Il cane può essere anaffettivo, cause e rimedi
Ogni comportamento di Fido ha una motivazione. Il cane può essere anaffettivo, ma c’è sempre una causa scatenante che va individuata
Gli animali, cani compresi, non sono tutti uguali. Ognuno ha la propria indole e una propria personalità figlie anche delle esperienze che si vivono. Non tutti i quattro zampe sono estroversi, alcuni hanno più difficoltà a socializzare e interagire.
Riuscire ad aiutarli sarà un traguardo importante che inciderà sulla nostra e sulla loro autostima, sulla voglia di fare nuove amicizie, ma soprattutto sulla loro serenità.
Il cane può essere anaffettivo e merita di essere aiutato a superare il proprio disagio. Affidiamoci a esperti del settore e al veterinario di fiducia, colui che conosce eventuali pregressi clinici e caratteristiche di razza che possono incidere.
L’importanza della socializzazione
Se si parla di socializzazione del cucciolo c’è una ragione. Infatti, è importante che cominci sin dalle prime settimane di vita. In questo modo Fido imparerà a interagire con il mondo che lo circonda nel rispetto di tutti gli attori in gioco.
Un cane può essere anaffettivo perché non ha vissuto un periodo del genere nel modo e nei tempi richiesti normalmente. Ad avere un peso anche le caratteristiche di razza e la genetica. Prima di concludere l’adozione, assicuriamoci di conoscere l’indole di Bau e che siamo pronti a rispettarla.
Se poi decidiamo di adottare un cane traumatizzato, mettiamo in conto che ci vorrà una dose di pazienza in più. Quello che ha subito in passato, magari per mano di bipedi cattivi e senza scrupoli, lo farà essere quasi sicuramente diffidente. Con amore, coerenza e costanza capirà che gli uomini non sono tutti uguali.
Rispetto a quanto sinora detto, dobbiamo considerare anche il modo in cui il nostro amico a quattro zampe affronta le novità. I traumi incidono negativamente, ecco allora che creare un ambiente a misura di quadrupede ci può aiutare a farlo ambientare e a vedere la casa come un rifugio e il padrone come un alleato. A tal proposito, ecco come abituare il cane al kennel perché rappresenti una zona di comfort e non solo un mezzo per andare dal veterinario.
Siamo di fronte a un essere vivente che ha le proprie esigenze e i propri stati d’animo. Conoscere il linguaggio del cane, interpretarlo correttamente, ci permetterà di aiutarlo in caso di necessità e di condividere al meglio ogni momento con lui quando le cose vanno per il verso giusto.
Legame tra uomo e cane
Il cane può essere anaffettivo perché non sa come comportarsi. Nessuno gli ha mai mostrato affetto, quindi è normale che non sappia ‘riprodurlo’, ricambiarlo anche nei confronti di chi ce la mette tutta per farlo sentire amato e protetto.
L’educazione del nostro peloso, quindi, è importante. È bene che venga pianificata, gestita con attenzione e coerenza. Ogni sessione non deve durare più di 20 minuti ed è meglio che sia condotta all’insegna del relax e del divertimento, se notiamo ansie e nervosismi riprendiamo in un secondo momento. Non solo non otterremmo risultati, ma stresseremmo Fido e noi stessi: nulla di buono insomma. Se siamo alla prima esperienza, valutiamo i corsi di addestramento per cuccioli.
L’addestramento è non solo deve prevedere dei momenti di gioco. Un quattro zampe che ha difficoltà a relazionarsi, se si confronta in un contesto ludico con il proprio padrone, è probabile che acquisti fiducia in sé stesso e nel prossimo.
Il punto cruciale è fare in modo che eventuali associazioni negative rimaste impresse nella sua mente vengano sostituite con quelle positive. Il clicker per il cane e il meccanismo del rinforzo positivo sono utilissimi: prendiamo Bau per la gola.
Il nostro peloso deve imparare anche che esistono dei suoi simili con i quali può divertirsi. Portiamolo al parco sotto casa, se l’addestramento ha fatto sì che non sia pericoloso per il prossimo. Non perché sia cattivo, ma perché la paura fa brutti scherzi e un cane spaventato può perdere la propria razionalità.
Il rinforzo positivo
Ebbene, sì: addestrare il cane con gli snack è possibile. A patto di non esagerare e non mettere a repentaglio la sua salute e lo stomaco sensibile che lo contraddistingue. Se non vogliamo premiarlo con un bocconcino goloso ogni volta che si comporta come gli abbiamo chiesto, anche i giocattoli sono ottimi modi di fargli sapere che siamo fieri di lui.
Lasciamo che sia il nostro amico a quattro zampe a fare la prima mossa, impariamo come parlare al cane per farlo sentire protetto e rispettiamo i suoi spazi. Non invadiamoli e aspettiamo che sia lui a venirci a cercare. Il suo carattere, le sue esperienze vanno tenuti in considerazione. Non siamo di fronte a un peluche inanimato alla nostra mercé: Fido è un essere vivente con la propria sensibilità.
Infatti, anche noi bipedi dobbiamo essere indirizzati verso un comportamento idoneo nei confronti degli animali. Se non abbiamo esperienze pregresse, è facile commettere l’errore di antropomorfizzare troppo il nostro amico quadrupede e pensare che il suo modo di ragionare sia uguale al nostro. Il nostro ruolo è determinante.
Cerchiamo di munirci di tutti gli strumenti e le conoscenze necessari per far socializzare il cane nel modo migliore, assicuriamoci che l’addestramento sia idoneo alle sue esigenze e ai nostri obiettivi. Non acceleriamo i tempi, altrimenti finiamo per dilatarli più del necessario. Il rapporto tra bipede e quadrupede è un gioco di squadra dove ogni approccio ha un peso, anche se ad averlo siamo noi esseri umani.
La comunicazione
Come precedentemente accennato, il cane può essere anaffettivo, sì, ma perché ci sono problemi di comunicazione. Perché i suoi e i nostri messaggi non vengono compresi tra due specie così diverse fra loro, ma che hanno tanti punti in comune. È sufficiente identificarli e sfruttarli a proprio favore. I cani sentono le emozioni e le provano. Noi di questo dobbiamo tenerne conto, se vogliamo avere serenità in famiglia.
Lo scopo è di creare una sorta di imprinting tra il cane e il proprietario. Una specie di innamoramento, di rapporto esclusivo basato sulla fiducia. È indispensabile creare una connessione profonda con lo stato d’animo dell’amico a quattro zampe in questione. Un animale che si lascia apprezzare per la propria empatia, se così non è c’è un cortocircuito che va individuato e ‘riparato’: tutto apparirà più bello!