Cane vissuto su un balcone piccolissimo: non poteva nemmeno alzarsi in piedi
Zeus doveva sempre stare sdraiato e non poteva mai mettersi in piedi. Il cane vissuto su un balcone piccolissimo è stato salvato dopo giorni di appostamenti per poterlo liberare da quella trappola
Il povero cane vissuto su un balcone piccolissimo doveva per forza star sempre sdraiato. Il dolce cucciolone bianco con macchie nere intorno agli occhi e alle orecchie non poteva nemmeno alzarsi in piedi. Dopo lunghi appostamenti, però, finalmente il lieto fine. Quando lo hanno liberato e ha iniziato a muoversi liberamente, non poteva crederci. Era al settimo cielo dalla gioia.
Zeus ha trovato la libertà grazie alle guardie zoofile dell’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, in Lombardia. Gran parte della sua vita l’ha trascorsa su un balcone di appena due metri quadrati. Talmente piccolo che non poteva alzarsi in piedi e doveva star sempre sdraiato. Non lo portavano mai a passeggiare e le sue zampe, per le condizioni in cui lo tenevano, avevano subito un’atrofia muscolare considerata molto grave. Il dolce cucciolone dagli occhi tristi aveva bisogno di aiuto urgente. E per fortuna qualcuno è andato in suo soccorso.
Il coordinatore del Nucleo delle guardie Oipa di Milano e provincia, Fabio D’Aquila, ha spiegato in che condizioni viveva il cane, ormai da mesi. “Lo abbiamo trovato in una condizione di sofferenza, chiuso in quel balcone tra le sue deiezioni e costretto a stare sempre sdraiato“. Il cane di due anni ha trovato la libertà dopo giorni di sopralluoghi e appostamenti. “Appena ci ha visti con il guinzaglio, ha capito che lo stavamo salvando e ha iniziato a scodinzolare e a saltare dandoci tante leccatine: è stato molto commovente“.
Il cane aveva vissuto su un balcone piccolissimo per tanto tempo. Possiamo solo immaginare la gioia quando ha potuto finalmente sgranchirsi le zampe. Zeus ora è ospite del canile di Pozzo d’Adda. Qui i veterinari lo stanno curando, mentre volontari e operatori gli danno tutto l’amore di cui ha bisogno per guarire. Potrebbe essere affidato in via provvisario per una casa temporanea in attesa del completamento dell’iter legislativo. Poi una famiglia amorevole potrà adottarlo.