Cane morto a Sassoferrato, pieno di pulci e infezioni: mamma e figlia condannate
La sua famiglia pensava fosse stato ucciso dal vicino di casa. Ma il veterinario scopre tutta un'altra storia di maltrattamenti a casa
Svolta nel caso di un cane morto a Sassoferrato. La famiglia aveva chiesto l’autopsia al veterinario, perché pensava che il vicino di casa lo avesse ucciso. Ma il medico scopre una storia di maltrattamenti in casa. Il povero cucciolo era pieno di pulci e di infezioni. Per questo motivo mamma e figlia sono state condannate, per non essersi prese cura dell’animale domestico.
La famiglia con cui questo cane viveva nel comune in provincia di Ancona, nelle Marche, aveva trovato, il 28 agosto dello scorso anno, il cane morto nel campo di fronte all’abitazione. Si era, dunque, rivolta al veterinario per un’autopsia, credendo che il vicino di casa, con cui non era in buoni rapporti, avesse ucciso l’animale.
Il referto del veterinario, però, ha scoperto che dietro c’era un’altra triste storia di maltrattamenti e negligenza da parte dei proprietari, una donna e sua figlia. Il cane era morto a Sassoferrato per le troppe infezioni da parassiti e pulci, che avevano causato il decesso.
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Il veterinario ha subito sporto denuncia ai Carabinieri. I sanitari della Asl hanno condotto un’ispezione nella casa della donna e della figlia, un casolare in compagna. La famiglia era proprietaria di altri 10 cani e anche alcuni gatti, che vivevano all’aperto, in ambienti poco puliti, anche nella stalla.
Anche gli altri animali individuati dai veterinari dell’Asl non erano in buone condizioni di salute. Molti avevano infezioni da parassiti come il cucciolo purtroppo deceduto. Subito il personale ha disposto il sequestro dei cani, mentre la donna di 76 anni e la figlia di 44 anni hanno ricevuto una denuncia per maltrattamento e uccisione di animali.
A un anno dalla morte del cane, madre e figlia, difese dall’avvocato Mauro Diamantini, sono state condannate a pagare rispettivamente una multa di 25mila e 5mila euro (alla figlia è stato contestato solo il reato di uccisione di animali, visto che il cane era registrato a nome suo).
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