Come avvicinare un cane spaventato: cause e approcci efficaci
La salute psicofisica del nostro peloso è prioritaria. Ecco allora che, quando lo incontriamo, sapere come avvicinare un cane spaventato è fondamentale
Trema, manda le orecchie indietro e non vuole essere disturbato per nessuna ragione al mondo. Ma come possiamo avvicinare un cane spaventato, semplicemente per tranquillizzarlo o perché magari si trova in una situazione di pericolo? L’importante è che, in condizione di sicurezza, abbia una via di fuga e che non si senta in trappola; dopodiché è necessaria molta pazienza e una buona dose di comprensione.
Prima di agire, però, qualora dovessimo essere in grado di scoprirlo, è bene capire le ragioni che lo hanno portato a mettersi sulla difensiva e che cos’è che lo preoccupa a tal punto da avere delle conseguenze anche fisiche. In generale, più conosciamo il linguaggio del corpo del cane e l’indole della nostra piccola palla di pelo, più probabilità abbiamo di intervenire in maniera efficace e tempestiva.
Uno sguardo di insieme
Come possiamo avvicinare un cane spaventato? Partiamo, innanzitutto, dal presupposto che non sono solo quelli randagi, che vivono tra i pericoli della strada o nelle gabbie un metro per un metro dei canili, ad avere paura. Anche il nostro amico a quattro zampe potrebbe averne e va aiutato. Certamente però, in determinati contesti, le probabilità di notare alcuni stati d’animo sono più frequenti. Un cane, infatti, non è nato per vivere in rifugio. Ogni muscolo del suo corpo, ogni pensiero della sua mente glielo ricordano. Adottare un cane traumatizzato, quindi, è un estremo atto d’amore che va fatto con la giusta consapevolezza. Se andremo fino in fondo, la vira che salveremo salverà anche la nostra e saprà esserci grati per la vita.
Poi ci sono gli esemplari che hanno paura per natura, che hanno caratteri e temperamenti poco temerari. Nulla di cui preoccuparsi, quando il rapporto tra il quadrupede e il suo compagno di vita hanno fiducia l’uno nell’altro, ma non si può dire lo stesso quando si tratta di incontrare persone o animali che non rientrano nel nucleo familiare.
La fase di socializzazione, importantissima e che segna tutta l’esistenza, va cominciata precocemente e si dovrà tenere conto del punto di partenza del nostro fedele amico. Soprattutto se siamo alla prima esperienza teniamo presente che ci sono dei corsi di addestramento per cuccioli, ideati da etologi certificati. Non sottovalutiamoli, potrebbero essere molto utili per migliorare l’approccio alla vita del nostro adorato Fido.
Perché Fido ha paura
La convivenza tra bipedi e quadrupedi, sempre più simbiotica, non ha solo ridotto il divario comunicativo inevitabile tra due specie così diverse fra loro, ma ha anche creato una sorta di somiglianza. Infatti, per quanto le differenze siano molteplici, i punti in comune non sono pochi. E il modo in cui i cani e gli esseri umani vivono le situazioni di ansia e stress non è poi così differente.
Come le persone, infatti, i nostri amici a quattro zampe sono caratterizzati da personalità diverse le une dalle altre ed estremamente individuali. Gli addestratori li classificano sotto le macrocategorie “sottomesso” e “dominante”. Nel nostro caso Fido è sottomesso e avrà un determinato ruolo nella gerarchia che si viene a creare all’interno di un branco, che sia addomesticato o che viva ancora allo stato brado.
Gli approcci, ovviamente, a seconda dello stato d’animo, devono cambiare sensibilmente. Infatti, l’aggressività non è propria solo dei cani cattivi (che non esistono, al massimo sono il frutto del maltrattamento dell’uomo), nella maggior parte dei casi infatti nasce per via del timore che qualcosa o qualcuno possa fare loro del male. Sostanzialmente è una tecnica di difesa.
Per capire se siamo nella condizione appena descritta basta sapere interpretare correttamente il linguaggio del corpo. Se Bau ha la coda alta, mostra i denti oppure sgrana gli occhi sono chiari segnali di un’aggressione che da lì a poco verrà messa in atto. Ecco allora che, prima di capire quale sia l’approccio migliore per comunicare con lui, è meglio allontanarsi e non correre rischi che possono avere conseguenze anche di una certa entità.
Metodi efficaci di avvicinamento
Come avvicinare un cane spaventato? Le tecniche sono molteplici e dipendono dalla singola situazione che siamo chiamati ad affrontare. Prima di tutto, è bene mantenere la calma, visto che i sensi del nostro amico a quattro zampe sono talmente sviluppati da fiutare (letteralmente) il nervosismo e la preoccupazione. Questo, infatti, Ciò potrebbe provocare una reazione a specchio e innescare un attacco nei nostri confronti.
Inoltre, può rivelarsi vincente comportarsi come se il cane non ci fosse, è meglio ignorarlo e fargli credere che non ci stiamo occupando di lui. Lo sguardo fisso, sia nel mondo di Fido che in quello di Miao, è un segnale di sfida. Motivo per cui è sempre meglio evitarlo: distogliamolo prima che creda di doversi difendere.
Passi lenti e leggeri devono andare di pari passo con uno sguardo solo all’apparenza distratto. L’obiettivo è che non ci legga come una minaccia. In tal senso, potrebbe aiutare l’utilizzo di un tono di voce basso, in maniera tale da rassicurare la nostra piccola palla di pelo, o quella che potremmo presto adottare e togliere dalla strada.
Inoltre, abbassiamoci al suo livello, evitiamo che l’altezza elevata possa farlo sentire sopraffatto o in trappola. Simuliamo il loro modo di comunicare e gettiamoci a terra, supini, come fossimo dei cani con le zampe all’aria: sarà un segnale di pace inequivocabile!
Cosa fare in caso di fuga o per difendersi
Come avvicinare un cane spaventato? Se il nostro amico a quattro zampe dovesse fuggire, non commettiamo l’errore di inseguirlo: non faremmo altro che peggiorare la situazione. Si sentirà braccato, come se fosse la preda durante una battuta di caccia e farà di tutto per non essere catturato. Inoltre, se non conosciamo bene la zona, potremmo finire in un vicolo cieco, faccia a faccia con un animale pronto a tutto per salvaguardare la propria incolumità.
Ci sono due approcci, se il primo non è andato a buon fine. Il primo è concludere il tentativo e lasciarlo solo. Occorre ricordare che la nostra sicurezza è la cosa più importante. Non vale la pena rischiare di essere morsi e contrarre malattie (come la rabbia o il tetano) e persino rimetterci un dito.
Mi raccomando, però, massima cautela. La chiave di tutto è la pazienza. Una volta che l’esemplare in questione si fiderà di noi, il fine sarà raggiunto. In quest’ottica, potremmo provare a prenderlo per la gola. Se abbiamo dei croccantini per cani o degli snack appositi, proviamo a darglieli con la mano. Se mostra aggressività, lasciamoglieli per terra. Con un po’ di fortuna, sarà solo una questione di tempo.