I cani possono essere bilingue?
La percezione che ha Fido del mondo è sempre stato un argomento estremamente interessante. Se i cani possono essere bilingue è una domanda frequente
Nonostante si possa essere portati a credere il contrario, i nostri amici a quattro zampe sono molto complessi. In quest’ottica, i cani possono essere bilingue? Non ci si stupirebbe di una risposta affermativa, viste le doti straordinarie che scopriamo ogni giorno che abbiamo la fortuna di interagire con loro.
Hanno sensi molto sviluppati e guardano, sentono e annusano come noi non saremo mai in grado. Si relazionano perfettamente con i loro compagni di avventure bipedi e con chi non conoscono. Questo ci fa pensare che la risposta sia affermativa. È importante fare una serie di precisazioni.
Prove tangibili?
I cani possono essere bilingue o è un altro caso di eccessiva antropomorfizzazione da parte dell’essere umano? Che la convivenza sempre più simbiotica e totalizzante abbia favorito la comprensione del linguaggio del corpo di Fido, e viceversa, è indubbio; ma ci sono ancora degli aspetti che sfuggono e il divario comunicativo è inevitabile tra due specie cosi diverse fra loro.
Durante una sessione di addestramento con un esemplare impegnato a superare al meglio delle proprie possibilità la fase di socializzazione basta osservare le espressioni del suo volto per comprendere se sta percependo correttamente le nostre richieste. La fronte può corrucciarsi, esattamente come accade a noi bipedi assaliti da un dubbio, prima di distendersi a seguito di un’illuminazione. Gli occhi che si aprono maggiormente e si ‘illuminano’ sono un altro chiaro segnale che ci dice quanto Fido ci stia capendo. Ed è una vera soddisfazione.
L’inclinazione della testa è un altro dato incontrovertibile. Alcuni esemplari potrebbero emettere una sorta di lamento o un accenno di ululato, simile a quello dei cugini lupi, quando sono impegnati a interpretare le nostre parole. Tra i segnali che non devono lasciare dubbi ci sono:
- Abbaiare;
- Inclinare la testa;
- Ululare (a tal proposito ecco perché il cane ulula);
- Movimento delle orecchie.
Infine, il nostro amico a quattro zampe potrebbe accovacciarsi oppure, al contrario, rimanere come in ‘punta di piedi’. Più tempo passeremo a stretto contatto con lui più la comprensione reciproca verrà agevolata, e sarà una scoperta graduale ed entusiasmante. Provare per credere!
Alcuni cenni storici
L’addomesticamento di quello che oggi è il migliore amico dell’uomo si pensa risalga a circa 20 o 40 mila anni fa. Come è facilmente intuibile, il dato non è certo, ma sono certe le notizie che siamo riusciti a reperire oggi su di lui. Probabilmente le origini del cane così come lo conosciamo sono asiatiche. In Oriente, infatti, l’essere umano abitava le zone occupate dai lupi, che presto rimasero senza cibo. Tra le due specie si creò una sorta di interdipendenza, che portò all’evoluzione nel nostro Fido.
Se pensiamo che questo è accaduto in tante nazioni diverse che parlavano ognuna la propria lingua unica, possiamo dire che i cani possono essere bilingue e non si limitano solo a comprendere il modo di comunicare umano. Potrebbero non essere capaci di parlare come fanno le persone, ma il loro cervello è strutturato in maniera molto simile.
Un esempio pratico
I cani possono essere bilingue. A toglierci ogni dubbio arriva una storia dal New Jersey, negli Stati Uniti. Un criminale in fuga è stato catturato da un esemplare addestrato, un K9 che lo ha immobilizzato con un morso alla gamba. Ma il cane in questione non aveva mai ricevuto prima comandi in inglese, perché il suo conduttore lo aveva addestrato in lingua slava.
Molti esperti del settore sono fermamente convinti che il cane possa vivere perfettamente in un luogo dove convivono persone che parlano lingue diverse. Fido non ha solo un udito straordinario, un olfatto fuori dal comune, non fa parte delle squadre cinofile delle forze dell’ordine a caso e non le aiuta a trovare le persone disperse perché è fortunato. Le sue capacità sono eccezionali, e lo sono anche dal punto di vista linguistico.
La scienza a supporto
Abbiamo ancora qualche perplessità sul fatto che il nostro amico a quattro zampe possa sedersi sia che riceva il comando in italiano o in tedesco? La scienza ci viene in soccorso e ci spiega come fa. In un’università di Budapest, 13 cani hanno fatto parte di un campione che è stato analizzato per comprendere proprio il modo in cui capiscono le lingue.
Scanner sofisticati hanno rilevato dati mentre gli esemplari in questione stavano ascoltando delle registrazione della voce dei propri genitori. Ad attivarsi è stato l’emisfero sinistro, proprio come accade a noi umani.
Altre ricerche hanno dimostrato come Fido possa imparare fino a 165 parole, in alcuni casi arriva anche a 250. Insomma, se noi bipedi possiamo apprendere lingue diverse, perché non potrebbero farlo le nostre piccole palle di pelo? Lo stesso accade nei delfini, negli scimpanzé e persino nei maiali. Idem per pappagalli, scoiattoli e mucche.
Un professore di biologia dell’Università dell’Arizona del Nord ha passato diversi anni a lavorare con i cani della prateria e ha scoperto un codice verbale unico. Attraverso questo linguaggio riescono a dare l’allarme quando ci sono dei predatori in avvicinamento e, così, proteggono il branco. Gli esempi potrebbero continuare, ma già questi dovrebbero aver confermato quello che noi amanti dei cani avevamo già intuito.
L’addestramento di Fido bilingue
L’addestramento del nostro amico a quattro zampe, indipendentemente dalla lingua prescelta, segue sempre le stesse regole. Deve essere pianificato, indipendentemente dal fatto che si scelgano dei corsi per cuccioli o che si decida di procedere senza istruttore.
Inoltre, ogni sessione non deve durare più di venti minuti ciascuna ed essere portata avanti all’insegna del relax e del divertimento. Se segni di ansia e nervosismo si palesano, è bene sospendere e riprendere quando le acque si saranno calmate. In caso contrario, non solo alimenteremmo lo stress di Fido, ma ci allontaneremmo dal raggiungimento dell’obiettivo.
Fondamentale è l’utilizzo del clicker per il cane e del rinforzo positivo, due strumenti che ci aiutano a comunicare con il cane quando ha fatto correttamente quanto gli è stato chiesto. Sono dei mezzi per creare delle associazioni positive e automatizzare i comandi, in maniera tale che la riprova in addestramento possa dare esiti positivi.
Ma è il tono di voce a giocare un ruolo determinante, quando si tratta di comandare di sedersi con “sit” o “seduto”, il movimento sarà lo stesso e per il nostro fedele amico sarà più facile interpretare correttamente la richiesta e il contesto. Senza dubbio ci sono delle razze più inclini all’addestramento, e altre meno; ma in ogni caso possiamo contare sull’intelligenza fuori dal comune di tutti gli amici a quattro zampe.
Una volta imparato un comando in una lingua, quindi, non sarà difficile fare in modo che venga appreso anche in un’altra. All’inizio un cane non riesce a capire la parola “sitzen” ed è proprio qui che inizia la sfida. Ma, possiamo starne certi, sarà all’altezza. Stiamo pur sempre parlando di creature estremamente brillanti.
La parola chiave, qualsiasi sia l’obiettivo in allenamento, è metodo, coerenza e tanta pazienza. Se un passaggio non viene appreso velocemente come sperato, non demordiamo. Procediamo passo dopo passo, diamo fiducia al nostro amico a quattro zampe, non confondiamolo, ma piuttosto siamo una guida e il risultato non tarderà ad arrivare.
In francese, italiano, tedesco o inglese poco importa: se Fido fa quello che gli chiediamo premiamolo con un bel rinforzo positivo e facciamogli sapere che siamo fieri di lui. Ebbene, sì, è possibile addestrare un cane con gli snack, a patto di non esagerare e di prestare attenzione che la dieta sia sempre sana ed equilibrata. La coerenza renderà più facile la formazione nella doppia lingua. I cani, quindi, possono essere bilingue: l’importante è che abbiano un addestratore all’altezza.