i cani è da escludersi, a meno che non vi siano esigenze particolari e sia una richiesta specifica del veterinario o del toelettatore. Il pelo rappresenta una protezione per il cane e, nel caso del Komondor, serve a renderlo immune dalle basse temperature, dalle infiltrazioni di acqua e da eventuali lesioni. Insomma, da tutto ciò che fa parte del suo ambiente “naturale” di cane da pastore.
Quanto costa un cane coi rasta
Ma questa meraviglia della natura dal carattere un po’ burbero e solitario quanto costa? Nonostante le dimensioni importanti (il Komondor è grandissimo!), il prezzo in genere non supera i 1.000 euro, meno del “cugino” Puli che è un’altra razza da pastore ungherese ma di dimensioni più piccole. Tantissimo, vi direte. Un cane del genere, però, è piuttosto raro e non è facile trovarne allevamenti non solo in Italia ma anche in altre parti d’Europa. È un costo necessario.
A questo dobbiamo aggiungere anche le spese per cibo, mantenimento, visite veterinarie e toelettatore professionista (che male non fa). Gestire i rasta di un Komondor non è per tutti, come non lo è il suo temperamento particolare tanto quanto il suo mantello. Pensateci bene prima di adottare un quattro zampe come questo: prendersi cura di un cane vuol dire anche poter sopperire a tutte le sue esigenze. Se non ne siamo in grado o non ne abbiamo la possibilità, meglio che sia qualcun altro a occuparsene!