Il cane può essere scocciato? Ecco cosa bisogna sapere
Il cane può essere scocciato e mandare dei segnali inequivocabili. Il nostro compito è saperli cogliere e farlo stare meglio. Tutti i dettagli
I momenti di sconforto possiamo viverli noi esseri umani e anche i nostri amici a quattro zampe. Che il cane può essere scocciato ce lo dice la nostra esperienza a strettissimo contatto con lui e anche la scienza. I più scettici, insomma, quelli che credono che Fido non possa provare emozioni, dovranno ricredersi. Noi, invece, avremo un’ulteriore conferma della complessità caratteriale del migliore amico dell’uomo.
Disperazione, frustrazione e fastidio per una determinata situazione o a causa di una persona specifica non proprio simpaticissima. Le sfumature e i contesti sono molteplici. Il nostro compito è saper leggere i segnali che la nostra piccola palla di pelo ci manda e aiutarla a stare meglio quando non è al meglio della propria forma fisica e psicologica. Secoli di convivenza quasi simbiotica hanno ridotto il divario comunicativo inevitabile tra due specie così diverse fra loro e la comprensione reciproca è certamente più immediata.
I segnali tipici
Saper interpretare correttamente il linguaggio del cane è il primo passo. Sono tanti i dettagli che ci possono aiutare a capire i diversi stati d’animo che nell’arco di una giornata o della vita intera possono abitare il nostro amico a quattro zampe. Il cane può essere scocciato, ma noi dobbiamo essere in grado di capirlo. Tra i segnali tipici troviamo:
- Gli occhi che vanno al cielo;
- La tendenza a scappare (a tal proposito, ecco i cani maestri della fuga);
- Fido ignora deliberatamente qualcosa o qualcuno;
- Denti in bella vista(infatti i cani non sorridono);
- Orecchie appiattite;
- Coda rimboccata;
- Ringhio;
- Predisposizione all’attacco;
- Sguardo fisso;
- Espressione imbronciata.
La prova del nove l’abbiamo se proviamo ad abbracciare il nostro amico a quattro zampe e lui prova a divincolarsi, cambia stanza. In sostanza, noteremo una sorta di irrequietezza. La noia, un ambiente non a misura di quadrupede sono motivazioni più che plausibili. Il nostro obiettivo è quello di creare una casa stimolante e che contempli un rifugio per Fido, un luogo dove sentirsi al sicuro. A tal proposito, ecco come abituare il cane al kennel, affinché non lo veda come un mero mezzo di trasporto o una gabbia, ma una zona di comfort.
Cenni storici
A darci qualche informazione in più è la storia che ha contraddistinto l’evoluzione del migliore amico dell’uomo, l’impiego che ogni razza ha avuto nel corso dei secoli. Anche se adesso Fido non è più un mero strumento da guardia o di gestione del bestiame, nel suo dna il passato rimane inciso.
Adesso che i rapporti sono certamente più profondi e l’addomesticamento ha permesso che il migliore amico dell’uomo diventasse parte integrante della famiglia, la situazione è molto più favorevole. I desideri di Bau vengono per la maggior parte delle volte assecondati, se non sono nocivi. Ma il cane può essere scocciato oggi come ieri.
Certamente non giocare quando ne avrebbe voglia, non avere un bocconcino succulento a intervalli regolari, rimanere da solo a casa e tanto altro sono tutti esempi che potrebbero incidere sul buon umore della nostra piccola palla di pelo. Nei casi più gravi, quando stiamo via tutti i giorni e per molte ore, si può arrivare a parlare di ansia da separazione nei cani. Anche un’eccessiva dimostrazione d’affetto potrebbe non rendere felice il nostro compagno di avventure quadrupede.
La scienza a supporto
Se tutto quello che sinora abbiamo analizzato non convince al 100%, c’è la scienza – come spesso accade – a venirci in aiuto e a dimostrare quello che molti proprietari di cani sanno senza che sorgano dubbi di alcun tipo. Analizzare in maniera empirica il comportamento di Fido, però, è fondamentale perché la tendenza ad antropomorfizzare i suoi comportamenti alle volte può giocarci dei brutti scherzi. A tal proposito, ecco alcuni dei falsi miti sui cani che sarebbe meglio sfatare una volta per tutte.
Gli studiosi, prove alla mano, hanno compreso che ci sono tanti aspetti che possono suscitare sentimenti negativi nella nostra piccola palla di pelo. Fondamentale, però, è saper distinguere la differenza tra fastidio e aggressività: sono contesti totalmente diversi e che meritano approcci mirati.
La ricerca ha dimostrato che alcune delle motivazioni più frequenti che infastidiscono Fido hanno a che fare con il tono della voce alterato nei suoi confronti, la tendenza a fissarlo, abbracciarlo con eccessiva enfasi oppure prenderlo in giro. Insomma, non è che poi ci siano tante differenze tra bipedi e quadrupedi.
Come gestire il fastidio, metodi di addestramento
Insegnare qualcosa al nostro amico a quattro zampe può essere più o meno semplice. Moltissimo dipende dal nostro approccio, dalla coerenza, dalla perseveranza e dal metodo utilizzato. È pur vero, comunque, che ci sono delle razze di cani più facili da addestrare di altre, ma in ogni caso nulla è impossibile quando il legame con Fido è profondo.
Anche noi abbiamo un lavoro da fare sulla nostro modo di agire. Dobbiamo imparare a non arrabbiarci o sentirci frustrati quando notiamo i segnali tipici del fastidio nel cane. Una nostra reazione sbagliata, infatti, non fa altro che peggiorare le cose e allontanarci dal raggiungimento dell’obiettivo. Attenzione, perché il cane può essere scocciato ma anche diventare aggressivo e potenzialmente pericoloso.
Fondamentale è una corretta socializzazione, da cominciare sin dalle prime settimane di vita. In questo modo Bau avrà tutti gli strumenti per interagire con il mondo che lo circonda nel rispetto di tutti gli attori in gioco. Se qualcosa non va per il verso giusto, anche la presenza di una persona nuova può essere motivo di preoccupazione che non passa nemmeno dopo le adeguate presentazioni.
Il nostro compito è certamente quello di individuare la ragione fa sentire l’amico a quattro zampe in un certo modo. Possiamo lavorare per ridurre al minimo i rischi che provocano stati d’animo negativi e entrare più in empatia con lui. È bene anche saper reagire correttamente alle manifestazioni di fastidio.
Assicuriamoci in primis che Fido stia ricevendo l’addestramento di base di cui necessita, cerchiamo di non mettere in pratica gli atteggiamenti che sappiamo non fargli piacere se non sono essenziali. Infine, lasciamogli i suoi spazi e aspettiamo che la noia passi e torni il buonumore. In fondo, si tratta di trovare un equilibrio, come in qualsiasi convivenza.