I cani possono vivere in canile? No e non se lo meritano
I cani possono vivere in canile? La risposta, soprattutto per gli amanti degli animali, è ovvia: no! Ma vediamo insieme nel dettaglio i motivi
I cani possono vivere in canile? No, questa condizione, infatti, li fa soffrire sia fisicamente che emotivamente. Non amano la solitudine e hanno bisogno del contatto umano.
Questa è solo una delle ragioni, anche abbastanza scontata, per cui sarebbe meglio adottare un amico a quattro zampe in rifugio piuttosto che acquistarlo da un allevatore, ma cerchiamo di approfondire.
Segnali di sofferenza
A livello pratico, se ben protetti dalle intemperie, i cani possono vivere in canile. La vera domanda da farsi, invece, è se dovrebbero. Tutti, ma soprattutto alcuni, infatti soffrono tremendamente quando vivono da soli, in un ambiente asettico e angusto.
Se facciamo una visita al rifugio della nostra città, noteremo la maggior parte degli ospiti fare capolino al nostro passaggio, graffiare la grata, abbaiare e attirare l’attenzione. Alcuni potrebbero anche rimanere rannicchiati in un angolo del box, cercare di scavare, distruggere tutto quello che hanno sotto tiro.
Questi sono tutti segnali tipici di un malessere. I veterinari arrivano anche a parlare di ansia da separazione nel cane. Lamentarsi, piagnucolare e perfino ululare sono tutti segni di un cane che non è contento di vivere in canile.
Malessere fisico
Il freddo che spesso si trova in luoghi del genere può portare i poveri amici a quattro zampe ad avere brividi, a soffrire di letargia e ipotermia. Nei casi più gravi rischiano la morte.
Al contrario, d’estate, possono avere un colpo di calore, ansimare, sbavare eccessivamente e avere una temperatura corporea elevata. Sia d’inverno che nei mesi estivi, quando succedono certe cose, bisogna intervenire tempestivamente.
Il rapporto uomo-cane
La convivenza bipedi-quadrupedi risale a circa 15 mila anni fa. All’inizio, il rapporto coi lupi – i cugini dei cani – era simbiotico. Sapevano cacciare e difendere se stessi e l’uomo dai pericoli della vita allo stato brado. In cambio, venivano nutriti e tenuti al caldo del fuoco.
In passato i cani erano principalmente animali da compagnia e trascorrevano la vita intera nei sobborghi urbani e suburbani.
Ma negli ultimi decenni, le cose hanno iniziato a cambiare. Ora capiamo quanto siano esseri sociali e quanto sia importante l’interazione umana per il loro benessere. Abbiamo anche sviluppato legami molto più forti con i nostri amici a quattro zampe: diamo loro da mangiare il cibo migliore, soddisfiamo ogni loro bisogno e li trattiamo quasi fossero bambini.
Di cosa ha bisogno Fido
Addestratori, etologi e veterinari sono tutti d’accordo. I cani non possono vivere in canile. Necessitano di ricevere calore, praticamente ed emotivamente; devono giocare, allenarsi, avere degli stimoli frequenti.
Quando vengono lasciati da soli soffrono terribilmente, alcune razze più di altre. Si annoiano e assumono comportamenti distruttivi. Se non siamo disposti a dare loro tutto quello di cui hanno bisogno, forse conviene ripensare all’adozione. Fido non è un peluche, è per la vta; e un eventuale abbandono lo segnerebbe per il resto dei suoi giorni.
L’addestramento
Se vogliamo adottare un amico a quattro zampe che ha abitato in un rifugio, non è difficile abituarlo alla vita in un ambiente domestico. Basta solo un po’ di attenzione e di pazienza. Scegliamo innanzitutto una razza che risponda alle nostre esigenze, di gestione ed economiche, e non solo. Stabiliamo regole chiare sugli accessi a determinate parti della casa, in una prima fase potremmo creare una zona di sicurezza da allargare con il tempo. L’utilizzo del kennel come rifugio è un’ottima soluzione.
Se ancora non sa fare i bisogni all’aperto, possiamo usare delle pratiche traverse assorbenti per evitare che sporchi o rovini il pavimento. Una volta cresciuto poi, possiamo insegnare al cucciolo a stare al guinzaglio con poche e semplici mosse. Non dimentichiamo che ha bisogno di esplorare, stare all’aperto e fare una corretta attività fisica.