Chirurgia elettiva nel cane: si può fare? In che consiste?
Noi pensiamo subito a un lifting per sentirci più belli: la chirurgia elettiva nel cane, in una parola, è quella facoltativa, non salvavita. Ecco i dettagli
Chirurgia elettiva nel cane: sembra qualcosa di complicato; altro non è che quella branca che si occupa di tutti gli interventi non salvavita, non direttamente collegati alla sopravvivenza del nostro fedele amico.
Per semplificare, pensiamo al chirurgo plastico che asseconda il desiderio di sentirsi più belli, senza che ci sia un reale bisogno di sottoporsi a un intervento: una liposuzione, un lifting al viso. Attenzione però a non fare confusione con le operazioni che invece servono a migliorare la funzionalità di qualche apparato, come per esempio un intervento al setto nasale in un paziente con difficoltà respiratorie. La linea è sottile.
Un po’ di chiarezza
La chirurgia elettiva nel cane è quella intrapresa per scelta, facoltativa; quella che non deve essere fatta per salvare o stabilizzare la vita di un amico a quattro zampe particolarmente sfortunato.
Individuare la branca nel campo dei bipedi è facile, ma quali sono gli interventi non necessari a cui possono essere sottoposti i quadrupedi? Uno tra tutti il taglio delle orecchie o della coda. La vera domanda allora è: vanno fatti o no? Sono solo atti di barbarie?
Non c’è solo il bianco e il nero
Rispetto alla chirurgia elettiva nel cane, ci sono tipologie di interventi considerati poco utili alla salute di Fido e assolutamente privi di senso dagli animalisti più puri che credono che le sofferenze post-operatorie non valgano la pena, considerando che poi a decidere non è nemmeno il paziente.
Vale di più il pedigree quindi o il benessere psicofisico del nostro amico a quattro zampe che deve essere rispettato per quello che è, coda e orecchie comprese? Qui ci si divide, e ci si divide anche perché esiste anche un’ampia area grigia rispetto alla quale non è poi così facile esprimersi. Stiamo parlando di tutti quegli interventi non salvavita che comunque offrono dei benefici alla salute di Fido.
I lipomi, altrimenti conosciuti come depositi di grasso, vanno rimossi? Molti veterinari, una volta raggiunte dimensioni importanti, raccomandano questo tipo di operazione. Tutto dipende dalla natura, benigna o maligna (nel secondo caso si tratta di chirurgia necessaria), e dalla possibilità che possano crescere o meno.
Rapporto costi e benefici
Nella chirurgia elettiva nel cane tutto – o quasi – sta nel famoso rapporto prettamente economico che però si allarga a qualsiasi area di interesse: l’analisi costi e benefici.
Una branca esemplificativa in tal senso è quella odontoiatrica. Quali interventi sono elettivi e quali necessari? Se i denti sono estremamente logori, se il nostro Fido presenta gengiviti o infezioni profonde, dove sta il confine tra facoltativo e non?
Il parere del veterinario
Molto spesso un’attenta valutazione porta il veterinario a consigliare l’operazione per migliorare e salvaguardare la qualità della vita del paziente. Il lato negativo è che, poiché queste procedure elettive richiedono una qualche forma di anestesia e invasione chirurgica, non sono del tutto prive di rischi. Cosa succede quando il cane si opera?
Con i moderni protocolli i pericoli connessi agli anestetici per il cane vengono ridotti al minimo; e uno strumento importante per identificare un eventuale paziente a rischio è la valutazione del profilo ematochimico. Lo screening del sangue nella fase pre-operatoria è fondamentale per individuare possibili problemi latenti o nascosti, e non farsi cogliere impreparati davanti al tavolo operatorio.
Il fattore tempo
Certe valutazioni vanno fatte insieme al proprietario, che va informato di tutti i pro e i contro della chirurgia elettiva nel cane nel caso specifico in esame. In molti casi però, strano a dirsi, il fattore tempo è importantissimo.
In casi oncologici, per esempio, operare precocemente può avere dei benefici notevoli nel lungo periodo, ed evitare che un intervento facoltativo si trasformi in salvavita più in là. Lesioni ai legamenti, fratture, danni alla cartilagine, la degenerazione dell’artrite possono portare conseguenze irreversibili: una chirurgia correttiva o ricostruttiva tempestiva può fare la differenza.
La displasia dell’anca
Un caso esemplificativo di chirurgia elettiva nel cane è la displasia dell’anca. Se, infatti, l’operazione chirurgica sarà efficace indipendentemente dal fattore tempo, la decisione di intervenire dipende dalla gravità dei segni clinici e da quanto gravemente sia compromessa la qualità della vita del nostro amico a quattro zampe.
Indipendentemente dal grado di artrite, è ragionevole pensare che un’anca artificiale sia più funzionale rispetto a una organica compromessa. Il veterinario tuttavia non consiglia mai un intervento di impianto totale di protesi, a meno che non ci siano segni clinici di una certa entità.
Sì o no?
Cane sterilizzato o no? Quella massa dovrebbe essere rimossa prima che diventi un cancro potenzialmente letale? L’alitosi indica che è necessaria una procedura dentale?
Gli interventi, di norma, vengono consigliati quando il problema influenza negativamente la qualità della vita di Fido, e se il passare del tempo può compromettere la riuscita dell’operazione più avanti.
Quando si parla di chirurgia elettiva nel cane, tutto sta nella analisi costi e benefici. Uno specialista scrupoloso e preparato deve mettere sui piatti della bilancia tutti gli elementi necessari affinché il proprietario possa prendere una decisione consapevole.