Pungsan | |
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Esemplare di Pungsan |
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Dati generali | |
Etimologia | Il nome è dato dalla terra d’origine, la Contea di Pungsan (l’attuale Kimhyŏnggwŏn, in Corea del Nord) |
Genitori | Razza originaria della Corea del Nord |
Presente in natura | No |
Longevità | 12-15 anni |
Impieghi | Cane da compagnia, cane da caccia, cane da guardia |
Taglia | Medio/Grande |
Peso maschio | 25 – 30 kg |
Peso femmina | 20 – 25 kg |
Prezzo | Non quantificabile |
Colori | Bianco, Bianco sporco |
Il Pungsan è un cane di origine coreana, più precisamente viene dall’Altopiano di Kaema, un territorio appartenente alla Corea del Nord.
È un cane molto antico e anche assai raro, non troppo conosciuto al di fuori della sua zona d’origine, della Cina e del Giappone. Infatti, ancora non ha ottenuto il riconoscimento ufficiale della FCI.
Da sempre era utilizzato come ottimo cane da caccia, ma oggi è riconosciuto anche come un buon cane da guardia.
Scheda informativa del Pungsan | |
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Anallergico | No |
Per bambini | Sì, giocherellone ed affettuoso, ma attenzione alla sua esuberanza |
Per anziani | No, per il bisogno di esercizio |
Con altri cani | Socievole se abituato da cucciolo |
Con gatti | Diffidente, meglio evitare contatti con loro |
Rumoroso | Moderatamente |
Sport | Esercizio fisico all’aria aperta frequente |
La storia del Pungsan è avvincente. È nato e cresciuto nella Contea che dà il nome al cane stesso, ovvero quella di Pungsan (Corea del Nord).
Qui le temperatura sono sempre state molto basse e le condizioni climatiche non sono delle migliori: il Pungsan infatti è un cane abituato a vivere in climi assai rigidi, con inverni pieni di metri di neve.
La storia del Pungsan si incrocia con quella del Jindo (altra razza tipica della Corea, però del Sud). Tutto cominciò con le invasioni giapponesi che avvennero nel corso del 1900, quando il Giappone tentò di sottomettere completamente tutta la Corea.
Così facendo, non soltanto invase il territorio e cercò di imporsi militarmente e politicamente, ma fece in modo di soppiantare anche la cultura coreana per sostituirla con quella giapponese.
Tutto questo dunque si ripercosse anche sui cani tipici, tre razze delle quali erano nate e cresciute da sempre nelle zone coreane: il Jindo (Corea del Sud), il Pungsan (Corea del Nord) e il Sapsali (Corea Sud/Ovest).
Di queste razze che rappresentavano il simbolo della Corea e l’appartenenza a quel tipo di cultura, riuscirono a sopravvivere molti esemplari soltanto di Jindo e Pungsan. Il Sapsali venne quasi del tutto sterminato per fare pellicce per i soldati giapponesi: solo grazie a qualche appassionato si riuscì a mantenere in vita qualche esemplare che portasse avanti la razza.
Questo perché il Giappone si sentiva superiore alla Corea a tal punto da potersi permettere di dominare ogni settore. Il Pungsan e il Jindo sopravvissero solo perché alcuni studiosi diffusero l’ipotesi che potessero avere dei tratti genetici antichissimi che risalivano anche a razza di cani giapponesi.
Dato il forte senso di appartenenza e di orgoglio nazionale tipico del Giappone dei tempi, sarebbe stato un affronto uccidere una razza di cane che aveva il sangue giapponese.
Così il Pungsan riuscì a non essere sterminato completamente. Si racconta che, a guerra finita e raggiunta l’indipendenza della Corea solo nel 1945, si tentò un incrocio fra un Jindo e un Pungsan, come segno di unione fra il Sud e il Nord. Col tempo, poi, si sono perse le tracce di questo tentativo.
Quello che sappiamo con certezza è che il Pungsan continuò ad essere allevato nella Corea del Nord, dove divenne oltre che tesoro nazionale, anche proprietà assoluta del luogo. Era infatti vietato portarlo fuori dai confini nazionali.
Un particolare simpatico è quello che avvenne nel 2000 durante l’incontro relativo alla “Sunshine Policy” fra il Keam Dae Jung (leader della Corea del Sud) e Kim Jong-il (leader della Corea del Nord).
Come segno di unione e di “pace”, la Corea del Nord scelse di donare in segno di riconoscimento due esemplari di Pungsan. Questo portò alla diffusione del cane anche oltre i confini nazionali del Nord.
Il prezzo di un esemplare di Pungsan è impossibile da stabilire, considerando che il cane è sempre stato diffuso soltanto nel territorio nazionale. Questo perché c’erano addirittura delle restrizioni imposte dallo Stato stesso che ne impedivano la diffusione.
Il Pungsan è sempre stato un ottimo cacciatore, con ferocia e intelligenza tali da poter cacciare anche la selvaggina più temibile.
Si racconta che nel corso della storia il Pungsan siano stato capace, insieme al Jindo, non solo di cacciare una tigre, ma anche di sconfiggerla!
Caratteristica del Pungsan è quella di essere molto leale e fedelissimo, con uno spirito di protezione che lo porta a mettere la sua famiglia umana sempre al primo posto.
Ama l’uomo e è propenso ad instaurare una bella amicizia con lui, anche se ci vuole un po’ di tempo per prendere la dovuta confidenza. Con gli estranei non ha grossi problemi: o non li considera oppure ci mette un po’ prima di prendere confidenza e fidarsi.
È intelligente, sveglio e sempre vispo e attivo: ama stare all’aria aperta, fare lunghe passeggiate e sfogare tutte le energie che ha accumulato.
L’esercizio fisico è necessario per questa razza. Se non fosse fatto nel modo giusto e con la dovuta costanza, potrebbero esserci dei problemi logistici.
Dunque: si faccia attenzione alle cose di casa! Distruggere, anche involontariamente, qualcosa perché non ha sfogato abbastanza le sue energie.
La sua indole non è proprio calma e tranquilla, quindi è importante fare in modo che il Pungsan si fidi di noi e agire su di lui fin da piccolo, in modo tale da stabilire dall’inizio un bel rapporto di reciproco amore e fiducia.
L’addestramento di un esemplare di Pungsan è molto difficile: è molto intelligente, testardo e vuole fare tutto a modo suo. L’umano deve essere molto forte e autoritario, tanto da imporre fin da subito il suo predominio.
Ci vuole rigore, autorità, pazienza ma anche calma e tranquillità: il cane deve imparare a fidarsi di noi e capire che le nostre regole servono alla collaborazione.
Fermezza, gentilezza e anche abbastanza esperienza saranno le parole d’ordine per entrare in confidenza con un esemplare di Pungsan. Se dovessero mancare queste caratteristiche, sarà consigliabile farsi aiutare da qualcuno ad educarlo per avere dei riscontri più positivi.
È un cane abituato a vivere in luoghi impervi, in climi eccessivamente rigidi e a cacciare la selvaggina più temibile che ci sia. La sua indole non è troppo tranquilla o adorabile, per questo spesso potrebbe avere atteggiamenti aggressivi. Sarà bene allora frenare questi suoi istinti e cercare di controllarli come meglio si riesce.
Oltre a questo, bisogna sottolineare un aspetto: si annoia molto facilmente! L’addestramento dunque deve avvenire in modo costante e in piccole dosi. Giochi, scherzi, percorsi che sviluppano l’intelligenza sono essenziali per mantenerlo concentrato.
Così facendo, diventerà un fedelissimo amico, sempre pronto a proteggerci e a cacciare insieme a noi.
Il Pungsan è una razza di taglia medio-grande, con un’aspettativa di vita che si aggira circa intorno ai 10-11 anni.
Le sue zampe sono molto possenti, resistenti, con una muscolatura tonica e molto sviluppata. Questo gli ha sempre permesso di avere tutta la forza necessaria per lanciarsi all’avventura e alla caccia di animali difficili da acciuffare.
Il suo corpo è tonico, resistente e davvero pronto a qualunque tipo di clima o di situazione molto stancante.
Il peso di un esemplare maschio di razza pura di Pungsan si aggira intorno ai 25-30 kg; quello di una femmina fra i 20 e i 25 kg circa.
L’altezza al garrese di un maschio varia fra i 54 e i 60 cm; quella di una femmina fra i 47-52 cm.
La testa è di grandezza media, con un muso allungata e una bocca molto grande, con un morso incredibilmente potente.
Le orecchie sono piccoline, tenute sempre dritte e a forma di triangolo.
Gli occhi sono piccolini, a mandorla e di colore sempre molto scuro.
La coda è sempre presente. È di lunghezza media, molto pelosa e tenuta sempre dritta. Piena di pelo morbidissimo, si arriccia formando una sorta di uncino.
Il pelo del Pungsan è di lunghezza media. È molto liscio e morbido al tatto. Più lungo sul musetto e ricopre completamente la coda.
Il colore accettato per un esemplare di razza pura di Pungsan sembra essere il bianco, nelle sue varie sfumature, più o meno sporco.
I cuccioli di Pungsan sono difficili da gestire per qualcuno che non è abituato ad avere cani: come primo animale domestico, dunque, non è consigliatissimo.
Sanno essere affettuosi a modo loro, ma solo dopo aver conquistato la fiducia e imposto già da piccoli qualche regola da seguire.
È fondamentale agire su un cucciolo di Pungsan molto piccolo per l’educazione e l’addestramento: solo così da grande sarà un ottimo amico e più facile da gestire.
Necessita assolutamente di tantissimo movimento: è davvero un elemento da cui non si può prescindere! Deve fare tante passeggiate ogni giorno, anche più volte al giorno e avere la possibilità di correre libero per molte ore.
Così, manterrà la sua stazza in ottima salute e eviterà anche problemi tipici delle razze di tale stazza come la displasia all’anca. Comunque, anche per la sua salute psicologica, è importante avere uno spazio bello grande e all’aperto dove farlo stare.
È abituato a climi rigidissimi e molto molto freddi, per questo è consigliabile non farlo vivere in climi tropicali o eccessivamente caldi.
È un cane molto resistente e robusto, tanto che per quanto riguarda l’alimentazione non c’è bisogno di tante attenzioni.
Sicuramente dovremo dargli sempre cibo di ottima qualità e nelle giuste dosi, per fare in modo che abbia il sostentamento che merita e che gli serve per affrontare le giornate.
Come cane d’appartamento non è propri consigliabile, anche se è in grado di adattarsi ad ogni situazione. Quello che conta è sempre fargli prendere confidenza con gli ambienti in cui deve vivere fin da cucciolo e cercare di dargli le dovute zone di confort.
Con la famiglia è comunque un ottimo amico e protettore: il suo istinto gli permettere di accorgersi di qualunque estraneo o problema all’interno della casa. La reazione sarà immediata: avvertirà subito il padroncino con un abbaio (cosa che fa davvero raramente) e cercherà di proteggere come meglio può.
La cosa importantissima è che un appartamento, ad esempio di città, non basterà: ha bisogno di tanto, tanto spazio all’aperto quindi un ambiente di campagna o montagna potrebbe essere l’ideale.
Non va assolutamente d’accordo con altri animali domestici, in quanto è forte in lui la territorialità e il desiderio di essere l’unico vero protettore della casa. Non sa infatti comportarsi in modo impeccabile con altri animali: è meglio evitare questa situazione.
Questo cane, nel corso della storia, è stato spesso oggetto di commerci di contrabbando con la Cina, in quanto è sempre stata una razza richiesta anche in altre zone fuori dai confini nazionali della Corea.