Akita | |
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Esemplare di Akita |
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Dati generali | |
Etimologia | 秋田犬 in giapponese, detto akita-inu o akita-ken. Dal nome della città di Akita + inu e ken, che significano “cane”. |
Genitori | Diversi cani nativi giapponesi di taglia media, chiamati kurae-inu, odate-inu e matagi-inu. |
Presente in natura | Sì |
Longevità | 11-12 anni |
Impieghi | Cane da guardia, da compagnia |
Taglia | Grande |
Peso maschio | 48 – 54 kg |
Peso femmina | fino a 40 kg |
Prezzo | Tra i 600 e i 800 € |
Colori | Rosso-fulvo, bianco, sesamo, tigrato. |
L’Akita, conosciuto anche come akita inu (dove il suffisso “inu” in giapponese vuol dire cane), è un cane da lavoro di origine nipponica.
È una razza riconosciuta dalla FCI, la federazione internazionale delle associazioni di allevatori canini, ed inserita nel gruppo degli spitz e dei cani primitivi.
Gli akita sono i cani di origine nipponica e molto antica più conosciuti al mondo, dotati di un carattere molto fiero ma anche tanto fedele e divenuti famosi in Occidente e simbolo di assoluta fedeltà per il personaggio di Hachiko, protagonista del film del 2009 “Hachiko – Il tuo migliore amico” con Richard Gere.
Scheda informativa dell’Akita | |
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Anallergico | No |
Per bambini | Tollera la compagnia dei bambini che fanno parte del suo nucleo familiare, va comunque rispettata la sua sensibilità |
Per anziani | Solo per persone anziane abbastanza attive che sappiano evitargli una vita troppo sedentaria |
Con altri cani | Rimane rischioso l’incontro tra due esemplari maschi, è inoltre necessaria una buona opera di socializzazione |
Con gatti | Convivenza possibile se cresciuti insieme |
Rumoroso | Molto poco |
Sport | Non molto sportivo, ma sa adattarsi anche a padroni più atletici, ad ogni modo è consigliata almeno una passeggiata quotidiana per contrastare la sedentarietà |
Gli akita appartengono al gruppo di cani nordici come i Kamchatka o il Laika e sono originari della città giapponese di Akita, da cui il nome, nella regione montana di Tohoku dove era conosciuto con il nome di “Akita Matagi”.
Per la sua grossa taglia, la razza fin dal 1603 veniva utilizzata per la caccia all’orso. A quell’epoca infatti in Giappone non esistevano cani di piccola e media taglia.
Nel periodo compreso tra il 1630 e il 1870 gli akita furono incrociati con la razza tosa e il mastino e furono allevati e addestrati per i combattimenti tra cani. Successivamente vennero impiegati anche come cani da guardia.
Ma nel 1908 le lotte furono proibite mentre la razza degli akita sopravvisse migliorata e allevata in un primo tempo dai samurai, poi dagli shogune e infine solo dagli aristocratici.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la razza akita fu esportata anche negli Usa mentre negli anni Ottanta raggiunse anche l’Inghilterra e successivamente anche il resto d’Europa.
Ad oggi gli akita sono ritenuti nel Paese una razza da tutelare e preservare. Alla stazione di Shibuya a Tokyo infatti è stata eretta una statua in onore di Hachiko, il cane di razza akita, diventato simbolo della fedeltà canina nei confronti del proprio padrone di cui attese il ritorno dal lavoro dopo la sua morte per 9 lunghi anni.
Il prezzo di un akita, con pedigree e proveniente da un allevamento certificato, può oscillare dai 600 agli 800 euro.
L’akita ha una carattere che ai più può apparire freddo e distaccato. In realtà ha un portamento fiero e maestoso, è molto discreto e riservato motivo per cui non si apre facilmente alle persone che non conosce.
Ecco perché, per avvicinare un akita, bisogna essere accorti e rispettosi del suo spazio, rivolgendosi a lui con grande rispetto e decoro. Inoltre è un cane non solo adatto agli spazi aperti ma anche da appartamento e ama giocare e fare esercizio fisico giornaliero.
È conosciuto infatti come un cane che non abbaia molto, calmo, sensibile e intelligente. Si tratta di una razza che ha fatto della moderazione la sua caratteristica principale. Non ama entrare in contatto con gli altri cani, soprattutto con i maschi, e ha bisogno quindi fin da cucciolo di numerose occasioni di socializzazione con i suoi simili e le persone.
Con la sua famiglia l’akita è molto dolce, tenero, affettuoso e fedele, anche con i bambini verso i quali è molto protettivo e con i quali ama giocare in qualsiasi modo. In origine infatti, soprattutto le femmine di akita, venivano impiegate come levatrici, a sorveglianza dei bebè quando rimanevano soli in casa.
Fondamentale è però che sia il cane che i bambini vengano educati al rapporto interpersonale per evitare spiacevoli incontri e nel rispettare l’individualità di entrambi. I bambini devono infatti essere educati a non disturbare l’akita soprattutto mentre consuma il suo pasto.
Per questo motivo gli akita non sono adatti ai neofiti ma a un padrone che sappia accettarne il carattere nei suoi aspetti positivi ma anche in quelli negativi.
Al fine di contrastare l’istinto da capobranco che vuole affermare la sua superiorità, il padrone di un akita deve riuscire ad assumere il comando fin da cucciolo per evitare che la sua indole fiera e autorevole si trasformi in aggressività. Bisogna ricordare inoltre che adora farsi fare le coccole ma rifiuta assolutamente ordini e imposizioni.
Per il resto, l’akita è adatto a una persona dal carattere calmo, preciso e tranquillo ma anche amorevole: a una persona così l’akita rimarrà fedele fino alla fine della sua vita.
Proprio per le caratteristiche del suo carattere, l’akita è propenso a sentirsi alla pari con il suo padrone. Questo lo rende un cane non troppo facile da addestrare.
La razza akita necessita generalmente di percorsi di addestramento specifici, supportati da principi educativi precisi. Essendo tendenzialmente ribelle e indipendente, è bene stabilire limiti e regole.
Chiarire sin da quando sono cuccioli che un no significa no è il primo passo da fare se si vuole addestrare questo tipo di cane. Inoltre è bene non sgridarlo troppo, o si stimolerà la sua parte orgogliosa.
L’akita è un cane massiccio e dalle ossa robuste. È un compagno resistente e longevo.
Sono molto muscolose e terminano con dei piedi leggermente arrotondati che ricordano quelli dei felini. L’akita raggiunge una lunghezza del garrese di 67 centimetri nel maschio, mentre le femmine sono più minute e raggiungono i 61 centimetri.
È un cane di grossa taglia, uno dei più simili al lupo grigio. Dopo l’incrocio con i tosa e i mastini sono aumentati in dimensioni perdendo però le caratteristiche originarie degli spitz.
Presentano comunque una corporatura robusta e muscolosa ma longilinea e atletica dal portamento nobile, elegante e quasi regale.
Il peso per i maschi va dai 48 ai 54 chilogrammi, le femmine invece possono raggiungere i 40 chilogrammi.
Per quanto riguarda l’altezza degli akita, misurata al garrese, anche qui c’è una differenza tra maschi e femmine: i primi misurano 64-70 cm, le seconde 58-64 cm.
È ben proporzionata con il resto del corpo, la fronte è ampia e senza rughe con orecchie piccole e distanziate, a punta ma leggermente arrotondate alla fine. Gli occhi sono anch’essi distanziati, piccoli, scuri e a mandorla.
Il muso è corto con il tartufo nero e l’espressione è dolce e quasi sorniona. L’akita infatti sembra quasi che sorrida, talvolta con dolcezza altre volte con furbizia quasi a sembrare che si prenda gioco di voi.
La coda è arricciata sul dorso e si distende soltanto quando è in allerta, quando non gradisce qualcosa, quando ha paura e quando vuole fare le feste perché è contento di vedere il suo padrone.
È molto morbido con un folto sottopelo. Inoltre l’akita perde il pelo due volte all’anno: necessita quindi di accessori e spazzole specifici per la sua razza. Il cane in questa fase subisce una muta e rimane quasi senza pelo che ricrescerà più lucente e folto di prima.
Il pelo può essere di colore rosso-fulvo ma anche bianco, color sesamo e tigrato. Muso, mascella, piedi, pancia e collo però sono sempre bianchi e si chiamano urajiro.
I cuccioli di Akita hanno dei livelli di energia particolarmente alti. Questo significa che devono “scaricarsi” con giochi, corse e attività fisica.
Per curarsene al meglio occorre fornirgli oggetti di vario tipo con cui interagire, facendo sempre attenzione ai materiali: essendo particolarmente energici, infatti, i cuccioli di akita tendono a rompere e a bucare a morsi ciò che gli capita sotto tiro.
L’akita è molto forte e robusto e non soffre solitamente di problemi di salute. Ci sono però alcune patologie a cui è particolarmente predisposto come il pemfigo, la torsione dello stomaco con relativa ostruzione e l’herpesvirus.
Hanno inoltre una lacrimazione molto accentuata che richiede una particolare attenzione. L’akita inoltre ha un’aspettativa di vita di circa 12 anni.
L’akita deve consumare almeno 500 grammi di crocchette al giorno. È necessario che l’alimentazione sia completa e ricca con tutti nutrienti del caso.
Essendo un cane soggetto alle intolleranze alimentari, è bene assicurarsi che le crocchette (ed eventualmente l’umido) siano di altissima qualità.
Per stimolare muta e ricambio del pelo è possibile integrare alle crocchette olio di fegato di merluzzo o salmone fresco, ricchi di omega-3.
Per mantenere brillantezza e bellezza, il pelo dell’akita va spazzolato costantemente. Questo vale ancora di più nel periodo della muta.
Per quanto riguarda il bagno, va bene lavarlo una volta ogni uno o due mesi con uno shampoo a pH neutro. È importante pulire le orecchie in maniera costante con una garza sterile per scongiurare il rischio di infezioni. Si dovrebbe fare attenzione anche ai denti e agli speroni.
Esistono due linee di sangue: quella giapponese che proviene dalla razza ichinoseki; quella americana conosciuta appunto come akita inu americano.
L’Akita non è propriamente definibile come cane d’appartamento. Le sue dimensioni e la sua fisicità non si adattano bene alla vita tra quattro mura, quindi sarebbe bene avere almeno un giardino dove farlo sgambare.
Inoltre non è adatto a stare solo a lungo: avendo bisogno di correre e saltare ed avvertendo fortemente il legame con la famiglia, può sviluppare stress e comportamenti autodistruttivi/distruttivi.
Gli akita hanno rischiato di estinguersi per due volte nella loro storia. Nel primo caso fu la rabbia a portare a un vero sterminio di questa razza in Giappone. La seconda volta coincide con la Seconda Guerra Mondiale quando gli akita venivano uccisi per sfamare la popolazione.
Nel 1967, per celebrare il cinquantesimo anniversario della fondazione della società per la salvaguardia dell’akita, è stato costruito il primo museo dedicato alla razza akita, che raccoglie manufatti, documenti e foto.
Attualmente gli akita sono una razza protetta in Giappone e rivestono una tale importanza che, in segno di buon augurio, si regalano statuette che li raffigurano.
Classificazione FCI – n. 255 | |
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Gruppo | 5 Cani tipo Spitz e tipo primitivo |
Sezione | 5 Spitz asiatici e razze affini |
Standard n. | 255 del 13/03/01 (en ) |
Nome originale | Akita |
Tipo | Cani tipo spitz |
Origine | Giappone |
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