Africanis | |
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Esemplare di Africanis |
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Dati generali | |
Etimologia | Contrazione del nome scientifico African canis. |
Genitori | Cani africani, detti pariah (selvatici) |
Presente in natura | Sì |
Longevità | 10-11 anni |
Impieghi | Cane da compagnia, cane da guardia |
Taglia | Media |
Peso maschio | 30 – 45 kg |
Peso femmina | 25 – 40 kg |
Prezzo | Tra i 300 e i 500 € |
Colori | Bianco, cioccolato, grigio, nero, pezzato |
L’Africanis è una razza cani snelli e muscolosi, originari del Sudafrica. Sono i discendenti diretti dei cani da villaggio dell’Africa Antica.
Essendo cani fondamentalmente selvatici, in Europa non sono ancora stati tutelati dalla FCI. Tuttavia, l’AKC (ovvero il corrispettivo americano) li ha inseriti tra le sue razze emergenti e li protegge, cercando di fissare degli standard.
I cani di razza Africanis sono autoctoni dell’Africa Australe e sono chiamati anche African Dog, African Hunting Dog, Bantu Dog, Hottentot Hunting Dog, Hottentot Dog, Khoikhoi Dog, Umbwa Wa Ki-Shenzi, Zulu Dog.
Scheda informativa dell’Africanis | |
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Anallergico | No |
Per bambini | Sì, razza molto docile e giocosa con i più piccoli |
Per anziani | Può adattarsi ad una vita più sedentaria con loro ma vanno garantite le passeggiate quotidiane |
Con altri cani | Socievole, docile |
Con gatti | Socializza facilmente con i felini, ancora meglio se cresciuti insieme |
Rumoroso | Moderatamente |
Sport | Almeno una passeggiata quotidiana e possibilità di correre e giocare all’aperto |
Stando ai più recenti studi, gli Africanis sarebbero tra le razze di cani più antiche al mondo. Si ritiene che discendano dai branchi dei lupi selvatici d’India e d’Arabia e che siano “figli” di quegli esemplari addomesticati dagli uomini in Africa 10.000 anni fa.
Divenuti cani da villaggio, da compagnia o da caccia gli Africanis sono presenti lungo tutta la storia: si hanno testimonianze di cani simili nella valle del Nilo di Levante. Ossa di cani e mummie di cani sono state rinvenute in diverse occasioni.
Con certezza, si può stabilire che gli Africanis divennero domestici a partire dall’800 a.C, grazie al rilevamento di tracce, resti e accessori in un sito Khoisan a Cape St. Francis.
Testimonianze della loro presenza vengono anche dai conquistadores spagnoli, che dal 1497 in poi raccontano di cani “simili a quelli portoghesi e agli sciacalli, utili agli uomini”.
In tempi più recenti i ricercatori Johan Gallant e Joseph Sithole, studiando i cani del Sud Africa, si resero conto che non si trattava di semplici cani selvatici o meticci, ma di una vera e propria razza che contava su caratteristiche e comportamenti precisi e comuni.
Tuttavia, dall’Africa stessa c’è chi non è d’accordo: l’Africanis Society dell’Africa australe, rifiuta che il termine Africanis venga usato per indicare pochi esemplari, ma vorrebbe includervi vari gruppi etnici africani con i loro nomi indigeni e antichi.
Eppure, gli Africanis si sono già sviluppati come animali distinti tra i vari gruppi africani: questo porta dunque a dover fare una doverosa distinzione.
In Europa comprare un esemplare di razza Africanis è impossibile. In America, invece, si trovano diversi allevamenti e il prezzo si attesta tra i 300 e i 500 euro.
Di indole mite ed estremamente affabile, i cani di razza Africanis si contraddistinguono per una dolcezza innata e per il grande senso di protezione che provano nei confronti della loro famiglia.
Tendono a legarsi strettamente con uno o più esseri umani e ad essergli fedeli. Mantengono comunque la tendenza ad essere indipendenti, cosa che può destare non poche preoccupazioni: possono seguire l’odore di una cagnetta o fiutare qualcosa di loro interesse a darsi alla fuga.
Nonostante questa tendenza, però, gli Africanis stringono un forte legame con il territorio che abitano: lo sentono proprio e lo difendono, vigilandone i confini. Essendosi evoluti in risposta alle rigide condizioni ambientali africane, hanno spiccate capacità di sopravvivenza.
Sono anche estremamente intelligenti e attenti: anche quando sembrano a riposo sanno sempre cosa gli succede intorno. Per questa ragione sono adatti a stare con i bambini: non rispondono in maniera aggressiva ai movimenti bruschi, si limitano ad abbaiare per avvisare che qualcosa non va.
Non sono invadenti e comprendono subito quali sono i loro spazi, ma sono molto affettuosi e sanno come chiedere attenzioni quando ne hanno bisogno. Difficilmente salteranno o morderanno, ma sanno uggiolare e pregare in maniera decisamente convincente.
Possono diventare un po’ più scontrosi quando invecchiano e possono diventano più difficili da gestire se tenuti con altri cani in un branco, perché sono estremamente socievoli, si fanno trascinare dai dominanti e sanno bene che l’unione fa la forza.
Essendo cani vigili, dalle grandi capacità d’adattamento, gli Africanis sono altamente addestrabili. Sono in grado di apprendere molto velocemente e di capire in poco tempo i meccanismi di base di esercizi mediamente complessi.
Sono anche adatti per discipline sportive come l’agility: il loro corpo scattante e muscoloso e la resistenza li rende dei veri campioni.
Contrariamente a tutte le razze moderne, l’Africanis non è una razza selezionata artificialmente, ma una landrace, ovvero un tipo di cane che si è evoluto in base al territorio d’appartenenza.
È dunque il risultato della selezione naturale e dell’adattamento fisico e mentale a varie nicchie ecologiche africane. Tuttavia, è possibile evidenziare dei tratti comuni.
Le zampe posteriori sono lunghe, con attaccatura alta, resistenti e a colonna. Sono toniche e muscolose. Le zampe anteriori hanno un’attaccatura più bassa, adatta a scavare.
L’aspetto di tutti e quattro gli arti è bilanciato e ben strutturato. I piedi sono tondi, ben saldi e compatti, con cuscinetti di colore variabile.
Il corpo è slanciato e muscoloso. Talvolta è possibile riscontra la caratteristica cresta dorsale (ridge), caratteristica genetica trasmessa dagli antenati.
È agile e flessibile, si muove in modo molto naturale e può correre a grande velocità.
Come per tutte le razze, esistono delle differenze tra maschi e femmine. Per quanto riguarda il peso, i maschi vanno da 30 a 45 kg, mentre le femmine da 25 a 40 kg.
Per l’altezza, invece, va da 50 a 60 centimetri per i maschi e da 40 a 50 centimetri per le femmine.
La testa è a forma di cono, con occhi di forma ovale, molto espressiva. I bordi degli occhi, le labbra e il naso dovrebbero essere neri. Il tartufo è grosso, con narici ben visibili.
Le orecchie sono a V e possono essere erette, metà erette o pendenti. Il modo di portare le orecchie, in realtà, deriva dall’attitudine del cane e dal suo carattere.
La coda è di media lunghezza e generalmente ben dritta e portata alta.
Il pelo è corto, duro e molto fitto, con sottopelo. Fornisce una buona protezione dal caldo, ma non dal freddo: per questo gli Africanis hanno difficoltà a tollerare le basse temperature.
Possono essere di qualsiasi colore: dal bianco al cioccolato, dal grigio al nero, passando per il pezzato. Allo stato brado sono diffusi particolarmente quelli fulvi.
I cuccioli di Africanis sono docili e socievoli. Hanno più attitudine alle coccole che al gioco, ma sono molto attenti e tendono ad “attivarsi”, scoppiando d’energia, quando vengono messi davanti a giochi che si muovono o suonano.
Tendono più a proteggere che a cacciare: sin da piccoli cercheranno di fare da “scudo” quando qualcosa minaccerà ciò che proteggono (sia esso un bambino o un peluche).
Hanno bisogno di uno spazio tutto loro dove dormire: sono affettuosi, ma anche molto riservati.
Si tratta di un cane molto sano ed estremamente resistente. Vive tra i 10 e gli 11 anni, ma tende ad ammalarsi molto di rado. Per corredo genetico è “protetto” dai parassiti interni ed esterni, ma ciò non esclude la necessità di vaccinazioni.
I principali rischi riguardano le articolazioni e l’apparato respiratorio: essendo un cane sportivo tende a sforzarsi spesso, anche da anziano, quando dovrebbe stare a riposo. Sono consigliati anche check-up cardiaci.
Se è vero che i cani sono prevalentemente carnivori, questo vale ancora di più per gli Africanis, che hanno il desiderio di carne scritto nei propri geni. Si consiglia perciò un’alimentazione a base di crocchette di qualità, circa 300 grammi al giorno.
Alle crocchette può essere aggiunto l’umido (circa il 10-15%), prevalentemente monoproteico. Sì a cervo, manzo, vitello e a pesce come il salmone.
Essendo a pelo corto, i cani di razza Africanis non hanno bisogno di particolari sessioni di tolettatura. Una “pettinata” una volta ogni due settimane con una spazzola o con un guanto apposito serviranno a mantenere sempre il manto lucido.
Il bagno può essere fatto una volta al mese (o anche meno) e in caso di necessità. È consigliata una buona igiene delle orecchie e degli occhi con batuffoli di cotone e un costante monitoraggio della dentatura con eventuali spazzolate.
I veri Africanis si trovano ancora oggi nelle aree tribali dove le persone mantengono il loro stile di vita tradizionale. Questo significa che è praticamente impossibile trovare un allevamento di questa razza, specie in Europa.
In America la situazione è diversa: alcuni di questi cani vengono venduti dall’Africa agli USA per via del loro esotismo. Gli allevamenti americani danno vita ad Africanis estremamente adattabili.
Tuttavia, rimane il dilemma etico: dato il fascino che la proprietà di una razza esotica fornisce, questo commercio compare come una crescente minaccia alla discendenza degli Africanis originali.
La Africanis Society of Southern Africa è stata fondata per conservare questo antico pool genetico e la biodiversità a esso correlata.
La risposta è nì. Gli Africanis sono cani liberi, che hanno bisogno di grandi spazi e di libertà. Necessitano di muoversi, di allontanarsi, di correre e persino di cacciare, per essere davvero felici.
Sono molto adattabili e possono, di conseguenza, diventare cani da appartamento. Ciononostante, il loro istinto canino primordiale li porterà a desiderare sempre ardentemente la possibilità di sgambare.
Chi possiede un Africanis dovrebbe portarlo a spasso molto spesso e in zone dove correre almeno quattro volte a settimana.
Il loro nome in swahili è umbwa wa ki-Shenzi che vuol dire tanto “cane tradizionale” quanto “buon senso”: sottolinea, insomma, l’affidabilità e la docilità di questi animali.